Ma guarda un po’! Io ho sempre pensato che l’intervento messo in atto per Palazzo Pellelgrini fosse un “caso isolato”, uno di quelli in cui parti e vai ad “elemosinare” soldi al politico più o meno ammanicato (pratica assolutamente comune, se non l’unica rimasta). Invece NO. Si inserisce in un quadro più vasto di 15 interventi previsti in un’intesa Stato-Regione (titolo e files pdf da scaricare all’articolo di Per la Gente di Lozzo: “documentazione online per Palazzo Pellegini“).
Riporto dal blog :
In relazione all’articolo uscito sul BLOZ dal titolo I fasti dell’informazione turistica: aprirà prima Caralte o Lozzo di Cadore?, segnaliamo che abbiamo reso disponibile alla pubblica lettura (non che il documento originale non fosse pubblico, ma ora è più facilmente consultabile, per chi lo desidera), il documento della Regione Veneto in cui trovano descrizione 15 interventi attuativi fra i quali quello relativo a Palazzo Pellegrini per 900.000 € (ma vi si trova anche, per restare in provincia di Belluno, copertura dello stadio di Tai (1.999.000 €), un ponte a Sappada (1.500.000 €) e sciovie a Fonzaso (1.144.000 €) .
L’intesa Stato-Regione ha messo sul piatto rispettivamente 10.367.000 € e 3.693.000 €, mentre gli enti locali hanno impegnato 6.531.000 € (per Palazzo Pellegrini a Lozzo, si ricorderà, l’amministrazione si è impegnata per 270.000 €)
In marroncino alcuni stralci del documento, in nero i miei commenti.
Obiettivo dell’intervento è quello di ristrutturare un edificio di pregio, attualmente utilizzato solo al piano terra, per realizzare un Centro territoriale di accoglienza promozione e valorizzazione turistico-ambientale e culturale dell’area delle Marmarole-Pian di Buoi Sorapis, ciò al fine di dotare l’area comprensoriale di un luogo deputato allo sviluppo di relazioni nel Sistema economico-istituzionale locale e tra questo e l’ambiente esterno, in particolare a fini turistici.
Cosa centri il Sorapis credo che nessuno lo sappia. Non sarà forse che, nelle intenzioni, si volessero riferire al sito di importanza comunitaria (SIC) nonché zona di protezione speciale (ZPS) denominato “Marmarole, Antelao, Sorapis”, la cui perimetrazione coincide peraltro con la vecchia idea di “Parco del Cadore”? Ma allora, la valorizzazione a valenza comprensoriale fa riferimento a quell’oggetto misterioso che è il SIC citato? Perché dovete sapere che, fatto 100 il numero di turisti che possono giungere in Cadore, credo che non siano più di 2 quelli cui salterebbe in testa di farsi un giro per l’area SIC di cui stiamo parlando.
Ma ciò che è più interessante è la finalità del centro che sarebbe “deputato allo sviluppo di relazioni nel Sistema economico-istituzionale locale e tra questo e l’ambiente esterno”. Ora è tutto, ma veramente TUTTO CHIARO: dentro il Palazzo si dovranno sviluppare relazioni!
Non sono infatti presenti nella zona strutture e/o spazi attrezzati che possano soddisfare l’accoglienza e la promozione delle attività turistiche e culturali con la funzionalità, l’autonomia e l’ampiezza programmatica previste nel presente progetto.
Affermazione che, per essere vera, dovrebbe prevedere funzionalità, autonomia e ampiezza programmatica in relazione allo sviluppo di relazioni che, sinceramente, neanche il Centro studi di Confindustria è in grado di “garantire”.
In particolare, ai fini del raggiungimento di tale obiettivo il sito (Palazzo Pellegrini) dovrà:
- contenere un’unità progettuale d’area a disposizione delle Pubbliche Amministrazioni locali che da un lato sia da stimolo nel raccogliere idee, nel guidare processi decisionali che si sostanzino nella realizzazione di parco-progetti volti allo sviluppo dell’economia e della società attraverso politiche mirate alla valorizzazione del turismo sostenibile e dall’altro si rapporti con realtà quali il G.A.L. per la gestione di progetti comunitari ed altre opportunità previste da leggi nazionali o regionali. Tale unità progettuale d’area sarà messa anche a disposizione dei soggetti collettivi, delle aggregazioni tra operatori privati o pubblico-privati anche per realizzare momenti di analisi – aggregazione – realizzazione progetti di sviluppo dell’accoglienza locale;
- contenere un’unità volta alla Accoglienza ed Informazione, mirata al turista finale e/o al trade, su tutte le opportunità di fruizione del territorio e specificatamente sulle sue opportunità naturalistico – ambientali e sui prodotti locali, sino a prevedere forme di assistenza ai turisti, in particolare ai gruppi, in collaborazione con gli Uffici IAT e le aggregazioni degli operatori privati (strutture associate – Consorzi);
- contenere idonei spazi per momenti di Informazione – formazione, sia rivolti ai turisti (in particolare ai gruppi, in collaborazione con gli Uffici IAT) sia alle aggregazione degli operatori privati della domanda in occasione di educational e workshop (in occasione di presentazione dell’offerta locale).
Tante belle parole, non c’è che dire. Aria fritta insomma. Vi invito a rileggere con calma. Ma le sorprese non sono finite perché …
Il progetto prevede quindi la collocazione all’interno del fabbricato di uffici informatici e di collegamento con le altre realtà territoriali, uffici per operatori e associazioni di settore, uffici progettazione e coordinamento, archivio, uffici di gestione e di direzione, sale tematiche, spazio riunioni presentazione progetti esposizioni e servizi.
ed anche …
Oltre a ciò si sta definendo un progetto che riguarda la necessità per il Cadore e la provincia di Belluno di darsi un’immagine più rispondente alla realtà e alle potenzialità imprenditoriali legate al territorio.
Un’immagine nuova che ha bisogno di professionalità nuove, attente alla simbiosi tra fragilità del territorio e impresa, alle ricchezze culturali e al turismo. Professionisti dell’immagine, dunque, sensibili a questi equilibri e a queste specificità. Sempre più il bisogno di affermazione del territorio chiede figure professionali che operano nell’ambito della promozione e nella produzione comunicativa.
In considerazione del fatto che il mercato dell’immagine continua a produrre domanda, anche in periferia, una parte, ancorché limitata degli spazi, potrà essere destinata per attività di questo tipo, una volta verificata la fattibilità del progetto.
Ma che cavolo avranno voluto dire? Effetto erba cipollina? Si ipotizza forse l’apertura di un’agenzia (pubblica? privata?) per la gestione dell’immagine dei nostri territori Ma voi sapevate che il mercato dell’immagine continua a produrre domanda anche in periferia?
Insomma, cari commentatori del BLOZ, sembra che non ci sia niente da fare per la biblioteca, lo spazio di studio per i giovani con un collegamento internet magari wi-fi, la mediateca con sala videodidattica, l’angolo della Cultura Ladina, quello dedicato alla “Storia di Lozzo”, lo spazio per qualche accattivante cellula museale ecc. ecc..
OK, ma allora mettiamoci dentro qualcuno che, finalmente, sviluppi relazioni!