Palazzo (o reggia?) Pellegrini
Nel giro di qualche settimana Sindaco e Amministrazione si appresteranno a scartare un nuovo regalo a beneficio di tutta la comunità lozzese. Tradizione vuole, infatti, che le cose di un certo spessore si occultino alla vista della gente per essere svelate, nella massima trasparenza, a fine lavori. E così sarà anche per Palazzo Pellegrini. Un gran bel regalo.
Se, in generale, la trasparenza dell’attività amministrativa è garantita, a detta del Sindaco, dalla pubblicazione all’albo delle delibere di giunta e consiglio (che, come tutti sanno, è un obbligo di legge), in questo caso particolare la trasparenza sarà, mi immagino, garantita dal fatto che è stato esposto il tabellone (che riepiloga i dati dell’opera in corso) che fa bella mostra di sé davanti a quella che sarà l’entrata del palazzo (anche questo del tabellone, come tutti sanno, è un altro obbligo di legge).
No, la trasparenza è un’altra cosa. Vediamo se risco a spiegarmi.
Premesso che stiamo parlando di un bene acquisito (il palazzo c’era già) e già oggetto di integrazione-sviluppo da parte delle amministrazioni precedenti (il tanto vituperato corpo aggiunto), che quindi ha già richiesto una forte dose di denaro pubblico (vado a memoria, circa 600 milioni di lire, ma dei primi anni ’90), essere trasparenti per me significa (perlomeno):
- indicare chiaramente ed analiticamente dove e come è stato speso quel fiume di soldi, sbandierato nell’opuscolo “5 anni insieme” e bene in evidenza nel tabellone, pari a 900.000 € (una somma “di una certa importanza”);
- spiegare a noi ignoranti la differenza tra i 900.000 € definiti importo progetto e i 479.000 € definiti importo a base d’asta. In poche parole, questa differenza di 421.000 €, che senz’altro è in parte costituita dal valore dell’ IVA e dal compenso per la progettazione, è da attribuire agli arredi ed alle dotazioni tecnologiche avveniristiche o a cos’altro? insomma, quanto ci viene veramente a costare questa cosa?;
- determinare, nel balletto di cifre, quanto viene realmente percepito dal progettista e direttore dei lavori, anche per soddisfare una sola e semplice curiosità;
- stabilire se sono previste o si sono già attuate le cosiddette perizie di variante;
- svelare se la destinazione finale sarà solo ed esclusivamente a “Centro territoriale di accoglienza, promozione e valorizzazione turistica, ambientale e culturale” o se sono invece previsti ulteriori e diversi utilizzi della struttura;
- stabilito che ragionevolmente non potrà essere solo un “Centro ecc. ecc. …” (neanche Cortina, Kitzbuel e St. Moritz assieme hanno una superficie di 700 m2 dedicata a questo scopo), chiarire quali altri benefici ci verranno dati in regalo (che so, un angolino per i giovani?);
- chiarire ancora se questo centro territoriale sarà attivo da subito e con quali modalità o se è una aspettativa futura (se cioè forse, col tempo, diventerà quello che si vuole che sia);
- stabilire se le destinazioni d’uso per il palazzo cui faceva riferimento l’attuale minoranza nel proprio programma elettorale, qui di seguito sinteticamente elencate, sono semplicemente un sogno o una realtà a portata di mano:
- la realizzazione di una sala polifunzionale
- dare sede definitiva alla Biblioteca comunale
- allestire uno spazio dedicato alla nostra Identità Ladina
- realizzare un centro ben documentato sulla storia di Lozzo
- dare una adeguata collocazione alle cellule museali già realizzate dal museo della latteria
- spiegare alla gente come mai, Lozzo che è o diventerà sede di un “Centro territoriale di accoglienza, promozione e valorizzazione turistica …”, non vede garantiti alcuni servizi essenziali come la corretta pulizia del paese ed il relativo decoro urbano (che in questa stagione hanno anche, peraltro, una importante ed evidente valenza turistica);
Serve un esempio? Giusto, sembra che serva, perché la gente subisce ma evidentemente non ha voglia e tempo per andare a protestare e segnalare le cose che non funzionano. Allora, avanti con l’esempio.
Le seguenti foto illustrano le condizioni di due normali strade comunali che la nostra gente usa per fare le proprie passeggiate: la passeggiata di Ligonte (del lago) e quella di Costa. Fra tutte, quella di Costa dovrebbe essere “sacra”, per mille motivi che risulta superfluo evidenziare.
Anticipo la mia conclusione: tra un po’ ci verrà scartato questo regalo del Palazzo (o reggia?) Pellegrini e vedremo, noi sudditi, se e quanto ci verrà chiarito.
A quel momento la situazione delle “nostre passeggiate”, per noi lozzesi prima di tutto, ma anche per i nostri ospiti, sarà certamente cambiata. Non so se la “luce stradale” si sarà ancora ridotta, o se invece gli articolati piani di intervento riusciranno, nel frattempo, a ridare decoro a questi percorsi (che già ora, sia chiaro, gridano ad alta voce vergogna!).
Basta aspettare, non ho fretta (devo chiudere gli occhi, come molti di voi credo, ma non ho fretta).
Un uccellino mi ha detto che questa situazione è dovuta alla mancanza di fondi. Un altro invece mi ha detto che gli operai sono impegnati altrove a mantenere le promesse fatte in campagna elettorale. Non credo a nessuno dei due.
Credo a quello che vedo, e quello che vedo, per ora, fa schifo.