i trombati eccellenti nel Veneto
Per i dettagli vedi fotogallery sul Corriere del Veneto:
Per i dettagli vedi fotogallery sul Corriere del Veneto:
Dopo aver parlato dello slancio di generosità del primo cittadino cortinese – che ha dovuto garantire di tasca propria un finanziamento al Comitato per i mondiali 2019 – il Corriere delle Alpi chiude l’articolo con una frecciatina avvelenata:
Le banche non si fidano, Cortina lo scopre in questi giorni, ma migliaia di imprenditori bellunesi lo hanno già scoperto sulla loro pelle da tempo.
Saltando a pié pari tutta la vasta tematica del credit crunch a cui i lettori di questo blog credo siano in buona parte avvezzi, che dire?
E te credo che non si fidano: basta fare riferimento a quell’aborto abominevole del Bim-Gsp targato PDL e non perdi solo la fiducia, ti viene proprio – come istituto di credito – da fartela addosso dalla paura.
Di solito nel bellunese abbiamo a che fare con le aquile – se non con gli aquiloni -, intese come “chi c’arriva prima degli altri”. Nel caso di Piccoli (tribù del PDL) ci dobbiamo accontentare della versione “aquilotto”. Ci mette tanta buona volontà, devo presumere, però l’aquilotto – in tema di turismo – non c’arriva proprio (leggere per credere). Una “minore” di qua, un “maggiore” di là, un “rilancio” di sotto e un “potenziamento” di sopra. Classico, quando non hai un cazzo da dire.
Piccoli prova a “volare” (correre) per il Senato. Buttati, che è morbido.
(Foto: fotografieitalia.it)
A valere per Lozzo di Cadore (se quello screanzato di Vendre trova la voglia, un giorno si potrà proporre la “classifica dell’IMU” come già fatto in passato qui e quo; per chi ha fretta i dati italici si possono trovare qua):
Premetto che l’articolo scarurisce da un banale “incrocio di dati” raccolti casualmente in rete. Va precisato anche, come ampiamente dimostrato in orgoglio leghista: non a Bergamo, ma in Cadore, che in virtù della cosiddetta “legge dei grandi numeri”, considerando la popolazione dei votanti, nel Cadore in generale ed a Lozzo in particolare, ogni due votanti uno ha sicuramente votato Lega alle ultime elezioni regionali (la percentuale di voto leghista a Lozzo di Cadore fu infatti del 45,1%).
Che è come dire che, dato sindaco e vicesindaco, uno dei due è leghista (prego astenersi da facili battute). Allo stesso modo, dato il consiglio comunale, 6 di loro devono per forza essere leghisti. Se vi fate la passeggiata di Costa ed incontrate 20 persone, 10 amano Alberto da Giussano. Se all’ultima messa c’erano 50 fedeli, 25 fra loro sono pii leghisti. Precisiamo: “sono” o, più prudentemente, lo “sono stati”.
Ma veniamo all’incrocio di dati sulla rete.
Su Bellunopress trovo il lamento di un leghista che, fra tante altre cose, scrive:
[…] Di chi è la colpa se il giorno prima in Cadore vi erano 6 persone compresi i candidati ed il segretario alla riunione per le elezioni politiche? 6 persone?
Affermazione che poi ribadisce qualche riga più sotto tirando in ballo segretario provinciale e vicesegretario federale:
Il giorno prima in Cadore c’erano 6 persone presenti alla riunione, lo conferma il Segretario Provinciale, il Vicesegretario Federale Caner costretto a disertare la riunione per evitare figuracce e di mischiarsi con questa situazione, e queste sarebbero “polemiche assurde, inesistenti”?
Ora, per quel che ho potuto vedere, di riunioni ce n’erano due, una a Lozzo ed una a Santo Stefano. Dall’accorata lettera del lamentantesi leghista non si comprende a quale delle due riunioni in Cadore faccia riferimento. Tenendo presente che S. Stefano è certamente Cadore ma è connotato più facilmente come Comelico, viene da pensare che quella riunione, quella delle sei persone sei, sia stata quella di Lozzo.
Ma se è quella di Lozzo, e questa è la foto che immortala un attimo della medesima, dato per scontato – in questo periglioso ed ardito inferire – che il quinto leghista sia il fotografo postatore della medesima, sono roso da un dubbio che atroce non è ma che tuttavia mi perseguita: chi potrà mai essere il sesto leghista?
C’è un bell’articolo di Marco Alfieri su Linkiesta che descrive la trasformazione dei sindaci da capitani delle autonomie locali ad aspiranti peones. Sono infatti più di 1400 gli amministratori – fra questi 250 sono sindaci – che correranno alle prossime elezioni politiche per una carega in parlamento.
Anche noi abbiamo (perlomeno) due aspiranti peones: il piddino De Menech sindaco di Ponte ed il pidiellino Piccoli sindaco di Sedico. Non so se giungeranno a diventare peones, so di sicuro che fanno già parte dei sindakos, cioè di quella foltissima schiera di sindaci bellunesi che hanno legato il proprio nome alla squallida vicenda Bim-Gsp.
Adesso lo sapete anche voi. Se vivete anni ed anni ed anni ad un palmo di naso da obbrobri come il Bim-Gsp, se votate più o meno supinamente i bilanci che anno dopo anno porteranno l’ente al disastro finanziario, se facendo questo porterete semplicemente alla pubblica e nazionale vergogna l’esistenza del già citato Bim-Gsp, be’, non preoccupatevi, potete sempre cercare di diventare peones della bananiera repubblica italica.
(Foto: lospiffero.com)