Laggio di Cadore e il naufragio del turismo social-ordoliberista
Doveva essere un’eccellenza, una brodaglia d’alto rango nel “campo del turismo sociale, accessibile per le persone con disabilità non solo italiane ma europee“. Casa di soggiorno alpino di Laggio, un “luogo di benessere per tutti“.
Diceva al tempo il Sernagiotto, assessore pistolero (grassetto nostro):
“Il progetto che riguarda la Casa Soggiorno Alpino di Laggio ha ricevuto un finanziamento regionale di 5,1 milioni di euro nell’ambito dell’articolo 8 del fondo di rotazione della legge finanziaria regionale del 2011 – ricorda l’Assessore – perché è un esempio di quanto la Giunta veneta intende fare nel campo del turismo sociale, accessibile per le persone con disabilità non solo italiane ma europee.
L’esempio “di quanto la Giunta intende fare…” è naufragato in un mare di merda.
La vicenda si trascina putrida da alcuni anni, ma c’è una novità: “la Corte dei Conti impone alla coop mestrina che doveva operare anche a Vigo e al suo amministratore di risarcire la Regione”. C’è lo zampino (o lo zampone) di una cooperativa mestrina, l’Athena, che forte del generoso finanziamento regionale (teso alla creazione dell’eccellenza…), al progetto originale voleva affiancarne un altro di grande altisonanza, nientepopodimeno che
«un progetto destinato allo studio di modelli astratti, sul piano tecnologico, per sperimentare nuove e future tipologie di intervento destinate alle categorie deboli»
progetto che però abbisognava di “leggero” allargamento dell’immobile originario, una cosetta da niente, il raddoppio dei volumi e così spero sia di voi (il turismo social-ordoliberista ha bisogno di larghi spazi per dare il meglio di sé). Naturalmente, imporre il risarcimento non dà alla Regione alcuna garanzia d’essere risarcita.
E uno si chiede: come mai un povero cristo che dovesse, molestato da una fisiologica incontinenza, pisciare fuori dal vaso, si ritrova i carabinieri forestali alle spalle col verbale in mano prima ancora di chiudere la bottega dei pantaloni, mentre una cooperativa si prende allegramente gioco della Regione senza che a nessuno sorga (inizialmente) qualche dubbio e trascinando il gioco per un (primo) lustro?
A suo tempo l’avevo detto: all’ombra del cosiddetto turismo sociale, la probabilità che si sviluppi un verminaio con intrecci affaristici di bassa lega è prossima a uno.
(prossimamente un video patacca con l’assessore Sernagiotto che, a Laggio, pontificava sulle proprietà taumaturgiche dell’iniziativa e sulla sua mondialità…)