CHE AVRA’ MAI IN MENTE LO ZAR RUSSO?
di Giuseppe Zanella
In questi tragici giorni assistiamo attoniti ad una immane tragedia che sta avvenendo nel cuore dell’Europa con l’inaudito attacco scatenato dalla Federazione Russa nei confronti dello Stato sovrano dell’Ucraina. Il tutto senza una proclamazione dello stato di guerra da parte dell’invasore, anzi l’avvio delle ostilità è stato contrabbandato come una semplice “operazione militare speciale”, giustificata artatamente con tutta una serie di motivazioni ed obiettivi che vanno da supposte ragioni di sicurezza a pretese che mirano a depauperare sia l’integrità territoriale della nazione assalita come le possibili, autonome sue scelte in fatto di autodeterminazione e di sottoscrizione di future alleanze.
Infine, in un inaccettabile crescendo impositivo, viene messa in discussione la stessa forma di governo democraticamente eletto dai cittadini ucraini. In buona sostanza, lo zar Vladimir Putin, dopo aver sempre negato ogni intendimento di invasione, ha operato una delle sue ormai abituali giravolte ed ha invaso la vicina nazione avanzando tutta una serie di richieste capestro quali: 1) riconoscimento delle due repubbliche autoproclamatesi del Dombass; 2) riconoscimento formale della acquisizione alla federazione Russa della Crimea (vedasi referendum farsa promosso e manovrato dall’occupante nel 2014); 3) instaurazione in Ucraina di un governo “democratico e di desanificazione”. Questa ultima pretesa con accuse strumentali (‘fake news’) aventi valore di un vero e proprio diktat, sono state enunciate ad intervento già avviato e mirano a distruggere l’assetto istituzionale ed a stabilire uno stato vassallo sull’esempio della vicina Bielorussia.
Lo zar riteneva, forse, di aver ‘vita facile’ e che la campagna di conquista si sarebbe risolta nel giro di 2/3 giorni con il raggiungimento degli obiettivi prefissati, con il crollo dell’esercito nemico, la fuga del governo e l’accoglienza delle truppe russe da parte della popolazione inneggiante ai liberatori con inni e canti di gioia. I conti, i disegni e le aspettative erano evidentemente sbagliati se è vero come è vero che ora, dopo circa 20 giorni di eroica resistenza del governo, dell’esercito e del popolo ucraino, il despota russo è costretto a far terra bruciata della nazione aggredita per tentare di piegarla ai suoi insani voleri… E ciò con tutte le alee del caso, con il possibile impantanarsi in una battaglia casa per casa.
Non pochi commentatori politici di discutibile levatura stanno cautamente palesando il desiderio di trovare una qualche giustificazione storica alle orribili scelte ‘putiniane’, parlando di manchevolezze ed omissioni dell’azione politica delle classi dirigenti occidentali (USA e EU), che sono rimaste inerti di fronte agli atteggiamenti aggressivi e brutali del dittatore russo. Basti ricordate quanto avvenuto in Cecenia, in Georgia, in Siria (Aleppo), nella stessa Crimea e nel Dombass con le stragi consumate nella indifferenza generale. Sì, è vero l’Occidente ha girato la testa dall’altra parte per ragioni vuoi di convenienza economico-finanziaria, vuoi per preservare i flussi commerciali ed anche per quieto vivere… I simpatizzanti putiniani lamentano poi l’espansione della Nato ad est, dopo la caduta del muro di Berlino, dimenticando però che le nazioni dell’ex Patto di Varsavia avevano ed hanno di loro sponte chiesto la adesione alla Nato, così come da tempo stava facendo la stessa Ucraina. La Nato ha tergiversato ad accogliere nel suo seno la Ucraina proprio per non turbare le relazioni con la Federazione Russa… Va anche precisato che quest’ultima, nel 2007/2008, intratteneva ottimi rapporti collaborativi con la Organizzazione di Difesa Atlantica e ci fu persino un momento nel quale V. Putin pensava di aderire tout-court alla stessa citata Organizzazione.
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A questo punto, corre l’obbligo di analizzare storicamente il comportamento dell’uomo che siede al Cremlino da oltre 20 anni e le fasi contraddittorie del suo comportamento (almeno dal punto di vista Occidentale). Tenuto conto di quanto sta ora accadendo di drammatico e ponendo il tutto a confronto con quanto affermato nel recente passato dal satrapo moscovita, la figura che ne esce fuori è quella di un personaggio ambivalente, se non proprio quella di un bugiardo seriale…
Si potrebbe far riferimento al noto personaggio ‘bifronte’ di Mr Hyde e del Dr Jekill. Per meglio comprendere le oggettive contraddizioni comportamentali del nostro, vengono riportate sue affermazioni datate Giugno 2020 e Giugno 2021 (il mese di Giugno è forse il mese chiave delle ‘metamorfosi’ del despota). Eccone un sunto:
Giugno 2020: nel 75°anniversario della 2a guerra mondiale, il Putin affermava: “La creazione di un moderno sistema di relazioni internazionali è uno degli esiti più importanti della 2a guerra mondiale”. Poi, rivolto a Xi Jinping, Macron, Tramp, e Johnson, così continuava: “E’ dovere nostro e dei rappresentanti delle potenze vincitrici assicurare che questo sistema sia mantenuto e migliorato”
Giugno 2021: in una dichiarazione congiunta con Biden, Putin diceva: “Riaffermiamo il principio secondo cui una guerra nucleare non può essere vinta e non deve essere mai combattuta”.
Alla luce di queste dichiarazioni, inopinatamente smentite dai tragici fatti di questi giorni, cosa dirà mai il nostro nel mese di Giugno 2022? Io penso che la verità vera sia quella che ci troviamo di fronte ad un mentitore seriale e che lo squallido personaggio mentisse spudoratamente sia nel 2020 che nel 2021. Ciò è, tra l’altro, provato dal suo losco ed oscuro passato ed anche dalle sue odierne affermazioni di non aver invaso l’Ucraina (si tratterebbe soltanto di una operazione ‘speciale’) e di aver fatto credere ai militari di leva di essere inviati a fare una semplice esercitazione…
In conclusione, se è vero che l’Occidente ha “girato la testa dall’altra parte” per troppo tempo, è altrettanto vero ed incontestabile il fatto che l’aggressore è la Russia e che la vittima è l’aggredito e questo è il punto fermo della intera questione, senza indulgere a tante elucubrazioni. Se c’erano controversie, queste andavano risolte con un negoziato e non con le stragi (anche di vecchi e bambini). Anche nel 1938 (trascurando la vicenda della occupazione della Ruhr), a Monaco, Francia e Gran Bretagna furono acquiescenti verso la protervia e l’arroganza di Hitler, ma poi ci furono: l’Austria, i Sudeti, la Cecoslovacchia ed infine la Polonia ed allora il risveglio fu terribile. Il nostro V. Putin , ossia “Vladolf Puther”, saprà accontentarsi e limitarsi alla Ucraina o non vorrà magari emulare il suo antico ‘maestro’ Adolf e cogliere altre foglie dal ‘carciofo’ ex Unione Sovietica? Le premesse non sono per niente rassicuranti anche perché l’uomo parla troppo spesso ed evoca la minaccia nucleare. Al Cremlino, sembra siano tutti appiattiti al volere del boss, ma si vocifera che il circo magico (quelli che contano veramente) sia formato da pochi membri di una ‘cricca’ legata indissolubilmente a ‘Vladolf’, ne cito i nomi e le qualifiche di questi esseri tenebrosi ed impenetrabili esecutori ed ossequienti alla volontà del capo:
Sergeij Shoigu-ministro della difesa; Valerij Gerasimov-capo di Stato Maggiore; Sergeij Viktorovic Lavrov-ministro degli esteri.
E’ auspicabile che prevalga il buon senso, che non ci siano incidenti che possano interessare i confini della Nato e che le sanzioni inducano Vladolf a più miti consigli. Che Dio ce la mandi buona!!