Si sa che gli elvetici non hanno fatto grandi scoperte che si ricordino, a parte l’orologio a cucù e le caramelle Ricola alle 12 erbe (tuttavia, va detto, hanno il più alto numero al mondo di premi Nobel procapite). Che siano un po’ rigidi lo dimostra anche il fatto che a Herisau – notizia fresca fresca – ci sono voluti 20 anni per attuare un progetto di riduzione della velocità auto (ma solo in alcune zone urbane, le altre – evidentemente – sono rimaste a 20 anni fa). Però cazzo, “ora la gente collabora”.
Pensa un po’ te, se ti metti a fare una cosa così a Belluno.
Che grandi teste di cazzo devono essere questi giovani europei delle città alpine. Pensate un po’, ‘sti esseri, cosa vanno a chiedere ai politici:
più attenzione ai loro spazi;
più mobilità sostenibile;
più raccolta differenziata.
Te li vedi, no, i giovani europei delle città alpine, senza lavoro, senza prospettive, senza futuro, chiedere – oltre a più figa per tutti – più mobilità sostenibile e più raccolta differenziata. Come no. Io me li vedo, mi passano proprio davanti agli occhi. Ci sono anche quelli che chiedono più decrescita felice, l’orgasmo garantito, la fine del signoraggio bancario, il tappamento di tutti i vulcani attivi, la messa al bando della cintura di fuoco e una commissione d’inchiesta sulle scie chimiche.
Lavoro NO!
E per fortuna che ci sono in giro anche fior fior di sindaci pronti a cogliere queste sottigliezze.
Da noi i cani creano problemi molto seri al punto di aver bisogno che il borgomastro locale srotoli e declami un editto detto della caccia alla cacca del cane (del quale ho dato conto in tre versioni distinte: dotta, villica e dubitativa). Ma basta passare il confine che i cani diventano subito, da problemi, risorse. E che risorse.
Certo il cane in questione è Rex, il commissario Rex, ed oltre confine c’è chi, col tempo, ha affinato quella capacità non comune di trasformare in oro tutto ciò che tocca. Certo, in Alto Adige il naturale talento viene agevolato da corsi specifici pagati profumatamente dalla Provincia autonoma ma, come si vede, sono soldi ben spesi.
Va detto, va chiarito, perché “è quest’acqua qua eh“, non si scappa. Gli altoatesini sono davvero come il re Mida e quello che toccano si trasforma spesso in oro. Detto incidentalmente, noi bellunesi abbiamo tanti re Me..a, quelli che quando toccano qualcosa la rendono ehm, ci siamo capiti. Chiiii? Ma basta pensare al Bim-Gsp, ragassi, siam mica qui a scaccolare l’elefante!
Ma stiamo a quanto ci fa sapere l’assessore Widmann:
[…] Eccezionalmente alta è anche la ricaduta dell’avventura di Rex in Alto Adige: il fondo provinciale di promozione dei film sostiene la produzione con 200mila euro e il ritorno è di 400mila euro: “Di norma una produzione di film o fiction è tenuta a spendere in loco una somma pari al 150% del contributo ottenuto, in questo caso specifico la quota è addirittura più alta del 50%”, conferma l’assessore. Spese che si concretizzano ad esempio in vitto e alloggio per la troupe, l’utilizzo di artigiani e maestranze locali, di personale tecnico e artistico reclutato in Alto Adige. Nel progetto del commissario Rex figurano una trentina di altoatesini, dal location manager ai tecnici di assistenza video, hairstyle, designer dei costumi, ad attori e comparse.
Questi altoatesini non sono semplicemente bravi, di più, sono dei geni (con il tocco di re Mida). Pensate: quelli della produzione di Rex (romano-alemanni) si devono essere inginocchiati davanti a Widmann che ha sì sganciato 200mila euri (altoatesini, valgono di più di quelli taliani), ma concedendo l’uso del sacro territorio sud tirolese ha anche preteso che la coproduzione alemanno-romana garantisse una ricaduta pari almeno a 400mila euri (sempre altoatesini). Ditemi voi se non è una genialata.
Ora, dovete sapere che sono in contatto con Krugman (Krugman chi? ma quello sfegatato economista neokeynesiano che pontifica dalle colonne del NYT) al quale ho indirizzato un quesito, essendo io non dotato a risolverlo. Tipo: caro Robin (di secondo nome fa Robin e noi intimi lo chiamiamo così), ho il sospetto che 200mila euri di tasse abbiano un valore differente da 400mila euri di ricadute, potresti illuminarmi! Grazie. (p.s. se puoi, ti incarichi tu di spedire la risposta in copia a Widmann, avrebbe tutto un altro valore se fatto da te).
Chiudo ammettendo che queste da me sollevate sono futili precisazioni. Di base resta lo sconcerto di pensare che Capocelli, il commissario che guida ora la Provincia di Belluno, come sapete fortissimamente voluto dal PDL (che per questo si è palesato come escremento partitico), non potrebbe far altro che girare con la paletta per raccogliere i cataboliti di Rex.
Di fendenti e rasoiate alla “classe politico-amministrativa” delle nostre vallate, perfidi e calcolati, gliene ho visto tirare parecchi, soprattutto in relazione alle vicende Bim-Gsp, fertile terreno di coltura come nessun altro. Irene Aliprandi, di sottecchi, con leggera eleganza, ci prova ancora sul Corriere delle Alpi:
In questo clima di nervi tesi, che in assemblea si traducono a volte in battibecchi personali, ieri la discussione è durata due ore e mezza su un questione: rinnovare subito il cda a tre membri e modificare lo statuto per arrivare a un amministratore unico; oppure aspettare la modifica e nominare direttamente una sola persona. Il paradosso è che, nel cda a tre, due membri dovranno essere per legge funzionari comunali senza retribuzione specifica, quindi è escluso che ci si muova nell’ambito della spartizione di potere. Anzi, trovare due funzionari comunali da destinare a Bim Gsp è un problema vero e i piccoli comuni hanno già detto a Feltre e Belluno che dovranno essere loro a sacrificarsi, vista la maggiore disponibilità di risorse umane.
Rewind:
… senza retribuzione specifica, quindi è escluso che ci si muova nell’ambito della spartizione di potere.
Lasciato a casa l’allenatore (Roccon) per evidenti problemi di rendimento della “squadra” piena di debiti e ultima in classifica, sfiduciato il vice-allenatore (Leonardi) per mancanza di un autorevole progetto di rientro, tocca all’allenatore della “primavera”, tale Sangiovanni, prendere in mano provvisoriamente la Cosa Bim-Gsp.
La meteora è una conseguenza del regolamento per il quale, in caso di dimissioni da parte del presidente, ne prende il posto la guida dei revisori dei conti, Sangiovanni, per l’appunto. Il quale non si sottrae a questo piccolo momento di notorietà e detta questa frase riportata dal Corriere:
[…] Ma c’è una frase di Sangiovanni che chiunque potrebbe sottoscrivere: «In qualunque azienda normale, dopo un anno si fanno i conti e si adeguano i costi ai ricavi».
Frase che conferma ciò che noi avevamo solo intuito :-), ossia che Bim-Gsp non è un’azienda normale:
E che non sia un’azienda normale lo si deduce da due motivazioni correlate:
innanzitutto perché non ha adeguato, come deve fare qualunque azienda anche se pubblica, i costi ai ricavi (indipendentemente dagli equilibri finanziari), se è vero che Leonardi è riuscito a produrre risparmi per un milione di euri (eliminando quelli che sembrano essere, più che costi industriali, benefit elargiti al personale);
e poi perché, sopraffatta dai debiti, si è infine decisa ad adeguare i propri ricavi ai costi, ricorrendo all’aumento delle tariffe imposte all’utenza;
Corre l’obbligo di riprendere un altro spezzone del ragionamento di Bonan (assessore ai beni comuni di Feltre) sulla penosissima vicenda Bim-Gsp, in parte già evidenziato ieri:
[…] Bonan attacca in particolare Jacopo Massaro: «Non siamo in sintonia con la “tranquillità” del sindaco di Belluno di un prossimo rientro finanziario attraverso l’applicazione della nuova tariffa come proposta dall’Aeeg ritenendola, noi, in contrasto con l’esito del referendum. Condividiamo invece con Massaro e altre amministrazioni la necessità di attivare in tempi brevi e certi un procedimento di accertamento delle responsabilità sulla gestione di Bim GSP per fare finalmente chiarezza sull’intera vicenda e riavvicinare i cittadini al controllo e alla partecipazione nelle scelte gestionali di questo fondamentale servizio e diritto delle nostre comunità, nel pieno e compiuto rispetto delle decisioni sancite da 27 milioni di cittadini italiani ed oltre 90.000 cittadini bellunesi con il voto del giugno del 2011. Su queste visioni programmatiche e su queste azioni di transizione misureremo quindi il nostro voto alle candidature del nuovo CdA».
Difficile anche in questo caso, oltre a quanto segnalato ieri, non assecondare il lucido pensiero di Bonan. Si parla di un procedimento di accertamento delle responsabilità sulla gestione di Bim GSP. Il problema è innanzitutto – come sempre succede in questi casi – capire precisamente che cosa si intenda per “procedimento di accertamento” e, soprattutto, chi ne dovrebbe essere l’artefice.
Perché – nessuno si metta a ridere – tutti sanno che l’assemblea di Bim-Gsp è costituita dalla quasi totalità dei sindaci bellunesi (67 su 69). Tutti sanno anche che l’Aato – l’ente che avrebbe dovuto coordinare ed al tempo stesso sorvegliare le attività del Bim-Gsp – era composto dai medesimi sindaci: ed è per questo che si dice, da sempre, quando si parla di questa vergogna bellunese, che controllato e controllore coincidono, elemento questo che dà garanzie di massima trasparenza ( :-), ma vaffangà va).
Ora – ribadisco: che nessuno si metta a ridere -, davvero non vorremmo che il procedimento di accertamento di cui si parla sia, magari, affidato ai sindakos o ad una loro selezione (sul tipo della seleção brasileira, il top del top). Nel nostro piccolo, scrivendo queste quattro righe, abbiamo inteso scongiurare questa evenienza, tutt’altro che peregrina (ai posteri la non ardua sentenza).