Ciù stop is megl che uan (ossia la leggenda del bivio dei due stop)
La marea nera del Golfo del Messico e l’uscita dell’Italia dal G20 sono solo due dei grandi problemi che affliggono l’umanità e che, per questo, tendono ad oscurare notizie locali come la seguente. Ieri sul blog di Per la Gente di Lozzo è stato pubblicato un articolo che dà spazio alle considerazioni di un cittadino sullo spostamento dello stop (in quanto segnaletica orizzontale) presso il bivio tra via Loreto e via Col Vidal. In virtù di questo evento e delle piccole vicende che immagino si possano svolgere nel giro dei prossimi due o tre anni, propongo di battezzare il luogo con un nuovo toponimo “al bivio dei doi stop“.
Sembra che il tutto si trascini da più di 5 anni, da quando cioè il sindaco ed il vice, presenti sul posto, furono investiti del problema in occasione di un avvenuto incidente che, per fortuna, non provocò problemi alle persone. Si trattava di spostare di qualche metro in avanti la linea dello stop in modo che il guidatore avesse una visuale molto più ampia, non intralciata dai cassonetti dei rifiuti. E’ certo che per farlo ci sono voluti 5 anni ed è altrettanto certo che, se non vi fossero state una somma di circostanze favorevoli, anche quest’anno lo stop non avrebbe fatto un passo avanti.
Ma il problema, ora che la fatica è stata portata a termine, si sposta dal nuovo stop a quello vecchio, che è rimasto a testimonianza della rara perfidia dell’amministrazione nei confronti del povero automobilista.
Il cittadino di Lozzo avanza, nell’articolo citato, una segreta speranza: “Ora spero tanto che per cancellare quello vecchio non ci vogliano altri 5 anni“.
Non occorre avere grande acume per sapere che la risposta delle maestranze non può che essere stata “al se scancela da solo“, in virtù della nota funzione autocancellante propria di ogni segnaletica. Se questa è la risposta delle maestranze, figuriamoci quella degli amministratori (lascio stare per ora la casta dei tecnici). Caro cittadino, hai mai pensato che “ciù stop is megl che uan“? E poi, le scarse risorse in capo alla gestione del personale vanno allocate in modo più conveniente: che fastidio dà, in fondo, un doppio stop?
Questo è quello che succederà: lo stop vecchio verrà lasciato languire finché il tempo non ne farà svanire quasi del tutto la sagoma. Poi un giorno, tra qualche anno, uno zelante operaio neoassunto in “mobilità stagionale“, pronto a dare il massimo di sé, verrà mandato a rinfrescare la segnaletica orizzontale. Fedele al noto principio che “ciù stop is megl che uan”, giustificato dalla fresca nomina e relativa inesperienza, darà una rinfrescata generale ad ambedue gli stop. E fu così che nacque e si perpetuò la leggenda del “bivio dei doi stop“.
P.S. In caso di incedenti, per il codice della strada vale di più la segnaletica verticale (stop rosso) o quella orizzontale?