Anche quest’anno, come del resto gli anni scorsi, la caserma è e resta un cesso. Altre volte ho usato la metafora della stalla: non basta più! Siamo proprio al letamaio puro. Visto che la caserma è “nostra”, ribadisco: il problema non è più la stalla/letamaio, il problema è lo stalliere, cioè l’amministrazione comunale.
Siamo alle porte dell’altopiano di Pian dei Buoi. La ceserma è un biglietto da visita. La gente che ormai conosce il letamaio… tira dritto. Chi è nuovo del posto, invece, si ferma lì, al parcheggio “info-point”. Ed entra in intimo contatto con il cesso, con la stalla/letamaio.
Sul famoso bolcom da me chiamato il casermino, – siamo nel novembre del 2010 – lo stalliere (amministrazione comunale) scriveva gonfio d’orgoglio:
“il Casermone appartiene a Lozzo e nessuno
glielo toglierà mai più”.
OK! Bene.
Siamo quasi alla fine del 2015. Nessuno ce lo toglierà più, ma da allora è un cesso/stalla/letamaio. Difficile da capirsi?
Egregio stalliere-comunale, sarebbe questo il modo di gestire e, soprattutto, conservare un bene che “appartiene a Lozzo”?
E proprio alle porte dell’altopiano di Pian dei Buoi?
Bel biglietto da visita, non c’è che dire (Grazie tante).
Come già detto, se per farne una nuova cattedrale nel deserto dovremmo aspettare i bes (ma arriveranno, prima o poi arriveranno, con ogni probabilità coi fondi di confine per i coiones di seconda fascia), per conferire al cesso/stalla/letamaio un minimo di decoro basterebbe fare un po’ d’ordine e tagliare l’erba attorno all’edificio, compito che lo stalliere, evidentemente, fa fatica a concepire.
Dal Vaffangala: ricorda sempre le parole del Maestro: ieri è storia, domani è mistero, oggi gnocchi.