giornata un po’ fosca su a Monte (Pian dei Buoi)
Ho fatto il giro della stalla. E mi sono ricordato di averlo già detto: che il problema non era la stalla, ma lo stalliere (colui che governa la stalla).
Ho fatto il giro della stalla. E mi sono ricordato di averlo già detto: che il problema non era la stalla, ma lo stalliere (colui che governa la stalla).
Eh, ne saltan fuori di cose. “Trincea aerea” delle Piombade: opere di difesa complementari del Forte Alto di Col Vidal costituite da muri a secco. In fondo c’era il bunker per la mitragliatrice. Oltre (a sinistra) ci sono le Piombade di Col Vidal (che cadono… a piombo). Velate, sullo sfondo, le Dolomiti di Auronzo.
Gente, sto finendo di comporre un libro fotografico sulla Grande Guerra a Monte Piana (ultimi giorni di delirio prima di andare in stampa). Quando mi girano le pale e mi si incrociano gli occhi devo trastullarmi. Mughini si trastulla con Tory Black, io preferisco Amia Moretti (preferire: diciamo che mi fa impazzire). Ma talvolta anche il Parco della Memoria di Pian dei Buoi riesce a distrarmi.
Sto lentamente preparando il materiale per il sito. Celebreremo, come si conviene, i 10 anni della nostra attività. Già qui si può intravvedere qualcosa. Niente di che: la nostra è stata un’attività umile (non modesta, umile). E qui al Forte Basso di Col Vidal – un casermone – c’erano anche quei simpaticoni dei Servizi forestali regionali. Che giornate ragazzi, che giornate!
Oltre alle “bibliotecarie“, sembra che anche i caisti di Lozzo abbiano la memoria corta, per non dire cortissima. Ho riletto più volte ‘sta cosa, più volte, ripeto, e alla fine ho scelto di dire la mia, anche perché con la Pasqua così vicina non riuscirei ad essere “cattivo” come potrebbe accadere in altro periodo dell’anno (escluso il Natale, naturalmente).
Il signor CAI di Lozzo di Cadore è riferito al Consiglio direttivo che firma il contributo pubblicato a pagina 20 del bollettino parrocchiale “Pasqua 2015”. Scrive dunque il signor CAI (metto in evidenza solo quello che mi interessa; il neretto è mio):
[…] Sarebbe opportuno inoltre, approfittando della ricorrenza del centenario della prima Guerra mondiale far conoscere e valorizzare le fortificazioni di Col Vidal portate alla luce negli anni scorsi dai volontari con la collaborazione del CAI, coinvolgendo nella prosecuzione di questo ambizioso progetto anche altre associazioni e realtà locali.
La “condizionalità” richiamata dal titolo è espressa da quel “Sarebbe opportuno inoltre“, che ha, spero di non essere il solo a rilevare questa cosa, un sapore quasi divinatorio. Sarebbe come se ti si bucasse una ruota dell’auto e tu, in mezzo alla strada, a braccia conserte, guardando la ruota bucata dicessi “Sarebbe opportuno inoltre cambiare la ruota …”. Ma il vero problema non è questo: la frase fino al “neretto” è concetto di circostanza, parole più o meno al vento con valore rituale (si dicono di rito, perché vanno dette).
Veniamo al dunque, veniamo al neretto… e al patetico.
Perchè il signor CAI non dice che due anni fa il vostro sindaco ha, con scuse che ritengo risibili (scuse che fanno ridere tutta l’avifauna, non solo i polli), troncato il progetto del Parco della Memoria dopo 10 anni 10 di attività?
Perché non dice che in questi due anni – ora sta correndo il terzo – lui stesso, il signor CAI in prima persona, non ha fatto niente, nulla, nada de nada (se non fossimo a Pasqua direi che non ha fatto un cazzo) per dare continuità al progetto (1) ?
Perché non dice che se l’avesse fatto, se avesse dato continuità al progetto, non sarebbero occorse (2) “altre associazioni e realtà locali” – quelle richiamate nel testo – visto che per dieci anni dieci non sono mai mancate persone per sviluppare il progetto del Parco della memoria e i lavori sono proceduti da dio e senza costare una madonna?
Trovo patetico – patetico davvero – che il signor CAI evochi e invochi la prosecuzione di questo ambizioso progetto coinvolgendo altre associazioni e realtà locali quando lui – il signor CAI – è il primo ad aver negato a se stesso questa possibilità non facendo nulla. Ripeto:
è il primo ad aver negato a se stesso questa possibilità!
Pronto a chiedere scusa se ho mal interpretato quelle righe, sempre che qualcuno mi porti ragioni convincenti a farmelo credere; pretenderei invece le scuse, se non altro per aver coordinato e condotto i lavori del Parco in questi 10 anni, in qualsiasi altro caso (per ora, ricordando quello che diceva Palmiro Cangini, “io c’ho ragione e i fatti mi cosano”).
(1) – sia chiaro: il CAI è libero di fare le proprie scelte quanto io di prenderne atto; e in questi due anni ha scelto di non dare continuità al progetto. Punto.
(2) – ben vengano “altre associazioni e realtà locali”, ma sarebbero aggiuntive a chi ha lavorato, stava lavorando e avrebbe continuato a lavorare se solo il progetto non fosse stato prima soffocato (dal sindaco) e poi vergognosamente – certo, vergognosamente – dimenticato (dal signor CAI). Punto.
(clicca sull’immagine per vedere tutta la “serie” di miniature che compongono il video e la gallery celebrativa di questi 10 anni del nostro impegno per il Parco della memoria di Pian dei Buoi)
L’ho verificato ora (magari è solo un colpo di culo). Be’ dai, sono soddisfazioni (ho fatto la ricerca anche scollegato dal mio account google, da altro computer, e il risultato non è cambiato: forse, dico forse, sono davvero… primoooooo).
Per essere un cane rognoso e livoroso, sono davvero soddisfazioni. E sono almeno 5 anni che – di là, sul sito del paesello – non scrivo una mazza (pur avendo una tonnellata di materiale). Vuol dire che quelli che stanno dietro sono ancor più cazzari. Insomma, sono in bella compagnia. Che poi, non ho mica obblighi io, con nessuno.
(però qualche giorno fa il signor Google mi ha chiamato per dirmi che non sono “mobile friendly” e che, se non faccio subito qualcosa, mi penalizzerà nelle ricerche: è questo il modo di trattare una persona per bene che si è fatta in quattro per promuovere il proprio territorio solo per soddisfare la fregola di quelli che hanno lo smartphone? Google, gran figlio di puttana. E vale anche per il BLOZ: sono tre anni che quel cazzone che ha fatto il tema che uso dice che la versione responsiva è pronta, ma non ho ancora visto niente di niente. E’ forse colpa mia?).
Sistemando archivi e altre brutalità mi sono capitate le foto della ex caserma di Soracrepa che De Rossi aveva a suo tempo pubblicato (lo sono ancora) sul sito casermadisoracrepa.com. Mi sono detto “perché non riproporle qui sul BLOZ?”.
Potrebbero essere di buon auspicio: oltre alla programmazione casalinga, oltre alle minestre dell’IPA (intesa programmatica d’area), ci potrebbe essere una montagna di soldi “di confine” che, rotti gli argini, potrebbero fluire come uno tsunami e ridare nuova linfa a questo morente angolo di montagna (per esempio con la sistemazione del casone di Campiviei, collegato con Cima Gogna da una innovativa, mozzafiato, adrenalinica funicolare a cremagliera).
(la prima serie di 9 foto è del 2004; quella seguente, presentata con una gallery un po’ spartana, è del 2007)
(T’amo pio sindaco; e mite un sentimento
Di vigore e di pace al cor m’infondi,
O che solenne come un monumento
Tu guardi i campi liberi e fecondi…)