Ecco quello che succede quando dei sindakos risoluti decidono di promuovere una class action contro Enel e Terna sulla base del climate change (già la farfalletta che correa fra l’erbetta l’aveva detto affranto).
Ma sembra che stiano starnazzando (i sindakos, sempre loro) anche riguardo a una possibile richiesta di risarcimento lacustre… ma riprenderemo l’argomento in un prossimo post.
(va anche detto che il figlio alpino del padre etilista nazionale, con quest’ultimo mi riferisco a la Repubblica – conosciuta anche come la Rebufala – nell’edizione digitale usa la parola “specificità” – che già è impegnativa – rispetto ad “autonomia”, usata nell’edizione cartacea: un ravvedimento… alpestre)
Dice Reolon:
[…] Serve un moto di ribellione da parte di tutto il Bellunese».
Dopo cotanto slancio molotoviano, pensando al giovine ma consumato piddino, mi sovvien semplicemente questo, che ne descrive le gesta audaci con acuta precisione e grata euforia:
Delle unioni dei comuni “imposte” dalla regione FVG, che nel frattempo intende disfare le attuali province, ne abbiamo accennato in la Serracchiani e le 17 miniprovince del FVG: un capolavoro esoterico. Ma, tanto per dire, non è che i sindaci di colà siano tanto tanto convinti. Qualche spunto di riflessione anche per il pollaio centrocadorino.
UDINE – Oggi in Regione è andato in scena la protesta dei sindaci contro la formazione delle nuove unioni territoriali. 50 primi cittadini hanno occupato simbolicamente il Palazzo contro la riforma Panontin “Cancella – dicono – la nostra autonomia”
Ok, nel Corriere alpino brucano vacche piddine e pidiote. Non è certamente un foglio ‘autonomista’ né tantomeno indipendentista. Ma, cazzo, dove trovano il coraggio di chiamarla Autonomia, quella cosa lì che chiamano, per l’appunto, autonomia.
E poi, sulle tempistiche. Avete mai letto su Repubblica, il papà etilista di tutti i fogli provinciali filiali, delle “settimane decisive“. Noi la prendiamo in giro riferendoci, per esempio, alla “ventiduesima settimana decisiva per…” e basta aggiungerci una stronzata qualsiasi (legge elettorale, JobsAct, liberalizzazioni…).
Dunque sarà un “ultimatum“, scrivono. De che? E’ sempre un penultimatum, credimi a me.
Dice Attilio che sta pensando di mettere in scena, con Zeloz, un processo ai buchisti dell’acqua (insomma, ai sindakos colabrodo che si sono avvicendati negli anni nella gestione di quel gigantesco letamaio che è il Bim-Gsp). Mi ero già espresso riguardo all’utilizzo di una possibile variante di quell’intenso dialogo che ha come oggetto l’Africa, la gazzella e il leone…
(In Africa, ogni mattina, quando sorge il sole una gazzella si sveglia; sa che dovrà correre più del leone o rimarrà uccisa. In Africa, ogni mattina, quando sorge il sole un leone si sveglia; sa che dovà correre più della gazzella o morirà di fame. In Africa, ogni mattina, non è importante che tu sia un leone o una gazzella, l’importante è che cominci a correre.)
In provincia di Belluno, ogni mattina, quando sorge il sole un sindakos si sveglia; sa che per quel giorno, senza muovere un dito, ha già fatto un buco di 27.000 euro. In provincia di Belluno, ogni mattina, quando sorge il sole i bellunesi si svegliano; sanno che dovranno pagare da subito l’acqua il 30% in più e poi il 5% in più ogni anno fino al 2019. In provincia di Belluno, ogni mattina, non è importante che tu sia un sindakos o un bellunese, l’importante è che cominci a pagare.