Nel variegato mondo di internet entra in campo un nuovo sito, www.lozzodicadore.eu. In questo buio periodo in cui tutti ci ripetiamo che bisogna curare con attenzione tutto ciò che può sviluppare l’attività turistica, in cui le istituzioni, in primis le Amministrazioni comunali, dovrebbero costituirsi in un “Patto per il Cadore” che veda coinvolte a 360 gradi tutte le problematiche che affliggono la nostra terra, con una particolare attenzione a quelle legate alla crescita dell’offerta turistica, si è dunque accesa una piccola luce.
Nel panorama dell’informazione turistica offerta dal Cadore, all’eufemistico zoppicare di un sito come quello del comune di Calalzo (www.comune.calalzo.bl.it/), alla morte per chiusura di quello di Pieve (www.pievedicadore.org/), si aggiungeva il coma farmaceutico di quello di Lozzo (www.lozzodicadore.org).
Tutti questi siti, che avrebbero il compito di illuminare e promuovere ciò che c’è di buono nell’offerta turistica creata nei nostri paesi, sembra abbiano adbicato in favore di quegli asettici posti nella galassia internettiana che sono i siti comunali istituzionali, si veda fra tutti quello di Pieve (www.comune.pievedicadore.bl.it/), siti che non ho esitato a definire orrendi per chi, turista in cerca di meta, si affaccia al nostro Cadore (è come chiedere informazioni turistiche in un ambulatorio medico: non è detto che tu non le ottenga, ma la cosa suscita una certa apprensione).
Nel caso di Lozzo, riprendo dalla pagina di presentazione del sito (che ovviamente cambierò tra qualche giorno): “Visto che l’amministrazione comunale si è finora dimostrata incapace di affrontare e risolvere questo problema (del rinnovamento del sito ndr), ammesso che se ne renda conto (ho forti dubbi al riguardo), ho finalmente deciso di sostituirmi ad essa sviluppando un sito ex-novo, www.lozzodicadore.eu, con il quale veicolare anche l’informazione turistica. Talvolta tocca ai cittadini fare quello che sindaci e amministratori non sanno o non vogliono fare. Si chiama principio di sussidiarietà. Va messo in atto tutte le volte che se ne sente il bisogno. Questa non è la prima e non sarà l’ultima Se il letargo dell’attuale amministrazione comunale dovesse nel frattempo finire, tanto meglio.
Il sito è stato aperto all’indicizzazione dei motori di ricerca anche se il materiale non rappresenta che il 10% di quello che, potenzialmente, sono in grado di inserire (sia in termini di offerta turistica che di offerta culturale). Alcune sezioni, come il “Parco della Memoria”, sono appena accennate, altre, come la “Roggia dei Mulini” o il “Parco Sentieristico”, sono completate al 50%. Il sito, attualmente composto da 236 pagine, è finalmente “partito”, ora bisogna solo alimentarlo, con costanza. E’ quello che mi riprometto di fare, compatibilmente con altri impegni che mi sono assunto. Con il contributo di chi vorrà dedicare un po’ del proprio tempo per arricchirlo.
L’idea da cui sono partito prevedeva la creazione di uno “scrigno” (centro di documentazione) dove riporre tutto ciò che aveva attinenza con la cultura ladina e la storia di Lozzo di Cadore. Non mi interessava l’aspetto turistico che, davo per scontato allora come ora, dovrebbe essere gestito, in queste nostre piccole realtà di montagna, con l’auspicabile supporto dell’Amministrazione comunale.
Ho poi preso atto dell’immobilità dell’attuale amministrazione relativamente alla politica di sviluppo turistico ed ho agito di conseguenza. Ho già evidenziato come, in www.lozzodicadore.eu, non mi sarà possibile dare spazio alla augurabile “sequela” di manifestazioni che l’assessorato al turismo, Pro Loco o altre associazioni vorranno organizzare. Nessun Turista sceglie una località di soggiorno per questo, e chi fosse già qui a Lozzo avrebbe ovviamente altri modi per tenersi informato. Dovessi trovare il tempo, farei volentieri anche questo.