ex caserma Soracrepa: cambio di mutande e danni erariali
Mentre i nostri eroi comunardi stavano a guardà la sistemazione del tetto (il cambio di mutande) colabrodo della caserma (il comportamento negletto – a dir poco – dei comunardi, alla fine ha portato il conto, e sarà salatissimo: galeotta fu la venta di quei primi giorni del 2015, qui le foto), giungeva la sentenza della Corte dei conti di Venezia riguardante un’altra vicenda legata alla Montiglio, quella “giudiziaria”, una cui prima eco ci era giunta alla fine di agosto 2015 (La Corte dei conti bussa a Lozzo). Qui di seguito, dal Gazzettino.it, per completezza d’informazione:
LOZZO DI CADORE La Corte dei conti contro la delibera che concesse ad un privato di ipotecare l’ex caserma
Scandalo della ex caserma di Soracrepa: ci fu danno erariale? Assolti gli amministratori della giunta Mario Da Pra, stangati quelli che hanno approvato la delibera del 1991 concedendo a un privato di procedere alla «costituzione di ipoteca su immobile di proprietà comunale».
La sentenza della Corte dei Conti di Venezia nel giudizio di responsabilità di 16 persone, tra amministratori e segretari comunali, sul caso dell’ex caserma di Soracrepa sul Pian dei Buoi è stata depositata ieri. C’è chi ha gioito e chi invece è stato condannato. In 75 pagine la Corte ha ricostruito la vicenda della vecchia caserma militare pubblica ipotecata in garanzia per un privato (la società Sit srl del geometra Paolo Rossi), presa dalla banca e poi riacquistata dal Comune.
Il procedimento partì da un esposto del sindaco Giuliano Del Favero arrivato alla Procura erariale nel luglio del 1996. Ci fu anche un ulteriore segnalazione del consigliere di minoranza Giuseppe Zanella nel 2005. Si puntava il dito su «un contratto di affittanza fatto dal Comune a una società facente capo a un certo De Rossi». «L’amministrazione del 1991 andò oltre la ragionevole prudenza – c’era scritto nell’esposto – e con deliberazione si costituì garante nei confronti del finanziatore Mediovenezie impegnandosi a pagare le rate». Le cose non andarono bene e la società dell’ex caserma fallì: la banca si prese l’immobile e il comune lo dovette ricomprare con centinaia di migliaia di euro. La Procura regionale della Corte dei Conti ha stimato il danno per l’erario in 334mila euro.
Nessuna colpa però ebbero gli amministratori che approvarono la prima delibera, quella del 1989, che dava in concessione la struttura e prevedeva la possibilità di darla in garanzia per il privato. Scagionati quindi l’allora sindaco (fino al 1990) Mario Da Pra e in consiglieri comunali Valentino Zanella e Esperio Del Favero (tutti difesi dall’avvocato Sandro De Vecchi). Assolti anche Franco De Martin, Santino Zanella, Evaristo Doriguzzi Zordanin (avvocato Enrico Gaz) e Giovanni Calligaro. Condannati a risarcire danni per 10mila euro i consiglieri che approvarono l’ipoteca nel 1991: Giosué Baldovin, Roberto Larese Filon, Fiori Del Favero, Lorenzo Da Pra, Giovanni De Diana, Giorgio Sernagiotto, Virgilio Brunet e l’allora segretaria comunale Ezia Piacenza. La Corte ha deciso di non procedere per i deceduti: Silvano Da Pra e Corradino Poclener.