Ciofanni Klein: piccoli peones non crescono
Il pericolo è che questa legislatura salti e allora non ci sarà più tempo per alzarsi, elevarsi dallo status di peones che tocca a tutti i nuovi rappresentanti del popolo che non abbiano già, di per sé, ma non è questo il caso, una statura morale tale da permetterne la discesa nell’agone politico nazziunale, fin da subito, con i gradi di ufficiale (invece che di peones, per l’appunto).
Non ci è dato conoscere con precisione millimetrica quanto sia stato il di lui contributo all’assassinio politico del presidente Bottacin e della Provincia di Belluno, che da allora risulta commissariata. Ma a noi basta anche il metro e, anche in questo caso, ce n’è ben donde per ricordarsene e schiacciare come pulci, nell’attimo elettorale, questi parassiti della politica.
Avrà pensato, Ciofanni Klein, che ci sono corde nazionaliste belluneggianti da provare a far vibrare, nel tentativo di darsi un po’ di luce, non foss’altro per confermare che c’è, peones, ma c’è. Ma niente, neanche un fotone, uno qualsiasi, ha il coraggio di impegnarsi nella … piccola impresa. L’interrogazione a risposta immediata elaborata dal nostro Ciofanni riguardante la questione toponomastica altoatesina resterà una pagina oscura (non c’è neanche un fotone …) della, se non altro per ora, larvata attività parlamentare del nostro a favore – si fa per dire – del territorio bellunese.
Belluno, si sa, è un’isola felice, senza problemi di sorta: meglio interessarsi, alla questione toponomastica altoatesina. Sia mai che i gradi di caporale-peones saltino fuori. Un motivo in più per mandarlo, se ce ne sarà data l’occasione (elettorale, ben s’intende), a pascolare le greggi presso la Busa de le Autrie, ooopss, la Buca delle Ortiche.