Leggendo queste righe di Malvino, chissà perché, mi sono venuti in mente alcuni personaggetti (alla De Luca-Crozza) che popolano le ubertose valli centrocadorine e che, anch’essi, si lamentano “ci sia chi gli fa mancare il «bene, bravo, bis» che gli spetterebbe di diritto ogni volta che si affacciano al balcone“.
Tuttavia, per loro non valgono certo i due ottavi di scilinguagnolo, ché in realtà non sanno né parlare né tacere, ottenendo come conseguenza che tale porzione vada ad ingrassare la faccia di culo, mantenendo ben rappresentata spocchia, villania e somaraggine.
Nella perifrasi del «despotuccio per due quinti scilinguagnolo, e per il resto spocchia, villania e somaraggine», cui ricorrevo nel post qui sotto, non mi capacito come possa essermi sfuggita una componente che è basilare in Matteo Renzi: la faccia di culo. Mi sono accorto della grave lacuna quando nel corso della relazione con la quale ha aperto la Direzione del Pd di ieri sera ha riservato un duro inciso a chi muove obiezioni via Twitter alle iniziative del suo governo che di regola proprio via Twitter vengono preannunciate, via Twitter magnificate in corso di realizzazione, via Twitter celebrate una volta realizzate, e proprio da lui. In sostanza, lamenta ci sia chi gli fa mancare il «bene, bravo, bis» che gli spetterebbe di diritto ogni volta che si affaccia al balcone. Errata corrige: per tre ottavi faccia di culo, per due ottavi scilinguagnolo, e per il resto spocchia, villania e somaraggine.
Er Comune segnala che “i sentieri e gli anelli di Lozzo di Cadore potrebbero non essere percorribili in totale sicurezza“. Precisazione tecnofilosofica d’inizio estate: in totale sicurezza – tante altre cose al mondo ma in particolare “i sentieri” – non sarebbero percorribili neanche se fossero asfaltati.
Date retta: “percorribili in totale sicurezza” è frase neologistica, priva di qualunque fondamento, che è meglio non si faccia strada tra le tante dicerie con le quali ci riempiamo la bocca al punto da assumere, col tempo, i contorni di una leggenda metropolitana che risulta poi doppiamente faticoso estirpare.
Anche il CAi ci mette del suo: “[i seguenti sentieri] sono stati controllati e risultano percorribili senza pericolo…“. Vivere pericolosamente è il supremo dono che il fato ci regala all’atto del nostro primo vagito e che ci accompagna fino all’ultimo respiro.
Nessun sentiero è percorribile senza pericolo.
Semmai i sentieri possono risultare “normalmente percorribili” (o meno) e, comunque, sempre in funzione e relazione al grado di difficoltà loro assegnato. Sforzo questo, quello di dare un grado di difficoltà al sentiero, che non risolve in nessun modo i pericoli legati alla sua percorrenza, ma codifica grossolanamente le sue caratteristiche di percorribilità … ad usum populi.
Pericolosità e percorribilità: le nuove frontiere della sentieristica (fra poco al cinema).
Indagati per peculato 19 appartenenti alla polizia locale di Cortina oltre a 6 funzionari e amministratori del Comune di Cortina d’Ampezzo, tra i quali il sindaco Andrea Franceschi, accusati di omessa denuncia. […] La Guardia di Finanza ha scoperto che era pratica diffusa di vari vigili di trattenersi le somme riscosse in contanti, pur in presenza dell’obbligo di versarle sul conto corrente del Comune a scadenze prestabilite: […] Vari agenti, invece, non hanno versato tempestivamente le somme riscosse, sottraendole, a volte per mesi o per anni, alle casse del Comune.
Tuttavia, l’amministrazione comunale ci tiene a precisare:
L’amministrazione comunale di Cortina rende noto che «non risultano ammanchi nelle cifre percepite dalle contravvenzioni. Se così fosse, avremmo proceduto per primi alla segnalazione. Siamo, perciò, stati colti di sorpresa dalla notizia e dal numero dei provvedimenti annunciati. Ancora nel pomeriggio di oggi, però, non risulta al Comune alcuna comunicazione ufficiale, né è pervenuta voce o notizia dei provvedimenti giudiziari annunciati. […]
Voi capite che per il cittadino diventa difficile orientarsi. Da una parte dobbiamo ragionevolmente ritenere che le capacità della Guardia di Finanza vadano un po’ al di là del sempliciotto “controllo degli scontrini”: non ci si aspetta il grande colpo di genio ma una capacità d’indagine “oltrescontrino” sì.
D’altra parte non siamo di fronte ad una megalopoli; Cortina è un paesotto, trafficato ma paesotto, e quindi dobbiamo ritenere – altrettanto ragionevolmente – che anche l’amministrazione comunale abbia le capacità minime per tenere sotto controllo – come sostiene d’aver fatto – una vicenda sì banalotta (mi riferisco alla sua dinamica).
Dunque, se la Guardia di Finanza sostiene che “era pratica diffusa di vari vigili di trattenersi le somme riscosse in contanti, pur in presenza dell’obbligo di versarle sul conto corrente del Comune a scadenze prestabilite“, mentre l’amministrazione comunale di Cortina sostiene, al contrario, che «non risultano ammanchi nelle cifre percepite dalle contravvenzioni. Se così fosse, avremmo proceduto per primi alla segnalazione. […]», al cittadino non resta che mettersi in ginocchio e pregare, pregare, pregare. Un dio qualsiasi, anche un non-dio, ma non resta altro.
Speriamo che la Guardia di Finanza non abbia iniziato a giocare a “cuco-tana”; specularmente speriamo che l’aministrazione comunale non abbia iniziato a giocare a “guardie e ladri”.
Comunque, poi arriva la clava della realtà. E da qualche parte batte. E si alzeranno allora alte grida di dolore. E lì sapremo. Fino ad allora … pregate, pregate che è meglio.
Può un uomo che ha costruito un terrario per seguire i rituali d’accoppiamento dei ragni, e che catturava mosche vive da dare loro in pasto, e che metteva in una capsula di petri ragno e mosca assieme e stava ore al microscopio stereoscopico per gustarsi in quel tripudio 3D il momento in cui il ragno l’avviluppava pappandosela … può, un uomo così, albergare nel proprio cuore, fino a riempirlo, sentimenti quali il dispiacere, il risentimento e la pura cattiveria?
@CIACOLE ha rovistato nel suo armamentario di fuffetta ed ha lasciato un messaggio sul BLOZ:
Danilo ei ciatou un proverbio nostran giusto par te “no se può s-ciupà dolze co la bocia trista” tradotto: non si può essere dolci e gentili se si è pieni di dispiacere, risentimento o cattiveria
(nota tecnica: no se può è forma sbagliata, a meno che tu non provenga da Laggio; quella lozzese è no se puó, con l’accento acuto, non grave!)
Se vuoi psicanalizzarmi davvero vieni a trovarmi e prova ad entrare dentro di me. Attento però: quando si scherza col diavolo bisogna essere pronti a passare dalla padella alla brace. Alla fine potresti diventare tu (tè, direbbe @y) lo psicanalizzato. Potrei entrare dentro di te e frugare negli angoli più nascosti del tuo io fino a farti piangere come un vitello. Sai dove trovarmi!
Devo dedurre che tu abbia letto il proverbio sul libro Proverbie e mode de dì de Loze (che dà l’interpretazione che tu riporti); io preferisco, in questa specifica circostanza, l’interpretazione “originale” che si riscontra nel Dizionario della gente di Lozzo al lemma s-cupà:
no se puó s-cupà dólze ko la bócia trìstanon si può essere allegri quando si è pieni di dispiaceri
Io ve lo dico da tempo che quello che avete attorno “non esiste” finché non ve lo raccontano (poi bisogna vedere “come” ve lo raccontano … e come la bevete).
Ma può un uomo che ha passato tutta la notte 🙂 a selezionare i proverbi e le locuzioni che il buon professor Elio ci ha messo a disposizione, perché tu per primo – @CIACOLE – ne possa trarre ulteriore giovamento, albergare nel proprio cuore, fino a riempirlo, sentimenti quali il dispiacere, il risentimento e la pura cattiveria?
Ieri sera il BLOZ è stato visitato da @informatissimo che, se non fosse per il tema incalzante del commento, potrebbe concorrere al premio trolletto dell’anno. Dice il nostro:
Vi agitate tutti per niente, Manfreda ha aspettato inutilmente la preannunciata e temuta visita di Danilo. Danilo non è potuto andare per mancanza di tempo, e allora Manfreda gli da ancora cinque anni di tempo perché lo possa andare a trovare in comune, se questa non è democrazia !
Ovviamente c’è una spiegazione alternativa. Un sindaco non ha la prerogativa di convocare un cittadino per sapere perché scrive quel che scrive, per esempio, sul BLOZ. Un cittadino, invece, ha sempre la possibilità di andare – quando vuole, quando lo ritiene più opportuno (ovviamente nelle finestre pubbliche stabilite) – dal sindaco per chiedere lumi. Al massimo il sindaco può inventarsi una scusa, ma il suo compito è quello di dare risposte (le sue). Questo perchè è il sindaco al servizio del cittadino e non viceversa.
Ora, io ho fin dall’inizio impostato tutto sul piano pubblico e vi è soverchiante evidenza che quello che scrivo qui lo si può leggere in qualsiasi parte del mondo: più pubblico di così. E’ il sindaco a non aver voluto darmi una risposta pubblica, qualsiasi essa fosse, preferendo la partita privata (qui qualche argomentazione in più sull’argomento). Non me ne dolgo perché vi darò conto di quanto mi dirà: solo che sarà la mia versione dei fatti, mancando la sua. Ma non dubito che crederete a quanto vi dirò.
Ad ogni buon conto lo ripeto: niente, niente al mondo (escludendo eventi che dovessero cancellarmi dalla faccia della terra, tiè) potrebbe mai togliermi la soddisfazione di sentire gli argomenti del sindaco riguardanti le motivazioni per le quali il BLOZ sarebbe da biasimare. Quindi, @informatissimo, mettiti il cuore in pace.
La tua temerarietà mi dà anche l’opportunità di proporre un nuovo contributo, il terzo, alla quadrilogia blozziana. Il concetto si sposa con quanto detto precedentemente.
Qui comando io: sono io che decido se, quando e come. Sono io che decido i colori.
«Questo non è un qualsiasi consiglio comunale del cazzo».
(E poi ho quel video in lengoa veneta che devo decidermi di fare)
Ecco, cocco de mamma tua, l’hai capita ‘sta cosa o te lo spiego una seconda volta con altre parole? Fammi sapere. Nel frattempo goditi questa terza parte della quadrilogia blozziana (ricordatevi di dare ad essa il giusto inquadramento prospettico, magari leggendo la note riportata sotto il video).
Insomma:
«Andiamo avanti lo dico io».
Avete capito tutti quello che vi ho detto?
(ad ogni buon conto la cosa non finisce qui perché ho in serbo una quadrilogia – niente paura, sarà di grande sintesi – con la quale fornire altri spunti sul perché io, il qui presente corsaro, non ponga la figura del sindaco fra le proprie massime aspirazioni; la risposta andrà cercata, per chi lo vorrà fare, in ognuno dei quattro contributi che ho in animo di pubblicare, tenendo conto che non tutti pesano allo stesso modo e che uno – in particolare – mi si addice quasi totalmente)