Una serie di circostanze ha fatto in modo che qualche giorno fa io facessi fare da una tipografia, ed inoltrassi all’amministrazione comunale, un preventivo di spesa per la stampa di alcuni pieghevoli relativi a Lozzo di Cadore. Ecco il dettaglio:
(stampa a colori da file già predisposto)
totali euro 759 + iva (60€ di iva di cui 20% su Roggia e 4% su Tita Poa ed Anelli)= 819,00 €
Facciamo un calcoletto: una copia del pieghevole degli Anelli (formato A3) verrebbe a costare 0,273 centesimi. Una copia degli altri due pieghevoli A4 verrebbe invece a costare 0,136 centesimi.
Parlando con la Pro loco mi è stato detto che quest’anno, da accordi presi con l’amministrazione comunale, la promozione veicolata con i pieghevoli sarà realizzata, come lo scorso anno del resto, tramite fotocopia presso gli uffici della stessa (con successiva piegatura a mano del prodotto così ottenuto: mi chiedo come verrà, in termini qualitativi, la piegatura di quello degli Anelli …).
Un mio amico buontempone (che mi legge di sicuro) mi ha detto di aver fatto in questi giorni una “brutta figura” allorquando, trovatosi nel Botanico Palazzo, prendendo in mano una fotocopia dei pieghevoli di cui stiamo discutendo, ha proferito con innocente spontaneità, riferendosi alla qualità della fotocopiatura, “chi elo che a fato sta cagada”.
Io non ho visto le fotocopie ma non dubito che il mio amico buontempone avesse ragione. Lui stesso ha immediatamente indicato una prima soluzione: si può ottenere una miglior qualità se, invece che fare fotocopie di fotocopie, si fa direttamente la stampa da file. Provare per credere.
Ma c’è un’altra considerazione di fondo. Una fotocopia decente, con una presenza preponderante di aree a colori (le foto inserite nei pieghevoli) comporta spese ben superiori sia ai 0,13 cent previsti per gli A4 che ai 0,273 previsti per gli A3.
Ho telefonato quindi ad un service che conosco. Mi hanno detto semplicemente che i costi (industriali) calcolati per un A4 a colori pieno vanno dai 0,45 ai 0,60 € a seconda dei sistemi di fotocopiatura ed includono toner, fusore, developer ecc ecc, esclusa la carta. Il pieghevole degli Anelli è un A3: una parte del foglio (cioè 2 A4) è completamente a colori, nell’altra vi è una parte occupata dalle foto e una parte dal testo che, assieme, fanno un altro A4 pieno. Ogni fotocopia di questo A3 comporta pertanto la fotocopiatura dell’equivalente di tre A4 pieni. Siccome un A4 pieno costa perlomeno 0,45 €, quando fotocopiamo un pieghevole degli Anelli ci dobbiamo sobbarcare un costo di 3 x 0,45 = 1,35 € (nelle condizioni di costo più gravose, 0.60 €/A4, si raggiungono 1,8 € di costo per copia).
Quelli che vendono fotocopiatrici o stampanti laser di solito forniscono un costo standard di 0,15 € a copia. Ma vicino c’è un asterisco, seguendo il quale si trova scritto: costo riferito ad una copertura in toner del 5% della copia; che vuol dire semplicemente che quel costo è riferito alla sola superficie occupata dal testo! E le foto?
Beh, certo che con la fotocopiatura si ha il vantaggio che si possono produrre 10 o 60 o 120 copie. Non occorre, insomma, farne 1500. Ma se non fai 1500 fotocopie non fai neanche promozione/pubblicità presso gli uffici turistici comprensoriali.
Se però vuoi fare veramente promozione, fotocopiando quindi 1500 pezzi, allora devi sapere che ti accolli una spesa pari a 1,35 € x 1500 = 2025 € (2700 € nel caso più gravoso). Se fai la stessa cosa in tipografia il costo è invece di 0,273 x 1500 = 409 €. E il prodotto, nel primo caso è una “cagada”, nel secondo è un normale pieghevole.
Può essere che il nostro comune abbia macchine e contratti di assistenza super convenienti, tali da abbattere i costi effettivamente a 0,15 € per fotocopia anche se si stampano pagine full-color. Vediamo in questo caso a quali costi andiamo incontro. Il pieghevole degli Anelli, composto da 4 facciate A4, costerebbe 0,15 € x 4 = 0,60 €. 1500 copie verrebbero quindi a costare 900 €, sempre 491 € in più della stampa in tipografia, con la qualità richiamata dal mio amico buontempone.
Credo con ciò di aver dimostrato, se mai ce ne fosse stato il bisogno, che con simile caratura di amministratori è ben difficile alzarsi in volo sulle questioni dello sviluppo turistico. Se poi dovesse succedere (di alzarsi in volo), il primo granello di polvere si paleserebbe come insuperabile. Dispiace rilevare che il grigiore che alberga in quasi tutte le menti abituate ad aspettare il 27 o 28 del mese (tanto più se sono in pensione), si stia diffondendo ad offuscare anche le menti di chi statale (per sua sfortuna) non è.
Sindaco, là fuori c’è un altro mondo: 29 … 30 … 31 … 32 … …
p.s. (1) giova ricordare che i costi per la realizzazione dei pieghevoli non sono tenuti in conto, essendo questi ultimi frutto del mio impegno volontaristico; non so se i contenuti che ho espresso siano all’altezza dei professionisti dell’immagine (magari quelli che dovrebbero occupare le stanze di palazzo Mubarak – Olcoloz – Pellegrini, vedi ultima parte di questo articolo) ma è certo che il loro sviluppo non ha gravato sul bilancio di nessun ente;
p.s. (2) Attilio, sei tu l’esperto di Spettacolo; la prossima vecia che te brusarà, falla con la barba … al processo poi falle dire “non abbiamo soldi” …. e poi racconta ai lozzesi la storia delle fotocopie (digitali) … magari Tiziano può fare Gutenberg che esprime qualche perplessità … e dopo magare vien fora siora Malia che fa due conti e strepita “ma vardé che spendé n grumo de pì co le fotocopie che con Gutenberg” … e dó a ride come mate, contenti come una Pasqua (lina);
p.s. (3) ades che i l à fata fora de bocal, voi propio vede con qual coragio che i spendarà da nuou 3.410 euri pal concerto de l istade, par dopo vegnì a dì … “non ci sono soldi”.