Tentando di alleviare le sofferenze da sindrome da nido vuoto (la pulcina, ormai ventenne, è da tempo che non ha più bisogno della chioccia, va in giro da sola per l’aia anche se fa ancora ritorno al pollaio), la padrona di casa mi ha assoldato per farle da guida nelle programmate escursioni in montagna.
Sicché domenica scorsa ci siamo trascinati fino al rif. Antelao dove abbiamo consumato un frugale pasto (è sul bere che ho dovuto trattenermi). Prima di calare a valle ho guardato verso est e, distinguendola appena, mi sono crucciato nel pensare al destino dell’ex caserma Soracrepa, il Casermona.
(mi sono anche chiesto se i teloni sbrindellati stesi un anno fa si potessero vedere da colà; c’è un po’ di neve che ha coperto la carogna; il pietoso telo, ora pietosissimo tanto è sfilacciato e pieno di buchi, non si vede se non per il lato che dà a ovest; si capisce che qualcosa non va, ma dal rif. Antelao non si ha la percezione del suo stato cadaverico…)
Il cruccio nasce dal fatto che gli stallieri stanno sbavando alla corte dei miracoli in attesa di ricevere qualche finanziamento corposo, che permetta loro di dare degna sepoltura al cadavere che è fuori terra da tempo immemore ammorbando con il suo fetido tanfo la vita del tranquillo paesello.
Cari stallieri, fate attenzione: non siete stati capaci di tagliare due fili d’erba e dare decoro ad un bene comunale-pubblico-della-comunità-tutta (e così spero sia di voi amen). Non illudetevi, nell’ipotesi che si palesasse un qualche gruzzoletto, di poter fare qualche cosa di serio con quella caserma. C’ha il maleficio, fin dal progetto. Ci vuole l’esorcista, non bastano quattro segaioli.
Sistemate il tetto, ché va sistemato per forza di cose: non l’avete fatto per tempo, quando vi incitavo a farlo perché vedevo le toppe sbattere al vento, dovete farlo ora. Provate a mantenere il doveroso decoro delle adiacenze – avete fior fior di galoppini a cui affidare il leggiadro compito – e poi dimenticatevene. Come disse quella volta Pirro, re dell’Epiro, “un’altra vittoria così e siamo rovinati“.