Sono svizzeri, questo va detto. Se fossero stati taliane il discorso neanche si sarebbe potuto intavolare. Articolo illuminante sul Gazzettino del 12 ottobre:
“Avete un tesoro ma non lo sapete”. Questa la valutazione dei progettisti svizzeri, autori della famosa linea della Val Venosta che oggi stacca ben 3 milioni di biglietti l’anno, sulla Belluno-Calalzo. L’agenzia elvetica era stata infatti incaricata da Confindustria Belluno Dolomiti a realizzare uno studio di fattibilità proprio sulle potenzialità del tratto ferroviario cadorino. […]
A parte lo slalom gigante in lingua italiana (“era stata incaricata da Confindustria a realizzare…”), capite che qui si sta chiedendo all’oste se il vino è buono. Inoltre si sta parlando di uno studio di fattibilità sulle potenzialità: avete presente il pitone nel bidone sotto il limone di Didone?
Un serio studio di fattibilità, per dire, escluderebbe la possibilità di trapanare tutto il nostro pianeta per sbucare, agli antipodi, in Nuova Zelanda: meglio usare la superficie, terrestre o acquea che sia, per andare colà. Sempre per dire, io, potenzialmente, dovrei essere in grado di superare tutti gli 8000. Ad ogni buon conto occorre sempre vegliare quando si tratta di pecunia, anche sugli svizzeri (anche per loro pecunia non olet, anzi).
(va anche detto che l’articolo nasconde altre gustose sorprese)