CI RISIAMO CON L’INCUBO DELL’”EGOARCA”/2
di Giuseppe Zanella
Faccio riferimento e seguito a quanto scritto nel mio intervento dello scorso 30 novembre per integrare le considerazioni già svolte, formulando alcune possibili subordinate alla (per me) temuta ed esorcizzata elevazione del “Re di Denari” alla suprema Magistratura della Nazione. Se il noto Caimano non dovesse proprio farcela ad occupare l’ambita dimora che fu dei papi, e ciò per un qualsiasi intoppo attualmente imprevedibile ma sempre possibile (si pensi ad esempio ad una levata di scudi della Pubblica Opinione contraria ad un tale deprecabile evento), la geografia politica attuale nel panorama dei grandi elettori consentirebbe comunque a questa destra sovranista e populista di dare, come si suol dire, le carte nella scelta del personaggio da insediare al Colle. Varrebbe forse il proverbio che recita; “Se non è zuppa, è pan bagnato”…
Gli outsider eventuali del nostro, considerati nella schiera dei suoi adepti, non lasciano soverchie speranze circa le caratteristiche oggettivamente necessarie per svolgere con “onore e dignità” il compito ed il ruolo qualificante che la Costituzione assegna alla figura del Capo dello Stato. Se ben guardiamo agli uomini che l’arcoriano ha ‘portato’ nelle Istituzioni dal 1994 ad oggi (compresi i membri attuali del Parlamento), non c’è da stare molto allegri. Basta sfogliare le foto d’epoca, soprattutto le immagini della protesta davanti al tribunale di Milano a sostegno dell’Innominato, oppure i video di certe sedute parlamentari (ad esempio, il gozzovigliare alla Camera di certi ‘onorevoli’ all’atto della caduta del II° governo Prodi, oppure le festose, esultanti grida dopo l’esito della votazione su “Ruby nipote di Mubarak”) per rendersi conto della improponibilità di certi personaggi per l’alta carica.
Ma poi ci sono anche figure che hanno migrato da un campo all’altro, soprattutto i cosiddetti ‘centristi’, prima assisi alla destra dell’emiciclo, poi posizionati con il centro-sinistra, infine confluiti in nuovi raggruppamenti o gruppuscoli con strizzatine d’occhio all’area originaria, se non proprio tornati all’ovile. E’ brutto fare nomi, ma le cronache ne hanno parlato e certe metamorfosi sono sotto gli occhi di tutti perché denotano una certa incoerenza e visione qualunquistica od egocentrica del potere. Per brevità, cito soltanto due nomi emblematici di persone che hanno avuto ed hanno una pluridecennale esperienza politica e che hanno avuto incarichi di rilievo nelle Istituzioni, facendo magari uso anche di un buon grado di moderazione.
Parlo del noto Pierferdinando Casini e dell’on. Maurizio Lupi. Il primo, ex democristiano, fondò un partito di centro-destra, l’UDC, e si alleò con il così detto ‘Popolo delle libertà’ riuscendo a farsi eleggere Presidente della Camera; fine politico, già allievo di Bisaglia, seppe smussare ‘parecchi angoli’ nei progetti più discutibili dell’era berlusconiana, ma non si peritò certo a bloccare certe leggi vergogna. Uscì poi dall’UDC e si candidò quale indipendente nelle liste del PD nel collegio bolognese (auspice l’amico Matteo Renzi, ndr) ed ora siede in senato. Si parla di lui come possibile outsider per il Colle! Sarebbe l’uomo giusto per coagulare il consenso necessario? Non sarebbe forse un politico dalle vecchie visioni, viste le sue trascorse esperienze?
L’on. Maurizio Lupi poi (origini in Comunione e Liberazione e Compagnia delle Opere) è altra ‘volpe’ della politica che dal partito della DC migrò a Forza Italia ed al PDL per poi approdare, dopo vari incarichi fra i quali la Vice Presidenza della Camera, al Nuovo Centro Destra alfaniano e sedere quale ministro nei governi Letta e Renzi. Si dimise da ministro per alcune vicissitudini legate a scandali che lo hanno visto, comunque, uscire indenne. Ora è responsabile del raggruppamento di centro destra ‘Noi per l’Italia’. Anche di lui si parla come di un outsider per la Presidenza della Repubblica. Ed anche per costui pongo le stesse domande poste per il sen. Casini.
Per quanto riguarda la possibilità di una donna al Colle, le voci riguardano la sen. Maria Elisabetta Alberti Casellati e la sig.ra Letizia Moratti. Personalmente, ritengo entrambe figure troppo legate al clan berlusconiano per il loro lungo passato nelle Istituzioni, lì volute dal loro esimio padrino politico. Per la prima, ricordo l’episodio del suo vestirsi di nero definendo “lutto per la democrazia” la votata decadenza di Berlusconi (lg Severino, ndr) e la definizione che, insieme ad altri, diede di “plotone di esecuzione” ai favorevoli alla citata decadenza. Infine, le leggi sulla scuola della seconda, sono state molto criticate e discusse, come pure gli esiti sortiti dalla sua presidenza della Rai.
Considerazioni:
Altri e ben più eclatanti, controverse e divisive figure di possibili candidati dell’area riferita all’ex cavaliere pregiudicato, lasciano davvero perplessi. Auguro che le forze sane, che ancora ci saranno prevedibilmente fra i grandi elettori, possano proporre un figura non legata ai carri politici della Ia, della IIa e della IIIa Repubblica ed auspico che la scelta cada su di un uomo super partes, che ami le Istituzioni e che presenti caratteristiche di imparzialità, indiscussa preparazione ed un prestigio ed una autorevolezza ampiamente dimostrate.