CiaspDoloMitica e Ciaspolada, alba e tramonto sulla neve
Bisogna premettere che il consorzio Valcomelico è, lo dimostra la Comelgo Loppet archiviata solo da qualche giorno, un ente vivo ed intraprendente.
La seconda premessa riguarda il turismo che, dal punto di vista del mercato, è da considerarsi un segmento maturo a bassa se non bassissima intensità di innovazione la quale, quando si manifesta, lo fa in relazione a particolari nicchie del segmento stesso.
In questo brevissimo quadro si innesta la seguente ed altrettanto breve considerazione. La trentina Ciaspolada in Val di Non è giunta alla sua 38a edizione e si parla di un suo prossimo paventato tramonto (vedi anche qui) cui fa da contraltare, in terra cadorina, la novella edizione della CiaspDoloMitica.
Al di là del fatto che ogni manifestazione può essere utile in senso generale, non ci si può sottrarre ad una lettura “sociologica” dei due fatti comparati; eventi di questo tipo hanno senso solo se servono, come nel caso della CiaspDoloMitica, a tentare di far conoscere a fette di pubblico più vaste possibili realtà marginali com’è oggi quella del Comelico (e ancor più il Centro Cadore fatta l’eccezione, con cautela, di Auronzo). Oppure hanno il senso di continuare una tradizione (nata con l’intento già descritto) che nel tempo si è radicata diventando un momento di fidelizzazione (ed è il caso della Ciaspolada).
Quello che è incredibile, è che queste due realtà siano separate da 38 anni di tempo.
Nell’organizzazione di questo importante evento sembra che il Comelico voglia spingersi a vivere una nuova era pionieristica, alla ricerca di una “nuova identità”. Ma cosa troverà il turista indotto a calpestare la terra comeliana? Un nuovo ed inesplorato Far West o una riserva indiana, ormai piegata su se stessa, che organizza danze della pioggia?