La commentatrice fuori campo dice che “Il consiglio comunale di Pieve di Cadore riaffermerà l’appartenenza alla Magnifica Comunità e la necessità dell’unità del Cadore … non sono questioni di poco conto”.
La sindaca di Pieve sottolinea inoltre che:
Alla fine dell’ordine del giorno noi riteniamo irrinunciabile il mantenimento della storica e consolidata unità del Cadore evitando nel modo assoluto iniziative finalizzate alle divisioni, ma sempre nel pieno rispetto dell’assoluta sovranità popolare e questo non lo dice Antonia Ciotti ma lo dice la Costituzione […]
Il servizio continua poi ricordando che Pieve sarà chiamata con un referendum a decidere se passare o meno alla provincia di Udine e, conseguentemente, dalla Regione Veneto alla Regione Friuli Venezia Giulia.
Intanto, è grandioso sapere che il comune di Pieve non calpesterà la “sacra” Costituzione; tiriamo un sospiro di sollievo pensando che la magistratura, almeno in questo caso, non sarà costretta ad intervenire. Comunque, il marziano che è appena atterrato qui in Cadore è rimasto a dir poco disorientato e mi chiede spiegazioni. Io spiego: alcol, elevate dosi di alcol, o altri e più pesanti allucinogeni.
Il marziano sostiene che ha sentito che Auronzo, se dovesse fare il referendum, orienterebbe il proprio passaggio verso Bolzano e non verso Udine (la cosa appare alquanto probabile, anche se un comitato referendario auronzano non si è ancora ufficialmente costituito). Così pure San Vito (tanto per dire) che, in quanto comune di seconda fascia, si potrebbe “legare” ad Auronzo (ma anche per Lozzo potrebbe valere la medesima sorte). E poi chiede disorientato: «Ma Pieve, non è ad un “tiro di schioppo” da Auronzo?»
Provo a spiegargli come stanno le cose. Sì, fra Pieve ed Auronzo corrono pochissimi chilometri e quindi è lecito pensare che i due comuni sappiano, l’uno dell’altro, la situazione in cui versano. E’ perlomeno altamente probabile.
Ma il marziano, sempre più disorientato, mi sottolinea però con decisione le seguenti affermazioni:
- riteniamo irrinunciabile il mantenimento della storica e consolidata unità del Cadore
- evitando in modo assoluto iniziative finalizzate alle divisioni
- ma sempre nel rispetto della sovranità popolare
Il marziano ha ragione, c’è qualcosa che non va. Perché, sindaca, se intendi rispettare la sovranità popolare, come fai a produrre un ordine del giorno in cui sostieni l’irrinunciabilità del mantenimento della storica unità del Cadore e vuoi evitare in modo assoluto iniziative finalizzate alle divisioni?
Già questa è una contraddizione in termini: se è la sovranità popolare quella che devi rispettare (ricordate? non lo dice la Ciotti, lo dice la Costituzione), come cavolo fai a ritenere irrinunciabile qualcosa per la quale il popolo non si è ancora espresso? come cavolo fai ad evitare, peraltro in modo assoluto, iniziative finalizzate alle divisioni se non sai quale potrà essere la volontà popolare in questo senso?
E, conseguentemente, che senso ha affermare l’unità del Cadore su un ordine del giorno del consiglio comunale quando tu Pieve stai per fare un referendum per traslocare in Friuli ed Auronzo, ad un tiro di schioppo, con ogni probabilità lo farà per traslocare in provincia di Bolzano? Caro marziano, l’ho detto e lo ripeto: alcol, elevate dosi di alcol, o altri e più pesanti allucinogeni.