Zazzaballa e lo spritz
Noi ce lo ricordiamo così, Zazzaballa (*), sdraiato alle porte degli ospedali in attesa dell’arrivo degli untori dello spritz (poco più di un mese dopo il nostro si trastullerà in quel di Puglia, smascherato, con un altro tananài… tale Emiliano). Della deriva legaiola del nostro, passando attraverso la fase trans-harmony (non ancora risolta del tutto: quella, per capirci, delle tartarughine che corrono felici verso il mare, miracolo del creato e così spero sia di voi…) abbiamo già detto, ma diremo ancor più appena possibile.
Orgoglione del fatto che, in Veneto, gli alberi perdano le foglie in autunno; orgoglione che, in Veneto, i torrenti corrano verso il mare; orgoglione che, in Veneto, la neve cada bianca bianca che più bianca non si può, il nostro si appresta a caricarsi il fardello (il terzo: ma non dovevano fermarsi a due, i lagaioli? Vedi Zazzaballa qui: “I grillini? Sono miei discepoli) di riportare il PIL del Veneto ai valori del 2008 (chè, penso lo sappiate, da allora “siamo sotto”: ma si sa, a quel tempo al governo c’era lo Spirito Cufoleto).
Come che sia, aspettiamo che il nostro sguaini la spada e al grido “volete burro o cannoni” ci indichi la strada da seguire per raggiungere la terra promessa (in tutta… autonomia, naturalmente). Tra tanti dubbi e perplessità una granitica certezza: di Zazzaballa ce n’è uno, diffidate delle imitazioni.
(*) liberamente ispirato al personaggio Cazzaballa (vedi anche @Apololega) )