‘COSI’ PASSA LA GLORIA DEL MONDO’ – DAL LATINORUM ‘SIC TRANSIT GLORIA MUNDI’
di Cagliostro
La vicenda civile ed ‘umana’ del sig. Berlusconi Silvio volge ineluttabilmente al suo inverecondo, inglorioso, meritato epilogo. Per la vicenda politica, per gli ultimi deleteri, possibili contorcimenti di un soggetto che si è rovinato con le sue stesse mani e per la smania di dimostrare all’universo mondo la sua ‘invincibilità’, bisognerà attendere l’esito del voto segreto nell’aula del Senato, anche se il notorio pregiudicato può sempre emulare l’ex comico genovese, ora indiscusso leader dei ‘pentastellati’, diretti con piglio padronale pur non sedendo il Grillo nazionale sugli scranni parlamentari.
Scrivendo queste note, faccio riferimento e seguito al mio recente intervento, su questo blog, dal titolo “La gatta va al lardo finché ci lascia lo zampino”. In questi giorni, riflettendo sulla vicenda berlusconiana, spesso mi sono venuti alla mente due personaggi tra loro, per certi versi, diversissimi ma, per certi altri aspetti, accomunati da notevoli affinità elettive e culturali. Mi riferisco al sommo poeta Dante Alighieri ed al giornalista Indro Montanelli, l’uno credente, l’altro agnostico, l’uno vissuto nel 1300 e l’altro nel 1900; entrambi però legati dalla comune origine toscana e dalla vivida intelligenza e schiettezza che li ha sempre contraddistinti, e per tener fede a queste loro preclari caratteristiche hanno ambedue pagato prezzi elevatissimi.
Certo, non si può non sottolineare che il prezzo pagato dall’Alighieri fino all’ostracismo sia stato di gran lunga superiore a quello pagato dall’Indro nazionale allorquando negò ‘all’arcoriano’ il suo asservimento ad esigenze politiche non condivise, ma tanto è!: le idealità da cui mossero le prese di posizione di entrambi sono senz’altro degne di nota. Ebbene, prendiamo l’Alighieri!! Un noto commentatore, in questi giorni, così si è espresso: “Colui che aveva fatto della difesa della libertà il dogma della sua crociata, si vede ora privato della sua libertà in senso lato”. Peccato che sia necessario intendersi sul significato da dare, negli intendimenti dell’ex Unto del Signore, alla parola “libertà”. Libertà, nella accezione berlusconiana, non è la libertà degli italiani, bensì quella propria: la libertà da ogni condizionamento e vincolo di regole legali, etiche, morali etc. etc. Libertà che deriva dal consenso popolare, impropriamente inteso come lavacro ed immunizzazione da ogni possibile colpa; libertà ritenuta come licenza a compiere i più inqualificabili atti in spregio al principio di uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, tutto ciò a salvaguardia del tornaconto personale o di quello dei propri sodali.
E la letteratura di questo infausto ventennio è piena di questi atteggiamenti spavaldi ed irrispettosi delle più elementari regole democratiche, di soprusi, mistificazioni, raggiri, sotterfugi, il tutto preordinato a ribaltare il concetto stesso di verità e lo stesso Ordinamento Istituzionale (vedasi lo strappo operato in questi giorni con la deroga all’articolo 138 della Costituzione mediante la istituzione della Commissione dei 40 saggi). Basti pensare alle leggi ad personam ed alla improntitudine manifestata dall’ex premier nell’affermare (lui ed i suoi servi infingardi) di essere fin qui sempre uscito assolto (o prosciolto) nelle sue molteplici vicende processuali. Mastodontica bugia, giacché sovente si è fatto credere che ‘prescrizione’ (molto spesso ottenuta con le leggi pro-domo sua, emanate, con effetto anche retroattivo, da una corte di accoliti asserviti al padrone) fosse sinonimo di “assoluzione”.
Ora, però, un tale ‘sofisma’ non può più essere sostenuto, ora c’è una sentenza di condanna definitiva e pesante, la gatta insomma ci ha rimesso lo zampino per eccesso di …ingordigia e per voler sempre strafare. Ed a nulla varranno le istanze di revisione sulla base di presunte sentenze elvetiche dalle quali far credere l’assunto che il ‘socio’ statunitense Agrama, fosse soltanto un semplice mediatore…
La condanna per FRODE FISCALE riguarda 7,3 milioni di Euro, su di un totale di bel 360 milioni (il resto caduto sotto le forche caudine della prescrizione!!). Si tratta di risorse rubate a tutti noi, soprattutto ai tanti che non ce la fanno a campare e pur tuttavia pagano le tasse fino all’ultimo centesimo sulla base di un… “famigerato” Cud; per fare un esempio, soldi sottratti anche a quei poveri Cristi che non riescono più a curarsi od a fare ‘medicina preventiva’ per mancanza di mezzi economici, mettendo così a repentaglio la propria stessa esistenza; oppure soldi sottratti a quei genitori che non riescono più a mantenere i figli agli studi.
Dante Alighieri, pur con la sua fervida immaginazione, penso si troverebbe in grande imbarazzo e potrebbe almanaccare: “Ma costui in quale girone infernale lo devo mettere? Forse tra i lussuriosi?, forse tra i ladri?, o non piuttosto fra gli ipocriti o gli eretici?, e, perché no?, fra i consiglieri fraudolenti o fra i prodighi o fra i golosi?”. Bel rebus, visto che ogni girone andrebbe bene! Qui si tratterebbe solo di analizzare l’aspetto prevalente!! Fatica davvero improba!
Ma passiamo al buon Indro Montanelli, colui che aveva vaticinato, grosso modo, così: “Bisogna che gli italiani lo provino, poi sarà un vero vaccino ed i nostri concittadini resteranno immunizzati”. Il noto scrittore e giornalista toscano non aveva certo sbagliato vaticinio, forse era stato troppo ottimista riguardo ai tempi della sua concretizzazione. Inoltre, sempre il noto giornalista aveva parlato di un “Berlusconi strutturalmente bugiardo, tanto bugiardo da credere, alla fine, lui stesso in quello che sostiene spudoratamente”.
In definitiva, un bel quadro, non c’è che dire! Ed in questo epilogo, mi sovvengono le scene finali del film del noto regista Moretti. Sarà Caimano? O qualcuno lo convincerà a mettersi almeno di lato, senza creare nuovi danni e senza più condizionare la vita di 60 milioni di italiani? Non vorrei che il voto segreto del Senato potesse riservarci altre amare sorprese, tipo quella della famosa carica dei 101, oppure un voto pentastellato di appoggio strumentale alle tesi forza italiote sulla ‘persecuzione giudiziaria’, tanto per mandare a picco definitivamente le Istituzioni e, sulle macerie, trarne un vantaggio elettorale…
Che Iddio ce la mandi buona! Qui non si tratta di salvare pietosamente un uomo, e neppure maramaldeggiare su di lui! Qui si tratta di un basilare principio di rispetto delle leggi e di uguaglianza di noi tutti di fronte ad esse, senza alcun privilegio e/o impunità per chicchessia.