è uscito ‘il Cadore’ di ottobre: ‘ec ne siaom accroti’
Dicevamo: “Ec ne siaom accroti” (trad.: ce ne siamo accorti). Ma dov’è che lo fate ‘sto il Cadore: in Macedonia, in Moldavia o in Refusia? Ce n’è per tutti.
Prossimamente:
l’esegesi del magnifico foglio!
(a partire dalla Valmontina prima area wilderness…; a seguire il De Bon tipografo; il senso orario dei rifugi con osservazioni di geometria differenziale; profughi e suggestioni africane; ah, e il Bortolot che si dimentica la seconda lista alle elezioni provinciali: ma la prima è unitaria che è un piacere!
Mi sono già cimentato nella critica al vaporoso regno della fuffa, perché, per fare un esempio, quella della curva dei sindaci “che è un esempio di ottima gestione del territorio” è proprio una stronzata sopraffina. Ma ora la cosa si potrebbe fare … strutturale. Insomma, potrei leggere “il Cadore” con regolarità. Intanto vi vorrei fare partecipi del nuovo tag con cui intendo inaugurare la serie di letture critiche del “magnifico foglio”: “il Cadore in calore”, in ricordo di un regale refuso del Gazzettino di Venezia nei bei tempi che furono: “La regina Margherita in Calore”)