consumo di alcool e mondo giovanile cadorino
Fra tutte le problematiche, quelle legate al mondo giovanile riescono, quando ci penso, se non ad angosciarmi, ad indurmi perlomeno un profondo senso di disagio. Perché non ho gli strumenti (non tutti perlomeno), per affrontare ogni sfaccettatura delle mille con cui si propongono.
Abbiamo vissuto la nostra giovinezza ma di quel mondo, del quale ovviamente non facciamo più parte, ci sono rimasti solo puntiformi ricordi. Diventando adulti si frantuma infatti la capacità di sentiersi giovani, come lo sono quelli “veri”. Ed abbiamo un bel dire che “ci sentiamo giovani”, anche se sul groppone pesano ormai 50 anni (che non sono poi molti ma …).
Il mondo giovanile si presenta oggi con vari lati oscuri; fra tutti, come esempio:
- una familiarità fin troppo disinvolta con l’alcool (che in parte dipende da loro);
- un’incertezza sul proprio futuro mai sperimentata prima (che invece poco dipende da loro);
Ecco allora che i nostri amministratori devono, fra i mille problemi da affrontare, tener conto anche di questa nuova ed esplosiva variabile. E per gestirla, anch’io credo, ci vuole un qualcosa di “strutturato”. Ed è a questo che deve aver pensato Giuseppe Martinelli, consigliere di minoranza nella lista “La Giovane Pieve”, intervenendo in consiglio comunale (dal Corriere delle Alpi del 28 giugno 2009):
«Riteniamo sia arrivato il momento che Pieve di Cadore istituisca l’assessorato alle politiche giovanili». […] «E’ necessario dare una svolta all’attuale politica verso i giovani», ha aggiunto, «quelle attuate sinora sono state fallimentari, perché sono sempre state casuali e non hanno mai avuto alle spalle un progetto che fosse condiviso dai giovani. Il dialogo con loro va fatto alla pari; solo così sarà possibile coinvolgere i giovani nella vita sociale: non proibizionismo, ma proposte». […]
«Considerato il consumo di alcol che sta toccando anche i giovanissimi», ha detto il sindaco illustrando i motivi della presentazione degli ordini del giorno, «l’approvazione del documento assume il significato di un importante atto politico e amministrativo da inviare a tutte le autorità, partendo dal presidente della Repubblica e scendendo fino ai consiglieri comunali. Sono anni», ha concluso, «che seguo questa problematica, e sono convinta che sia indispensabile informare la famiglie anche, come ha suggerito Osvaldo De Lorenzo, entrando nel loro ambito».
Anche Lozzo ha i propri giovani. Non sono migliori o peggiori di quelli che popolano il resto del Cadore. Bisognerà, prima o poi, pensare anche a loro.