Comelico chi? Stasera mi Buzzo!
La sindaca di S. Stefano s’è messa in versione social lanciando (come fa lo strenzi) l’hashtag #forzaComelico. La stessa sindaca però, in versione “San Giovanni”, non rinuncia alla piazza (una sindaca digitalogica, diciamo; lo strenzi c’ha provato ma è stato sempre duramente fischiato tranne alla prima, nel regno delle due sicilie, ma lì le maestre avevano addestrato le scolaresche alla bisogna), nella quale i sopravvenuti potranno farsi dono della maglietta io ci sono, forza Comelico (in bianca; in volta invece: io ci faccio, forza Comelico).
Un’occasione per “porre l’attenzione sull’attuale situazione di disagio in cui riversa la vallata a seguito delle frane e della necessaria risoluzione del problema della viabilità“. Un’occasione simile a quella che i comeliani (il comune di Comelico Superiore) hanno avuto quando s’è trattato di votare il referendum per passare alla regione Trentino Alto Adige. Be’, in quell’occasione non fu un vero e proprio tripudio dei Sì, ma, considerando la fatwa del professorino, alla fine il Comelico provò a farsi sentire.
Comunque, ne ha ben donde, la sindaca. Il Comelico sembra sempre di più a un comedio evo, basterebbe far riferimento alla demografia precipitevolissima. Se si esclude l’apporto di Sappada, l’anno scorso il Comelico ha presentato un declino demografico pari al meno 9 per mille (-67 persone su 7441 abitanti); con Sappada il declino si situa a meno 5,8 per mille. E non tiriamo fuori i dati sui redditi, ché sennò ci mortifichiamo. E neanche quelli sulle presenze turistiche.
Poi, è chiaro, senza strade non si va da nessuna parte.