Sembra che alcuni commenti fatti qui sul BLOZ, in relazione alla pulizia della scarpata di Loreto, non siano passati del tutto inosservati al ponte di comando dell’amministrazione lozzese.
Corre voce infatti che il sindaco, confortato in ciò anche dalla prefettura cui si è rivolto per lumi, abbia deciso di precettare tutti i Cacciatori, i soci dell’ANA e del CAI per dare sistemazione definitiva alla scarpata che, diciamolo, non offre un grande spettacolo vista dalla strada.
Per dare il buon esempio, sono stati precettati anche i consiglieri (tutti, minoranza compresa). Ad ognuno di essi verrà consegnato un rastrello per le operazioni di pulizia. Al solo vicesindaco è concessa la deroga, ma solo per poter organizzare il catering, in virtù dell’esperienza accumulata in passato.
Un solo dubbio. Quando? L’imminente esplodere della stagione vegetativa consiglierebbe un intervento pressoché immediato. Sono in corso febbrili consultazioni. Io, comunque, consiglierei ai precettati di tenersi il prossimo fine settimana libero.
E’ da parecchi giorni che il furgoncino dei Servizi Forestali ha ripreso il suo andirivieni. Lo vedo e lo sento. Va avanti e indietro più volte, durante il corso della giornata.
Quando arriva la mattina però, e dopo la pausa del pranzo, mi pare di veder passare la squadra dei sette nani che, intonando “Andiam, andiam, andiam a lavorar …”, affronta con gioia e profondo impegno il proprio lavoro. E devono essere proprio dei nani se, a fronte di un lavoro che è sotto gli occhi di tutti, non sono ancora riusciti a finire l’impresa.
Se ne è accorto anche l’attento redattore dalla rubrica “dal Comune” nell’ultimo bollettino parrocchiale: “a breve riprenderanno i lavori, già in fase avanzata, davanti alla chiesa di Loreto. I servizi forestali dovrebbero terminare i lavori prima dell’estate, l’area recuperata a parco sarà ….”.
I lavori, che dichiara essere (per fortuna) in fase avanzata (è davvero così?), dovrebbero, il condizionale anche qui è d’obbligo, “dovrebbero terminare prima dell’estate“.
Secondo il calendario in uso, l’estate inizia il 21 giugno. I lavori sono già in fase avanzata. Che cosa dovranno poi fare, se si insinua il dubbio che per terminare i lavori non bastino i mesi di aprile, maggio e buona parte di giugno? Se poi si considera che il cantiere è stato ri-aperto a metà marzo (giorno più giorno meno), la cosa lascia quantomeno perplessi.
“La presenza del sentiero ci era ovviamente nota. Tuttavia, dopo una attenta riflessione, abbiamo creduto opportuno indirizzare altrove i nostri interventi”.
Questa potrebbe essere la risposta-tipo, in poli-buro-cratese, che le istituzioni potrebbero dare a questo articolo. Ma andiamo con ordine.
Si tratta di un antico sentiero che, partendo appena prima dell’arcata del Ponte Nuovo, risale il pendio sottostante la chiesa della Madonna di Loreto, passa poco sotto la “casetta” della medesima, raggiunge infine il pianoro tra quest’ultima e l’entrata all’area di Loreto.
Si può seguire lo sviluppo del breve sentiero, che ha il numero 92, nell’estratto cartografico al 25.000 posto qui a fianco (carta edita nel 2004).
Le comunicazioni viarie verso Auronzo si svolgevano lungo la strada romana che passa proprio a fianco della chiesa (di cui, poco oltre la medesima, è rimasta testimonianza dei segni del passaggio dei carri). Intorno al 1680 iniziarono a verificarsi i primi eventi franosi della Ruoiba; per un po’ di tempo la nostra comunità cercò di mantenere la viabilità su questo tratto, affrontando grosse spese di manutenzione. Nel 1729 si ebbe un nuovo crollo del piccolo ponte che permetteva l’attraversamento della Ruoiba, spingendo la Magnifica Comunità di Cadore a prendere la decisione di iniziare la costruzione di una nuova via di transito, che sarebbe passata in fondo alla valle, nel luogo odierno, scavalcando le acque del Piave nella stretta che prese poi il nome di Ponte Nuovo.
E’ di quell’epoca, quindi, la nascita di questo sentiero, che abbreviava notevolmente la strada a tutti coloro che, giunti a Ponte Nuovo, avevano il desiderio di recarsi in preghiera presso la chiesa della Madonna di Loreto.
Quest’ultima fu sempre mèta di pellegrinaggi. Qui si fermava in preghiera la gente proveniente da Auronzo e dai paesi circonvicini, in particolare Pelos, Vigo e Lorenzago, ma anche quella proveniente dalla Carnia. Più recentemente, oltre a pregare, la gente approfittava della presenza del piccolo laboratorio fotografico di Bortolo Calligaro Vicenzìno, posto nei pressi del Col Campión (procedendo verso la chiesa, a destra, subito dopo la casa di Liséta Nanèlo), per farsi un “ritratto”.
Il sentiero venne poi intensamente utilizzato dalle donne di Lozzo per portare il desinare ai propri uomini che lavoravano nelle segherie di Campopiano, e che non potevano permettersi di perdere tempo prezioso in spostamenti (per quasi tutti “a piedi”, per qualche raro fortunato in bicicletta).
Alla fine del 1990 avevo personalmente provveduto ad una prima sistemazione del sentiero, cui aggiunsi un intervento nel 2002 nel corso del quale ho provveduto anche alla segnatura sugli alberi del breve tracciato. I recenti lavori hanno decapitato le piante ma il sentiero c’è ancora. Vi è un unico tratto in corrispondenza di un punto esposto, volendo seguire il percorso originale, in cui il sentiero avrebbe bisogno di una palizzata di protezione (pensando ad un suo possibile utilizzo turistico). Fin qui le lunghe, ma necessarie, premesse di carattere storico.
Bene. Per tutto ciò che ho scritto finora, io credo che questo sentiero debba, di diritto, rientrare fra gli elementi costitutivi del costruendo parco di Loreto, dedicato a papa Benedetto XVI (tanto più che esso rappresenta il logico e necessario raccordo tra la Statale 51bis ed il percorso della Traversata del Centro Cadore, da me previsto ed attuato fin dal 2004, basta consultare la cartografia da me prodotta). Invece no. Sembra proprio che di questo sentiero nessuno sappia niente. Si sta invece allargando il sentiero n. 88, quello che dalla chiesa raggiunge i giochi di Pianizòle.
Riusciranno i nostri eroi a trovare qualche soldino, dai 104.000 € previsti dal progetto (ce ne vogliono pochi), per dare sistemazione dignitosa anche al sentiero n. 92, della devozione alla Madonna di Loreto? La risposta me la sono già data, è all’inizio di questo articolo.
Forse adesso si capisce meglio perché mi interessa sapere, con il giusto grado di dettaglio, dove vadano a finire i soldi dei progetti pubblici. Ma questa volta c’è di mezzo la Madonna ed il papa. E la fede, si sa, fa muovere anche le montagne. Altri articoli sull’argomento:
I lavori per la sistemazione dell’area attigua alla chiesa di Loreto procedono (ne ho già parlato qui e qui). Il mio interesse prevalente non è valutare se verrà un bel lavoro, giacché l’importo di progetto di 104.000 € dovrebbe di per sé costituire una garanzia, visto il ristretto ambito su cui si può intervenire (intendo dire che l’areale oggetto della sistemazione è quello che è, è sotto i nostri occhi).
Il mio interesse è orientato a capire se sarà un buon lavoro e, soprattutto, desidero capire come verranno spesi questi 104.000 € (l’impegno di spesa pubblicato sulla tabella di cantiere, di 85.000 €, si riferisce alla parte di progetto data in esecuzione al Servizio Forestale della Regione).
La cosa è concettualmente semplice: basta prendere quello che è il progetto, evidenziare gli interventi significativi, ed attribuire loro un valore (il valore di progetto). Questo è quello che si può fare, se lo si vuole, prima di iniziare i lavori.
Ma sappiamo che poi le cose si fanno davvero, come si stanno facendo, cioè che si svolgono i lavori previsti per ottenere il risultato sperato. E qui la legge prevederebbe la redazione del cosiddetto quadro economico finale, con l’individuazione delle spese affrontate e sostenute a consuntivo. Basta fare l’elenco e pubblicarlo, a beneficio di chi vuole essere informato su ciò che accade nel proprio paese (anche con il dettaglio economico).
Chiarimento banale: stiamo parlando delle voci di spesa aggregate in interventi significativi, a nessuno interessa sapere quanto costa un chiusino. Per fare un esempio, distinguendo i costi degli elementi da quelli della loro messa in opera, a me basterebbe avere un quadro con la seguente logica:
lavori di sterro … tot €
materiale per spianamento … tot €
allargamento sentiero che dalla chiesa giunge a pianizole … tot €
palizzata di protezione … tot €
giochi ricreativi … tot €
alberature … tot €
strutture sostegno per pannelli informativi … tot €
pannelli informativi … tot €
progetto … tot €
ecc. ecc.
————————————–
sommano in totale: 104.000 €
Semplice no! Non si chiede mica la luna.
La foto sottostante è una panoramica dell’area dei lavori (avvertenza: nella creazione della panoramica l’acero al centro, l’unica pianta rimasta in piedi, ne ha fatto un po’ le spese, senza per questo compromettere la visione d’insieme). Cliccando sulla foto si può osservare l’area in dettaglio.
Quello che dovete immaginarvi è che nell’area ripresa, quella che avete sotto i vostri occhi, se l’avete ingrandita la vedete ancora meglio, si andranno a spendere 104.000 €. Fin qui niente di male, anzi, sono contento che si intervenga nel migliorare il decoro ambientale. Sarei un attimino più contento se potessi conoscere, con il giusto grado di dettaglio, come vengono spesi questi soldi, come sono distribuiti fra i diversi interventi, dove vanno a finire.
Tra un po’, a lavori ultimati, alla nuova foto panoramica includerò delle frecce che indicheranno i diversi interventi: a fianco di ognuna di esse mi piacerebbe indicare il valore di spesa. Solo per documentare un lavoro pubblico. C’è qualcuno che non è d’accordo?
No, questo articolo non costituisce un tentativo di approfondimento di carattere storico sulla strada romana che, affiancando la chiesa di Loreto, continua fino alla frana della Ruoiba, dove si ferma.
I lavori per la realizzazione del parco dedicato a papa Benedetto XVI, di prossimo inizio, mi danno lo spunto per una riflessione di carattere archeologico (fra le tante che mi ispira questo luogo).
Resti di strade romane ve ne sono dappertutto. Però nel nostro Cadore non sono così frequenti: se ne trovano tra Rivalgo ed Ospitale, nei pressi di Valle e qui a Lozzo. Si evidenziano nettamente per la presenza dei profondi solchi paralleli prodotti dal secolare passaggio dei carri.
Pochi sanno che non molto addietro nel tempo, una colata di cemento a sostegno di un possente traliccio dell’Enel, ha lambito questa importante testimonianza archeologica. Il provvidenziale intervento di un passante (al tempo in cui si svolsero i lavori in parola) contribuì ad evitare il peggio. Fortuna ha voluto, infatti, che anche i lavori di supporto (scavi ecc.) per la realizzazione del plinto non abbiano comportato danni rilevanti.
Ho sempre ritenuto che una testimonianza di questo genere, lasciata sostanzialmente a se stessa, meritasse un definito provvedimento di tutela. Quando, qualche anno fa, vidi lungo la strada l’andirivieni dei trattori che effettuavano le operazioni di esbosco dei lotti comunali di Sotepiana, un brivido mi corse lungo la schiena.
Niente era successo; i solchi erano ancora lì, integri, a fare bella mostra di sé, testimonianza di un’epoca storica lontanissima. Ma se le necessità di esbosco avessero richiesto l’utilizzo di una cingoletta, piccolo “carro armato” senza cannone i cui cingoli possono, potenzialmente, sgretolare la roccia? Prima di passare con questo mezzo, sarebbe venuto in mente di proteggere i solchi con un tavolame in legno?
Credo di no, salvo poi, a danno provocato, dichiarare: “non credevo fossero così importanti”.
Ma sono davvero importanti? Bisognerebbe chiederlo alla Soprintendenza!
Mi chiedo anche, in relazione al costruendo parco adiacente la chiesa della Madonna di Loreto: che abbiano previsto un qualche elemento di tutela per la testimonianza archeologica della strada romana?
Forse. Non ci è dato sapere. Ma lo sapremo presto, a conclusione dei lavori. Speriamo che con gli 85.000 € a disposizione, oltre alle alberature dedicate al papa, ed ai pannelli informativi che sicuramente declameranno la presenza di una così importante testimonianza archeologica, vi sia anche la possibilità di introdurre un qualche elemento di tutela (che magari non precluda l’utilizzo coscienzioso della strada).
Sui libri di storia abbiamo imparato che quando passavano gli Unni non restava in piedi neanche un filo d’erba. E una sorta di Unni contemporanei devono essere passati, nei pressi della chiesa di Loreto, perché davvero non è rimasto un filo d’erba, lì dove c’era un’ombrosa fustaia di abeti rossi.
Ma andava fatto, questo taglio, alla tedesca, perché il taglio cadorino, come ben si sa, è chirurgico, non “a raso” come quello qui attuato. Per lasciare il posto ad un non ben precisato, come consuetudine della nostra Amministrazione, parco dedicato a Papa Benedetto XVI (teutonico anche lui).
La nostra Amministrazione, infatti, è incline a fare sorprese e regali ai propri cittadini. Ed anche nel caso del parco prossimo alla chiesa di Loreto, sembra voglia mantenere la stessa linea di comportamento.
Perché negare una gran bella sorpresa. In fondo si tratta solo di 85.000 €; cosa si può fare con quella manciatella di soldi. Inutile quindi far sapere alla gente cosa salterà fuori. Caro cittadino, se vuoi sapere qualcosa sul destino di quei soldi, devi aspettare che il lavoro sia finito. Ma, ti assicuro, non potrà che essere una gran bella sorpresa. Non dubitare.
Ora, mi chiedo: se i lavori prendono il via, vuol dire che il progetto è stato presentato ed ha avuto le necessarie autorizzazioni. Costa tanto renderlo agevolmente pubblico? Se proprio non volete pubblicarlo su internet (la democrazia multimediale vi irrita?), mettete una copia del progetto esposto all’albo comunale.
Ma qualche giorno fa, sul Gazzettino del 17 giugno, il Sindaco si è lasciato scappare un’anticipazione: « … un altro progetto, che speriamo si concluda entro agosto, comprende la valorizzazione dell’area circostante il santuario della Madonna di Loreto, in cui saranno installati vari pannelli geografici, storici e naturalistici ed un’alberatura particolare dedicata a Papa Benedetto XVI, che visitò la storica chiesetta di Lozzo durante la sua ultima vacanza in Cadore».
Ecco che il regalo pian pianino si palesa. Oltre a pannelli di varia natura, che in queste circostanze non mancano mai (bisognerà poi valutarne i contenuti), entra in scena “un’alberatura particolare dedicata al Papa …”. Vuoi vedere che piantano un mix di alberi della manna, palme e ulivi, per rimanere in tema.
Secondo alcune indiscrezioni però, la cosa è molto più articolata, comprendendo un nucleo di giochi per bambini altamente innovativo (Loreto-Land), che però verrà posizionato lontano dal luogo di preghiera; inoltre è previsto un intrepido “ponte tibetano”, che dovrebbe collegare addirittura Loreto con il Col Piccolo, di là del Piave. Nel porticato si troverà invece il modo di far vedere il video del Papa mentre passeggia e discorre con padre Georg, in occasione della loro visita alla chiesa.
Inoltre, per sfruttare appieno il vento proveniente dall’altopiano di Danta, ora che non ci sono più alberi, è trapelata l’ipotesi di un innovativo, avveniristico e lungimirante generatore eolico, da posizionarsi a ridosso della casa “de Liseta”.
Comunque vada, care mamme, la mia preoccupazione che in un posto dedicato ai bambini non vi fosse neanche l’ombra di un po’ … d’ombra, era chiaramente infondata; a far ombra ai vostri bambini ci penseranno infatti le alberature particolari dedicate a Papa Benedetto XVI. Questo è quello che conta.