Se Dio vuole, ché la vergine Maria non ce l’ha fatta, la lunga agonia dell’inaugurazione del parco solare di Loreto dovrebbe essere giunta alla propria fine. Dovrebbe: 99,99%, abbiate fede.
Nino Manfredi usò le parole che compongo parte del titolo dando vita alla macchietta del “barista di Ceccano”, tormentone che è giunto intatto ai giorni nostri. Un suo quasi omonimo, certo Manfreda, sindaco di Lozzo di Cadore, dovrebbe finalmente, sempre che sia per l’appunto la “vorta bbona”, compiere l’atto inaugurativo in quel di Loreto.
Non spenderò neanche una parola sulla bontà o meno del taglio raso operato alla preesistente ombrosa e intima pecceta, ché la questione è riconducibile per il volgo alla disputa “more o bionde” (per inciso, preferisco le more anche se non disdegno le bionde e, in quanto alle rosse, ho il cuore a pezzi pensando alle future generazioni che non ne potranno godere, per via di una deriva genetica di imbarazzante perfidia che ne ha decretato l’estinzione).
Sono interessato a chiarire il perché, nel famoso giugno 2009, appena dopo aver vinto le elezioni, il sindaco se ne uscì con la ormai celeberrima frase:
« … un altro progetto, che speriamo si concluda entro agosto (2009 ndr), comprende la valorizzazione dell’area circostante il santuario della Madonna di Loreto, in cui saranno installati vari pannelli geografici, storici e naturalistici ed un’alberatura particolare dedicata a Papa Benedetto XVI, che visitò la storica chiesetta di Lozzo durante la sua ultima vacanza in Cadore».
Inutile dire che quell’anno, a Loreto, non si concluse proprio un bel niente. Ma perché, allora, fare quella brutta figura? Secondo me fu una sorta di lapsus freudiano. Lozzo Viva era appena uscita dalle elezioni riconfermata, ma fino al momento dello spoglio la lista avrebbe potuto chiamarsi Lozzo Fifa, tanta era la paura di non farcela.
E lo dimostra il fatto che il manipolo di persone raccogliticcio, presentatosi in paese un mese e mezzo prima delle elezioni, la lista Per la Gente di Lozzo, è riuscita a raccogliere il 31% dei consensi quasi senza far niente. Un miracolo. E leccando il culo, se mai, solo ad amici ed intimi, che non avrebbe sortito alcun vantaggio ai fini elettorali. Lozzo Fifa invece, un paio di loro me li ricordo bene, aveva fatto del porta a porta una religione. Me li ricordo, dicevo, quando ansimavano con la lingua penzoloni, sfacciatamente arrossata, spessa e bavosa a forza di leccare a destra e manca, promettendo Luna e Sole. Niente di scandaloso, facendo parte del gioco.
Ecco allora, io credo, che il riconfermato sindaco, quasi come voto per l’agognata riconquista del Botanico Palazzo, si lasciò sfuggire, senza alcun bisogno, quella sfortunata promessa.
Ma la storia si ripete l’anno dopo, complice il bollettino parrocchiale sul quale appare, nella rubrica “dal Comune”, la seguente improvvida frase:
a breve riprenderanno i lavori, già in fase avanzata, davanti alla chiesa di Loreto. I servizi forestali dovrebbero terminare i lavori prima dell’estate (2010 ndr), l’area recuperata a parco sarà ….
Niente da fare. Anche l’anno scorso, nonostante l’aiuto apportato dal sindaco, il cantiere resta aperto.
Torna in campo l’ipotesi della piantagione delle alberature particolari dedicate al papa Benedetto XVI (oltre alla posa di non precisate sagome). A posarle, però, ci dovrebbe pensare la provincia di Belluno (perché i soldi di Lozzo son finiti da un pezzo). Bottacin non ci ha ancora provveduto, ma forse lo farà Muraro, se mai riuscirà a mettere le mani su Palazzo Piloni.
Nel frattempo(veramente è di ieri) sono stati esposti alcuni pannelli informativi, previsti fin dal 2009. Sappiate che ora ci sono. Non tutti, ma la maggior parte. E’ di qualche giorno fa anche l’approntamento dell’illuminazione. Le bandierine multicolore non sono ancora state esposte, così come il barbuto busto a fianco della socratica arena. Per il rendiconto ci sentiamo più avanti. Manca poco, il cantiere non è proprio chiuso del tutto ma dai!, ci possiamo accontentare. Tanti carissimi auguri!