Arrivi e presenze mese per mese e cumulate da inizio anno fino al mese di settembre 2020 (ultimi dati disponibili). Rispetto alla situazione agostana vi è un lieve miglioramento per tutte le categorie considerate. Il Veneto – dati cumulati da inizio anno – registra un -58% di arrivi e un -53% di presenze. Per quanto riguarda i dati da inizio anno per Belluno e le Dolomiti: presenze: Auronzo -25,%, Cortina -26%, STL Dolomiti -21%, Provincia di Belluno -22%; arrivi: Auronzo -28,8%, Cortina -38,9%, STL Dolomiti -28,9%, Provincia di Belluno -30,9%.
Zazzaballa, una ne fa cento ne pensa. Zazzaballa, uno sforzo della natura. Siamo entrati nell’area plus, quella del bonus. Dice il nostro, dopo aver espulso la novella ordinanza:
“L’ordinanza definisce un passaggio del Veneto ad una fascia gialla ’plus’”, ha commentato il presidente del Veneto sintetizzando la filosofia delle nuove misure che entreranno in vigore domani e saranno valide fino al 3 dicembre 2020.
Se prendevi un cazzo di cane qualsiasi e gli dicevi di scrivere quell’ordinanza, be’, l’avrebbe fatta meglio (pur facendola alla… cazzo di cane). Dubbi interpretativi più ampi delle pampas argentine, coreografie in punto di diritto da far impallidire un commediante come Totò, più che un’ordinanza… una tarantella. Agevolo:
a.2. È consentito svolgere attività sportiva, attività motoria e passeggiate all’aperto, presso parchi pubblici, aree verdi, rurali e periferiche, ove accessibili, purché comunque nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività e in ogni caso al di fuori delle strade, piazze del centro storico della città, delle località turistiche (mare, montagna, laghi) e delle altre aree solitamente affollate, tranne che per i residenti in tali aree;
Per esempio, quella virgola dopo “al di fuori delle strade,”, esclude le attività consentite da tutte le strade della Nasion Veneta o è da intendersi legata alla frase successiva, cosicché da intendersi “fuori dalle strade e piazze del centro storico”, limitando quindi la sfera d’influenza al “centro storico”? Vallo a capire.
Ma soprattutto, cazzo vuol dire località turistiche? Cazzo vuol dire l’espressione “(mare, montagna, laghi)”? Cioè tutte le località del mare, del cielo e della terra? E poi, le colline del prosecco… chi se le incula? Una dimenticanza o un varco interpretativo lasciato lì apposta dall’azzeccagarbugli? Se sto sotto i 600 m sono in collina? E la montagna, è davvero tale se salgo sopra i 600 m o c’è bisogno di qualche altro parametro per darne efficace contezza. Mahhhh, saperlo.
E, di grazia, Lozzo di Cadore è da considerarsi “località turistica“? Potenzialmente, qualsiasi buco del culo nel creato può essere una località turistica, evidente no? Le 3632 presenze a fine agosto 2020 (con ben 152 presenze nel periodo degli arresti domiciliari, ops, lockdown, ossia marzo-aprile-maggio) rappresentano titolo sufficiente per permetterci di cingere la corona di località turistica?
Insomma, se uno di Camposampiero vuol venire a farsi una sgambata su uno dei sentieri del territorio di Lozzo di Cadore… non può farlo perché Lozzo è montagna, non può farlo perché Lozzo è località turistica, oppure può farlo perché Lozzo è sì montagna ma non località turistica?
E se io volessi andare a fare quattro salti in Val Scarabozza (Val di Tovo, Campoluzzo), un gioiello di valle e d’ambiente, comune di Laghi (Vicenza), comune che neanche trovo elencato tra quelli che costituiscono il movimento turistico veneto, potessi o non-potessi? Mahhhh!
Arrivi e presenze mese per mese e cumulate da inizio anno fino al mese di agosto 2020 (ultimi dati disponibili). Il Veneto – dati cumulati da inizio anno – piange un -61% di arrivi e un -56% di presenze (sarebbe stato preferibile un asteroide…). E’ andata meglio alla “montagna” che sugli arrivi registra un calo medio intorno al 30% (40% per Cortina), che migliora ancora sulle presenze (sempre dati cumulati da inizio anno): Auronzo -27%, Cortina -26%, STL Dolomiti -21%, Provincia di Belluno -22%.
Dai dati totali riportati non si riesce a dedurre il vero “eroe” che ha permesso un così… dolce tracollo: lo straniero. Nel mese di agosto, per quanto riguarda il STL Dolomiti (settore turistico locale), le presenze straniere sono aumentate del 6,5% mentre quelle italiane sono diminuite del 55%, portando il risultato da inizio anno a -5,9% per le presenze straniere e a -43,5% per quelle italiane. Per capire l’effetto paracadute dovuto allo straniero va ricordato che le presenze di quest’ultimo pesano, nel STL Dolomiti, per il 60% sul totale. Allo straniero è ovviamente precluso il mordi-e-fuggi che invece ha caratterizzato il godimento delle ferie di montagna di buona parte dei veneti.
Anche il Veneto ha beneficiato della spinta dello straniero che nel mese di agosto ha comportato un +8,6% di presenze alle quali si oppone un -47% di quelle italiane: tutto ciò ha portato il risultato da inizio anno a -23% per le presenze straniere e -71% per quelle italiane (in Veneto le presenze straniere pesano per il 32% sul totale).
Arrivi e presenze mese per mese e cumulate da inizio anno fino al mese di giugno 2020 (ultimi dati disponibili). Sull’onda di una stagione invernale particolarmente felice, che ha comportato un euforico inizio d’anno con gennaio e febbraio in crescita stellare, e della segregazione covidiana che ha interessato aprile, il mese che dopo novembre ha da sempre in montagna meno arrivi/presenze, e maggio, mese d’apertura piuttosto snello in termini di movimento turistico, in provincia di Belluno l’ecatombe turistica si è fermata intorno al 30% (dati relativi alle presenze): Auronzo di Cadore -33,3%, Cortina d’Ampezzo -29,5%, STL Dolomiti -25,2%, Provincia di Belluno -27,6%. Diverso il caso del Veneto al quale è mancata tutta la componente delle città d’arte che ha comportato il tonfo a -72,6%. Attendiamo fiduciosi i dati di luglio (la banca dati dell’Alto Adige… muta, per ora).
In questo scorcio di stagione il primo premio del concorso “Ricamificio turistico 2020” va a tale SiViaggia che si definisce “il portale verticale di Italiaonline dedicato agli amanti dei viaggi”. Il ricamo è relativo alle Tre Cime di Lavaredo, in particolare al perché siano così magnetiche per i turisti.
L’articoletto è nell’insieme un vaporoso cazzeggio, a vanvera, che raggiunge l’apice del “come viene viene” lì dove si tratta della modalità più consona per raggiungere la magnetica mèta. No, niente futuristico teletrasporto ma una più terrestre funivia. Ebbene sì, la funivia delle Tre Cime di Lavaredo, venghino siore e siori.
Dopo aver descritto con dovizia di particolari “i tre massicci” (massicci?? se le Tre Cime, che misurano alla base 1,5 km, sono 3 massicci, il vicino Gruppo del Sorapiss che cos’è: una cordigliera?):
I tre massicci, la Grande, quella centrale alta 2.999 metri, la Cima Ovest di 2.973 metri e la Piccola, di 2.857 metri,
ecco il coup de théâtre (enfasi nostra):
oggi sono facilmente raggiungibili da chiunque grazie alla funivia che porta ogni giorno alla base delle cime i turisti…
Ma il cazzeggio non è finito con l’arrivo della funivia, altre mirabilie ci aspettano. Se la rutilante funivia ha il pregio di giungere… “alla base delle cime”, i rifugi, caro turista, sono lassù…
Tre sono i rifugi in cima alle Tre Cime:
dove volano i polli le aquile. Tutti e tre, in cima alle Tre Cime (che sfiga galattica!).
(a parte queste due perle, che da sole valgono il primo premio del citato concorso, ma bastava anche la sola funivia, vi sono altre parti del cazzeggio che cazzeggiano… prossimamente su questi pixel)
In attesa di elaborare i dati cumulati per presenze e arrivi mese per mese, suddivisi in italiani e stranieri, per le diverse categorie, ecco un breve riassunto relativo alle presenze registrate nella stagione 2019 rispetto all’anno precedente. Auronzo di Cadore perde mezzo punto percentuale mentre Cortina d’Ampezzo, che già aveva perso il 10,3% nel 2018, vede svanire un altro 6,9% nel 2019. L’STL Dolomiti non s’è mosso, mentre la provincia di Belluno registra un +1,12% (nel 2018 vi fu un -0,1% ma nel 2017 un -4,2%), superato dal Comprensorio Montagna Veneta con un +1,77%: a chiudere la Regione del Veneto con un +2,9%. Alto Adige +1,07% e Alta Pusteria +0,02%.
(nota di colore per i sodolomitici: le Dolomiti-Unesco sono inchiodate in attesa del principe azzurro; in compenso, la provincia di Treviso, che dolomitica non è ma cresce dal 2009, fa anche nel 2019 un bel salto: +3,9%)