Resto in tema di decoro urbano che, come sappiamo, non è composto dalla sola pulizia delle bordure stradali.
Nell’imminenza di quelle che ho già definito altrove “celebrazioni pellegriniane”, segnalo una evidente stonatura a cui si può mettere mano con poca spesa (forse addirittura senza spesa).
Davanti all’entrata del palazzo municipale fanno brutta mostra di sé le due tabelle che si vedono nella fotografia a lato. Non è un grande spettacolo, proprio di fronte all’entrata della “Casa del Comune”. Può essere che quella che indica il municipio non sia più considerata utile: in questo caso la si tolga.
Se qualcuno dovesse decidere che la cosa da farsi è buona e giusta, si tenga conto anche, col tempo, dell’ altro cantuccio urbano non proprio edificante in termini di decoro (credo che anche le ditte potrebbero trarre vantaggio dalla sostituzione delle tabelle che, così come sono, fanno, casomai, una “cattiva” pubblicità).
Il decoro urbano è un elemento essenziale della qualità della vita. Quando parlo della qualità della vita mi riferisco specificamente a quella di chi vive a Lozzo, e più in generale in Cadore. E’ chiaro che il decoro ha risvolti anche sul turismo, ma ora ci interessa la qualità della vita di chi a Lozzo ci vive tutto l’anno.
La pulizia del paese è uno degli elementi del decoro urbano, ed è un diritto che non ci può essere negato.
Dobbiamo renderci conto che la percezione che ognuno di noi si porta dietro quotidianamente, di sé stesso e dell’ambiente che ci circonda, ha un’enorme importanza. E questa percezione, subdolamente, ci condiziona. Quante volte siamo stati partecipi del fatto che, in presenza di un’area degradata o perlomeno sporca, ci sentiamo in fondo autorizzati a “gettare per terra” ciò che, in altri contesti, terremo con noi per riporre nei cestini della spazzatura. E’ una esperienza banale ma veritiera.
Un paese non pulito e trascurato, deprime subdolamente la voglia di fare e di porsi nei confronti dei più generali interessi di tutta la comunità. Un paese non pulito e trascurato non aiuta di certo la gente ad essere ottimista.
Per la gente è determinante sapere di vivere in un paese che crede ancora in sé stesso. E un paese che crede nel proprio futuro non può essere trasandato, trascurato, sporco e indecoroso. Oggi però mi sento di dire che porterei con soddisfazione un conoscente a fare un giro per il paese.
Non è la perfezione, non ci si può accontentare del tutto, ma sembra che la strada giusta sia stata imboccata: la curva di via Col Vidal (nei pressi della casa di riposo), i due tratti di via S. Rocco e via Da Rin laterali a Niantremure (Manadoira), la stessa via Loreto, per fare alcuni esempi, si sono ingentilite (è cosa di oggi, 4 agosto). Le entrate al paese sono decorose, quella dal lato del viale dei Missionari è ai limiti ma è ancora accettabile.
Sto parlando della pulizia delle bordure stradali: rilevo e sottolineo in positivo ciò che sto vedendo (anche se siamo il 4 di agosto), spero che non sia solo una fiammata. Tra un po’, è vero, il vigore vegetativo diminuirà, ma non ci sarà più il traino di S. Lorenzo e delle imminenti “celebrazioni pellegriniane”. Noi però continueremo a vivere a Lozzo, per il resto dell’anno. E per tutto l’anno non chiediamo che il giusto decoro, quel tanto da poterci rendere orgogliosi di vivere in un piccolo, semplice, bel paese.
La notizia è leggermente datata, riferendosi al 24 luglio scorso, ma le Dolomiti avevano una maggior importanza e l’ hanno momentaneamente oscurata. Ma è giunto il momento di darne conto perché, nel suo piccolo, l’episodio ha un ché di eroico e quando ho visto che stavano ultimando i lavori mi ha preso una certa commozione.
Si tratta di un episodio della gestione della pulizia del nostro paese. Così come per via Col Vidal, anche per via Loreto la strategia messa in atto per la loro pulizia è la tecnica “a singhiozzo“. Mai che si riesca a vedere una via pulita per intero, si procede a “pezzi” (ma deve esserci un oscuro disegno alle spalle, che prima o poi mi diverrà chiaro).
Lo sforzo è di quelli titanici se, come è vero, dal 9 maggio siamo arrivati al 24 luglio prima di avere questo tratto di via pulito. Qui infatti mi riferisco al tratto della via Loreto dal Capitel a Brodevin (innesto con via Marmarole).
Devo ammettere però che l’onda lunga dello sforzo profuso dall’Amministrazione per garantirci un paese pulito sta dando i propri frutti: ci siamo infatti lasciati alle spalle il brutto periodo primaverile e con l’inizio dell’estate, con lentezza ma inesorabilmente, le cose sono migliorate. Basta dare un’occhiata alla galleria di foto qui proposta.
Nei giorni scorsi gli operai stagionali della Comunità Montana hanno tagliato le erbe nell’area della Roggia dei Mulini. Un lavoro impeccabile, condotto da cima a fondo, cioè partendo a valle all’inizio del percorso e giungendo alle porte della centrale di Leo.
Un “modus operandi” che, appena mi sarà possibile, documenterò su questa pagine, a futura referenza.
In questo loro lavoro gli operai della CM hanno raccolto tutta l’erba e l’hanno concentrata in tre o quattro covoni. Ho avuto occasione di parlare con loro, soprattutto per sapere quanto tempo siano stati a fare il “capolavoro” che andrò a documentare.
In quella occasione mi riferirono che l’ultimo piccolo sforzo, quello di portare via l’erba raccolta nei covoni, avrebbe dovuto essere fatto dagli operai del comune, avendo loro finito il “monte ore” a disposizione per questo intervento.
A due settimane di distanza l’erba non è stata ancora portata via e fa, per così dire, bella mostra di sé proprio davanti all’ entrata alla Roggia del parcheggio di Prou.
Ve ne sono altri due di cumuli, nelle immediate vicinanze di quello in foto, sempre lungo la stradina di accesso alla Roggia (gli operai della CM hanno fatto i covoni vicino all’entrata per facilitare l’operazione di asporto).
I covoni di erba appena tagliata danno un senso di allegria, dopo un po’ sono ancora accettabili perché evocano i “bagni di fieno”, adesso fanno schifo.
Una volta era proprio verde, perché al suo posto c’era il Brolo de Sior Tita. Ma anche oggi lo si può osservare nella sua splendida livrea estiva. E’ una concessione che ci viene offerta dall’amminsitrazione comunale che, alla sterile distesa di grigie mattonelle, predilige il verde speranza dell’erba.
Questo è un altro esempio del decoro urbano che tanto piace a questa amministrazione, cui dobbiamo soggiacere noi cittadini, e che offriamo come esempio (cattivo se non pessimo) al turista.
Se intendete godervi lo spettacolo non abbiate fretta: la festa a Prou, quella con la Corsa del le burèle, è programmata per il 22 agosto. Per quel tempo, probabilmente, ci metteranno mano, ma fino ad allora dovrebbe essere garantita la presenza del green.
Il tutto, credetemi, è stato studiato ad arte, in particolare per dare continuità al percorso della Roggia dei Mulini e permettere al turista di non essere catapultato bruscamente sull’urbano asfalto.
Qui di seguito la galleria di immagini che illustra lo stato del parcheggio alla data del 4 luglio 2009 (per ingrandire le immagini e far partire la galleria basta cliccarci sopra); si può osservare anche lo stato delle canalette di scolo dell’acqua, con la speranza che nessuno si sloghi un piede camminandoci sopra (non sono profonde ma il piede ci si può incastrare):
Nota dell’ 11 luglio 2009: devo con stupore ammettere che, contro ogni previsione, le bordure erbose del parcheggio sono state rasate, conferendogli finalmente uno status di oggetto civico. No, non in virtù della sensibilità dell’amministrazione: due operatori della Comunità Montana, che hanno fatto uno splendido lavoro nello sfalcio della Roggia dei Mulini, giunti al parcheggio, mossi da pietosa compassione, l’hanno restituito al dominio dei beni civici. Da qui al 22 agosto, comunque, l’erba ricrescerà …
La pulizia delle stradeè il primo elemento, in ordine di importanza, che noi usiamo per creare la percezione dell’ambiente urbano che ci attornia (di qualsiasi ambiente urbano).
E’ così anche quando ci rapportiamo alla pulizia di un pavimento: se entriamo in un hotel a 5 stelle che presenta un pavimento sporco, possiamo essere attorniati dalle più sfavillanti suppellettili, ma la nostra percezione sarà assolutamente negativa.
Punto 2: quali sono le strade da tenere pulite.
Tutte. In un paese come il nostro tutte. Ma se proprio dobbiamo evidenziare delle priorità, le strade che devono essere sempre tenute pulite sono quelle che permettono di entrare nel paese, nelle sue borgate.
Provenendo dal Ponte Nuovo esse sono via Roma (la Nazionale) ed il tratto viale dei Missionari – via Loreto.
Stato attuale delle strade prese in esame:
Per via Roma (zona Colis): il taglio dell’erba sulle aiuole spartitraffico e la pulizia dei bordi dalle erbe infestanti del tratto di raccordo tra bivio e via Roma, richiedeva un intervento già nell’ultima settimana di maggio (tra il 25 ed il 31), che invece è avvenuto il 10 giugno (due settimane dopo). Al momento in cui scrivo l’area si presenta con un grado di decoro urbano sufficiente.
Per viale dei Missionari: nulla è stato fatto e l’erba ai bordi prospera (la pulizia del fondo stradale è invece decente).
Per via Loreto: devo tralasciare qualsiasi commento riguardante le vicende del materiale che da Soravia immancabilmente, ad ogni temporale, invade la sede stradale pubblica: per questo mi verrebbe da scrivere un articolo apposito di cui avrei, peraltro, già in mente il titolo “la repubblica indipendente di Soravia”.
Tralasciando quindi questa cosa, per decenza, mi limiterò a mettere in evidenza che:
tutta via Loreto richiede una energica pulizia del fondo stradale da almeno un mese;
le erbe sui bordi sono ancora lì dall’ultima settimana di maggio;
la cunetta del tratto dal Capitello al bivio con via Marmarole è roba da favelas, neanche da bidonville;
Allego documentazione fotografica: dal vivo è peggio.