considerazioni sul Bol-Com, ovvero la gazzetta comunale
di Cagliostro
Ho letto il Bol-Com, 4a edizione e rimango più che mai convinto della pochezza di questa compagine amministrativa. Come premessa ed a costo di apparire monotono, ripeto per l’ennesima volta alcuni concetti base e spero che la loro rinnovata esternazione sortisca qualche effetto positivo presso i lettori, mentre non nutro soverchie illusioni nei confronti di ‘lorsignori’ al fine di un loro “operoso ravvedimento”. Il Bol-Com, di per sè, sarebbe iniziativa valida, atta ad illustrare alla Comunità l’operato degli amministratori a beneficio della collettività nel suo insieme (sostenitori/estimatori ed oppositori). Uso il condizionale a ragion veduta perché, nel nostro caso, non sono soddisfatte alcune condizioni essenziali e, in più, lo strumento divulgativo appare viziato da autoreferenzialità e da una enfasi che dimostrano soltanto intendimenti propagandistici ed elettoralistici che, per loro stessa natura, prescindono da criteri di oggettiva funzionalità ai nobili scopi che dovrebbe prefiggersi la Politica intesa come cura disinteressata del Bene della Polis.
A sostegno di queste mie tesi, osservo infatti che il bollettino, con dovizia di foto a colori, è voce monocorde della maggioranza; è stampato, presumibilmente, a spese dell’Ente e divulgato, prevedibilmente, da personale in organico a Palazzo Venzo; essendo poi emanazione di una sola parte, il Bol-Com risulta espressione soggettiva del ‘Potere’ il quale prospetta così visioni, progettualità, atti e provvedimenti da un punto di vista ‘parziale’ (seppur maggioritario), come cercherò di spiegare qui di seguito.
Il mio intendimento è quello di dimostrare come si tratti ormai di una ‘coazione a ripetere’ atta ad influenzare quella parte della cittadinanza che, dopo aver dato una delega fiduciaria a questa congrega estemporanea, non segue con sistematicità le vicende del botanico Palazzo e, beota come è, beve, beve ed ancora beve quanto lor signori propinano, senza porsi il problema di un minimo di analisi critica. Il Bol-Com, lo ripeto, sarebbe strumento importante per la pubblica trasparenza ed acquisirebbe piena legittimazione a condizione che ospitasse anche la voce della minoranza che rappresenta l’idea dei non pochi dissenzienti dalla linea ufficiale della Giunta.
Questo è quanto viene fatto da Amministrazioni coscienziose e serie anche in provincia di Belluno e ciò, nel nostro caso, giustificherebbe l’onere economico sostenuto dall’Ente e darebbe luogo ad un vero confronto sulle modalità di conduzione della Cosa Pubblica. Operando invece in maniera del tutto diversa, siamo nel campo della strumentalizzazione da parte di un ‘Potere’ che tende ad autopromuoversi ed autoperpetuarsi, contando anche sul fatto che i cittadini sono oggi più che mai in tutt’altre faccende affaccendati (leggi: crisi economica e mancanza di lavoro).
L’uso distorsivo dei mezzi di comunicazione documenta pertanto asserzioni di ‘verità’ molto soggettive e, soprattutto, evidenzia non commendevoli silenzi ed omissioni. Insomma, la filosofia del Capataz è quella di un uso del pubblico denaro a scopi che appaiono più privatistici e di casta rispetto alla parola scritta, che dovrebbe giungere nelle case dei compaesani al fine esclusivo di relazionare su quanto eventualmente fatto di meritevole per il vero bene comune.
Tutto quanto fin qui detto esclude ogni altra considerazione sulla legittimità vera di un tale comportamento anche ai fini di una responsabilità personale…
Autoincensamenti ed autopromozioni a parte, veniamo al merito degli argomenti trattati sul Bol-Com.
CASERMA SORA CREPA.
Scopriamo una tenue diminuzione dell’enfasi, soprattutto scopriamo che il sequestro di parte dei beni mobili esistenti nella struttura è stato fatto, in primis, per una azione esecutiva da promuovere per il recupero delle spese di giudizio. Nel Bol-Com precedente si parlava di nomina del custode nella persona del vice-sindaco e si diceva che i beni erano stati allocati in una occhialeria dismessa. Ora sappiamo invece che detti beni sono parzialmente rimasti nel sito. Rispondendo poi ad una interpellanza della minoranza, il sindaco ha negato che siano state fin qui eseguite opere manutentive. Che ci faceva allora Bepi Mossito sul tetto della struttura, tetto che appare ora vistosamente ed inelegantemente rattoppato? Chi ha pagato il conto?
Dire poi che gli avvocati del Comune definiscono il ricorso del De Rossi “inammissibile e presentato in ritardo” appare un precorrere leggermente i tempi esprimendo pareri che devono avere il necessario riscontro nel pronunciamento del Giudice. Auguriamoci che il riscontro ci sia così come viene detto sul Bol-Com, ma prudenza vorrebbe non venisse anticipato alcunché; le opinioni potrebbero infatti-ahinoi!- non corrispondere, in tutto o in parte, alle aspettative…
Come si vede ci sono cose negate, cose non dette o cose forse svisate od incomplete…
RACCOLTA DIFFERENZIATA
(NB: argomento trattato in più occasioni dal sottoscritto vedi per esempio questo articolo) .
Le perplessità manifestate da ‘Talaren’ e da ‘Uno di Lozzo’ sono, a mio avviso, più che giustificate e condivisibili appaiono anche le argomentazioni svolte dal redattore.
Il sindaco mette le mani avanti dicendo che le tariffe sono inalterate dal 2005. Che cosa intende con questa asserzione? Forse che per la raccolta porta a porta saranno inevitabili i rincari? Se il nuovo sistema fosse curato a dovere con una ‘educazione’ dei cittadini degna di questo nome, i costi dovrebbero semmai diminuire anche in funzione della prossima introduzione del sistema a tariffa in base al solo peso del conferito. Altrimenti, se si verificasse un incremento della bolletta, sarebbero davvero giustificati i…’Lavinas’. E trattandosi di prossima eliminazione dal computo della superficie abitativa (non è l’area a produrre rifiuti, bensì le persone!!), come ci si comporterà con i lozzesi della diaspora e con i proprietari delle seconde case in generale? La recente eliminazione dell’abbuono perequativo del 30% a favore dei non residenti non …avrebbe più senso in funzione del conferimento a peso del secco… Oppure si vuol pensare a qualche altro perverso meccanismo atto a penalizzare nuovamente chi usa l’abitazione per periodi limitati dell’anno? Si tratta pur sempre di persone che contribuiscono in qualche modo a …tenere in piedi la ‘baracca’.
OPERE DI ARREDO URBANO.
Ho letto il piano di copertura della spesa e condivido le considerazioni del redattore.
In particolare, per quanto riguarda i finanziamenti a pioggia elargiti dal BIM Consorzio a Istituzioni ed Enti Pubblici, compresi i Comuni, dico che è cosa opportuna, giusta e dovuta far ‘ritornare’ i canoni idrici nel loro precipuo ‘alveo’, cioè sul territorio riferito alla elargizione dei medesimi canoni. Quello che trovo disdicevole è che lo stesso BIM si rifiuti di sanare i vistosi buchi della propria partecipata BIM-GSP con motivazioni speciose e che il rischio sia ora quello che a pagare per gli sbagli e le inadempienze di certi sindaci/amministratori siano i poveri, ignari utenti. Prima di pensare a finanziamenti a pioggia (alle volte magari con finalità non commendevoli o per scopi di mera propaganda), il Consorzio pensi a rimediare alla opera malaccorta dei colleghi amministratori di GSP la cui arroganza e sussiegosa prosopopea è pari solo alla inettitudine ed alla ingordigia di prebende. Non aggiustare i conti della ‘collegata’ costituirebbe una semplice ‘partita di giro’: con una mano si danno contributi e con l’altra si permette alla collegata di aumentare inopportunamente le tariffe. E nel conto qualcuno certamente ci rimette, senza contare i mancati investimenti in infrastrutture…
E qui il silenzio totale del Presidente di vallata e membro di BIM Consorzio (alias il sig. Manfreda, sindaco di Lozzo) è totale ed anche un pochino vergognoso.
[nota del redattore: da non dimenticare, in relazione all’argomento raccolta differenziata, l’intervento di Giuseppe Zanella in Satira istituzionale allo stato puro (considerazioni sulla Tarsu)]