Il sito non è di ieri, è vecchiotto: i primi passi sono del 2006 o giù di lì. Il che è un pregio, sia chiaro. Ed esce tra i risultati nella prima pagina di Google cercando per grande guerra itinerari veneto: ecomuseograndeguerra.it. Tra le varie sezioni c’è quella dedicata alle Dolomiti bellunesi nella quale, nella pagina itinerari, ne compaiono 15 e tra essi, nel territorio di Lozzo di Cadore, l’Anello dei Colli a Pian dei Buoi.
(peccato per il “neo” che ci colloca in provincia di Vicenza, sbandamento che si supera leggendo alla riga sottostante il comune e la relativa provincia di BL tra parentesi)
Peccato, e questa volta non è un neo ma una boaza (boàža sf. sterco di vacca, fresca a forma tonda), che l’Anello dei Colli, oltre ad essere annoverato tra gli itinerari dell’Ecomuseo Grande Guerra, sia anche il percorso di visita principale del Parco della Memoria di Pian dei Buoi (le due cose si sposano…). La boaza è relativa al penoso stato di manutenzione di alcuni tratti del percorso, soprattutto là dove pullula di emergenze storiche riportate “alla luce” nel corso dei lavori di realizzazione del suddetto Parco, come da me descritto recentemente con dovizia di particolari.
Mi chiedo: come mai l’amministrazione comunale di Lozzo non è in grado di garantire degnamente la fruibilità turistica di un percorso sì importante? Mi chiedo ancora: come mai la sezione locale del Cai, fino a due anni fa così efficiente in quest’opera manutentoria, è diventata così molliccia?
Come mai “lì dove c’era l’erba ora c’è il…“, casino, l’abbandono, l’incuria, la negligenza, la desolazione, la trascuratezza?
La storiella del Centenario… dura fino al 2018 !!!
(sì, insomma, c’era un cavallo, docile e tranquillo, che andava cavalcato; finita “la festa” bisognerà riportarlo nelle scuderie; non è che con il Centenario la situazione generale possa passare da nero a bianco, si sa, ma un giretto sul cavallo andrebbe fatto e … fatto fare; ora, capisco che per questa amministrazione riunire gli stati generali del paesotto per dare forma “all’evento Centenario” (anche a queste latitudini) sarebbe stato esercizio intellettuale arduo, ma tentar non nuocerebbe, anche ora)
(sia chiaro: il “Cai di oggi” non ha l’obbligo di mantenere ciò che è stato realizzato, spesso salvandolo dall’abbandono, dal “Cai di ieri”: difatti si vede)
L’Anello dei Colli è un percorso creato dalla sezione di Lozzo del CAI. L’itinerario permette di visitare un’interessante serie di apprestamenti militari complementari al forte di Col Vidal e realizzati nel periodo 1890-1917 per controllare tutti gli accessi all’Altopiano dei Buoi.
Dopo essere partiti da Piazza IV novembre a Lozzo e aver percorso la carrabile militare (Strada del Genio), fino alla località di Soracrepa, si può lasciare la vettura presso i posteggi di Ciareido (250 posti), Pellegrini (6 posti) o Casera delle Armente (30 posti). Va ricordato peraltro che il traffico nei mesi di luglio ed agosto è regolato da ordinanza comunale, che prevede orari specifici per salita e discesa. L’escursione lungo L’Anello dei Colli (segnavia n. 33, colori bianco-verde) inizia presso il Bivio Pellegrini (m 1820) e si sviluppa inizialmente in direzione sud sulla vecchia strada militare di Val da Porte. Si prosegue giungendo fin sopra la “Strada del Genio”, nel tratto caratterizzato dalla grande galleria di “Quoilo”. Da questo punto l’itinerario prosegue in direzione nord-est e attraversa a mezzacosta le pendi ci sud del colle di “Mizzoi”, fino a sfiorare la militare nell’ansa della “Forzeluta”. Bellissimo da qui il panorama verso l’Oltrepiave. Il sentiero poi si inerpica e percorre il lato nord di Col Cervera. Lo sguardo spazia libero sui pascoli dell’altipiano dei Buoi e sul forte di Col Vidal, nonché sulle più belle vette dolomitiche. Proseguendo ancora si scende lungo la strada militare oggi ripristinata e, costeggiando due riservette, si arriva fin presso il grande spianamento che durante il conflitto ospitava le “Scuderie di Cervera”. Aggirato un modesto colle, l’itinerario ci conduce ai ruderi della stazione d’arrivo della teleferica del Forte e alla postazione antiaerea guardata dal cippo che ricorda il giovane “zappatore” Vittore Bof. Dal cippo si prosegue verso Col Vidal (nord-est). Il sentiero continua attraverso il bosco di “Ciadìn” fino ad entrare nel perimetro del forte. Per il ritorno l’itinerario proposto segue il sentiero che corre sul tracciato dell’acquedotto del forte per poi immettersi sul percorso che, piegando in direzione ovest porta, dopo un chilometro, ad incrociare la strada di “Somòl” alle “Casere delle Armente”. L’itinerario quindi risale verso il “Lago delle Sepolture”, una caratteristica torbiera di piccole dimensioni. Infine l’ultimo tratto in piano, che in 15 minuti circa, ci riporta al punto di partenza di “Bivio Pellegrini”.