Provinciazza, il circo Barnum dell’autonomia provincialoide /1 (o del sindarendum)
La chiamo Provinciazza da quando l’ente è nei piedi dei sindaci (fosse nelle loro mani non andrebbe molto meglio). Lo Stato governato dal PD voleva distruggere le province, ed ha fatto la cosa giusta: le hanno fatte sgovernare dai sindaci. Testa da sindaco, e hai detto tutto. Basta guardare al bimbominkione, altrimenti conosciuto come il coglione di Rignano. Testa da sindaco, intendiamoci, perché non hanno visuale, fanno fatica ad andare oltre il tombino, l’asfaltatura della strada, l’inaugurazione della passerella. E’ connaturato nel ruolo di sindaco, a qualsiasi latitudine, con le solite eccezioni.
La Provinciazza, dunque, ha vomitato un’altra scemenza doc.
Il referendum sulla, dicono, autonomia (qualunque puttanata voglia significare).
Lasciamo stare le ragioni di merito (sulle quali torneremo), ché, fra le 50 sfumature di Autonomia prospettabili, la Provinciazza ha messo il dito sulla 51a: l’autonomia che non c’è.
Un referendum congegnato per generare confusione nella gente e, soprattutto, a loro stessi. Guardando al solo metodo (ad un solo aspetto del metodo), i sindakos, unica entità sulla faccia della Terra in grado di giungere a tanto, hanno partorito un sindarendum, un referendum… per soli sindaci (e oboe: l’oboe è quello intelligente). Qualcuno se n’è accorto e mo’ dovemo cambia’ lo statuto.
Riflettendo su questa poltiglia, m’è giunta in mente la figura di Frank Underwood: e ho pensato che si potrebbe lanciare una nuova e intrigante serie televisiva: House of Coglions.
(se non facciamo saltare la legge Delrio, non ne veniamo fuori!)