Editoriale sul Corriere del Veneto che celebra l’occasione della banda larga (grassetto mio):
L’occasione della banda larga
Un’arma competitiva straordinaria. […]
Se è vero, come sostiene la Commissione europea, che un incremento di dieci punti nella velocità del web comporta un aumento di un punto di Pil, in gioco c’è uno sviluppo a doppia cifra. Destinato a tradursi in migliaia di nuovi posti di lavoro. Altro che zero virgola…
Intanto, che sia “un’arma” competitiva è fuori discussione (da ormai 10 anni a questa parte). Andrebbe detto anche che, siccome gli altri non dormono, quella della “banda larga” non è proprio un’arma, ma un utensile con cui soddisfare una necessità vitale. Ricordiamoci che quello che conta non è mai il livello sul quale si è, ma il differenziale tra il livello sul quale si è e quello sul quale si trovano i competitor:
si chiama “vantaggio competitivo”!
e il più delle volte, su suolo italico, noi ci troviamo in svantaggio competitivo.
Inoltre, ed è il motivo per cui ho scritto questo post, non è vero – come riportato nell’editoriale – che “un incremento di dieci punti nella velocità del web comporta un aumento di un punto di Pil“. Non è infatti la velocità l’elemento determinante, ma la penetrazione della banda, o, se vogliamo, la sua diffusione.
Lo studio cui si fa riferimento – che non c’entra niente con la Commissione europea se non che da essa viene talvolta citato – è quello di Czernic N., O. Falk, T. Kretschmer e L. Woessmann, Broadband Infrastructure and Economic Growth, apparso nel 2009, del quale riporto un estratto delle conclusioni:
In this paper, we analyzed the effects of broadband infrastructure on economic growth. Based on annual data for a panel of OECD countries and using an instrumental-variable approach, we find that the introduction and diffusion of broadband had an important impact on growthin GDP per capita. After a country has introduced broadband, GDP percapita is 2.7 to 3.9 percent higher on average than before its introduction, controlling for country and year fixedeffects. In terms of subsequent diffusion, an increase in the broadband penetration rate by 10 percentage points raises annual growth in per-capita GDP by 0.9 to 1.5 percentage points. […]
Che la velocità non sia stata elemento della ricerca – e delle conclusioni cui tale ricerca è giunta – lo dimostra la successiva precisazione:
We close by discussing two limitations of our study. First, our measure of broadband is a rough one insofar as it considers any bandwidth over 256 kbit/s to be broadband. That is, the available data does not allow us to consider differences in the average or maximum bandwidths across countries, so that we concentrate on analyzing the extensive margin of broadband diffusion, i.e., the number of broadband users. […]
Nello studio considerato, cui si fa riferimento, ogni larghezza di banda superiore a 256 kbit/s è considerata banda larga. E con ciò è qui dimostrato che… “in quella ‘larga’ non è la velocità che conta, ma la penetrazione“.
A me mi piace precisare.
(riguardo allo “sviluppo a doppia cifra” e al sottinteso “Altro che zero virgola…” riportati nell’editoriale, avrei un secchiello di letame confutazionale pronto per essere svuotato ma… sarà per un’altra volta)