più del geranio potrà Airbnb… (bis)
Come già abbiamo detto in più del geranio potrà Airbnb…, il fenomeno delle “abitazini condivise” sta dilagando dalle grandi città verso i borghi (anche quelli del cacchio). E se queste modalità stanno sui coglioni a Federalberghi, vuol dire che l’onda si sta ingigantendo (e loro hanno paura di esserne, almeno in parte, travolti).
L’evoluzione del fenomeno va a toccare anche lande di per sé già particolarmente vocate al turismo (e perché no?) come il Trentino. Anche il Cadore si adeguerà diffusamente; poi bisognerà vedere quale qualità avrà l’offerta media rispetto ai territori competitor…
In fondo si tratta di tornare a fare, con un pizzico di modernità, quello che facevano anni e anni fa i “nostri vecchi”. Mia madre, per dire, l’estate la passava a dormire nel fieno del tabià vicino alla casa, per lasciare le stanze libere per l’affitto le cui entrate “comodea, e come se le comodea“.
TRENTO. Siamo tutti albergatori, pronti a ospitare un turista in casa, nella stanza accanto, oppure al piano di sopra. Come Emanuele, che vive con la madre in una via del centro di Trento, nei pressi di via Giusti e – grazie anche alla parola “Muse”, che nelle ricerche su internet fa miracoli – è tra i più recensiti affittacamere presenti su Airbnb, il fenomeno in crescita della “casa condivisa”, ultima frontiera della sharing economy. Per dormire a casa di Emanuele bastano 30 euro a notte. Chi vuole spendere un po’ di più può andare da Gianni (in pieno centro storico, vi viene a prendere pure in stazione, i suoi ospiti lo adorano) o in collina da Elena, a Martignano, che sarà felice di affittarvi la mansarda della sua casa a schiera. Tante recensioni anche per i due nonni della valle di Rabbi che su Airbnb propongono il loro Bed&Breakfast. E c’è pure un ex dirigente provinciale – in pensione da pochi mesi – che si è lanciato nel settore dopo aver ristrutturato un maso di famiglia in valle dei Mocheni. […] (leggi tutto)