Quoziente di nuzialità delle province di Bolzano e Trento, del Veneto e del Friuli Venezia Giulia oltre alle cosiddette ripartizioni dell’Italia (su demo-istat la serie di dati completa). Nel grafico sono evidenziate solamente le province di Trento, Bolzano e Belluno confrontate con i quozienti del Veneto, del Friuli Venezia Giulia e dell’Italia (qui i quozienti di natalità e di mortalità già pubblicati).
Quoziente (o tasso) di mortalità delle province di Bolzano e Trento, del Veneto e del Friuli Venezia Giulia oltre alle cosiddette ripartizioni dell’Italia (su demo-istat la serie di dati completa). Nel grafico sono evidenziate solamente le province di Trento, Bolzano e Belluno confrontate con i quozienti del Veneto, del Friuli Venezia Giulia e dell’Italia.
Quoziente (o tasso) di natalità delle province di Bolzano e Trento, del Veneto e del Friuli Venezia Giulia oltre alle cosiddette ripartizioni dell’Italia (su demo-istat la serie di dati completa). Nel grafico sono evidenziate solamente le province di Trento, Bolzano e Belluno confrontate con i quozienti del Veneto, del Friuli Venezia Giulia e dell’Italia.
Ogni tanto il baldraccone europoide sforna qualcosa che sembra avere una qualche utilità. C’è un nuovo gingillo (c’era anche prima ma ora è più meglio), l’EFAS (European Flood Awareness System) – inondiamoci consapevolmente – con la sua articolata e affascinante emanazione mappale. Non ho ancora capito perché la maggior parte dell’Italia, Veneto compreso, non faccia parte delle EFAS Partner Regions (la porzione di mappa qui pubblicata illustra proprio questo “elemento”) ma tant’è. A parte il settore “flood” ci sono un sacco di parametri con cui gingillarsi!
Da noi, quella serata del 4 settembre 2016, si aprirono le cateratte e la piena improvvisa che ne seguì fece parecchi danni alle cose, ma nessuna persona fu coinvolta in alcun modo (qualcuno, avendo trovato la strada del rientro impraticabile, passata la notte nelle baite nelle quali si trovavano al momento dell’evento, rientrò a casa il giorno dopo).
Ma basta alzarsi un po’ dal proprio orticello per capire che quel tipo di eventi, le alluvioni/piene improvvise e localizzate, si presenta a gogò. Nel 2018, fino al 12 dicembre, in ambito europeo (con l’inclusione di parte del Nord Africa e del Medio Oriente) si contano 152 morti da flash floods (almeno secondo i dati raccolti da European Severe Storm Laboratory). E i cerchietti blu, “un’infinità”, descrivono gli eventi di “heavy rain” (ho cercato cosa intendano per heavy rain, quale sia insomma il parametro che lo qualifichi, senza successo).
Ma la parte del leone, in termini di danni economici, spetta alla grandine.
Si parla delle dichiarazioni di reddito da lavoro autonomo (qui articolo Info Data il Sole 24 Ore). La media italica è di 1,87%. A San Vito dichiara un reddito da lavoro autonomo il 3,41% dei contribuenti, il valore più alto tra i comuni della provincia di Belluno. Lozzo s’accuccia al 41° posto, con uno 0,84%.
Maaaaaah!!!
Saranno anche dati Mef, ma lo scenario mi appare alquanto liquido. Quelli di Info Data hanno anche provato a calcolare un “fattore di rischio” relativo al… diventare autonomi (è il secondo grafico proposto nel loro articolo), che si basa sulla differenza tra il valore medio del reddito da lavoro dipendente e da lavoro autonomo. A Lozzo il rischio è bassetto, essendo il valor medio del reddito dipendente di 19.328 euri e quello autonomo di 42.681 euri (ci sono comuni, per esempio Borca e Perarolo, nei quali conviene restare dipendenti, ché l’autonomo ha reddito inferiore).
(nelle gradazioni arancio i comuni sopra la media dell’1,87%, nelle gradazioni blu quelli sotto)