Curiosando
Istat: l’offerta comunale di asili nido e altri servizi socio-educativi per la prima infanzia (2012/2013)
Da Istat fresca di giornata (dove trovate la tabella excel con tutti i dati di spesa):
Nell’anno scolastico 2012/2013 sono 152.849 i bambini di età tra zero e due anni iscritti agli asili nido comunali; altri 45.856 usufruiscono di asili nido privati convenzionati o con contributi da parte dei Comuni. Ammontano così a 198.705 gli utenti dell’offerta pubblica complessiva.
Nel 2012 la spesa impegnata per gli asili nido è stata di circa 1 miliardo e 559 milioni di euro. Il 19,2% di tale spesa è rappresentato dalle quote pagate dalle famiglie, la restante a carico dei Comuni è stata di circa 1 miliardo e 259 milioni di euro.
Fra il 2004, anno base di riferimento, e il 2012 la spesa corrente per asili nido, al netto della compartecipazione pagata dagli utenti, ha subito un incremento complessivo del 48%. Nello stesso periodo è aumentato del 36% (oltre 52 mila unità) il numero di bambini iscritti agli asili nido comunali o sovvenzionati dai Comuni.
Nel 2011, per la prima volta dal 2004, si ha un decremento del numero di bambini beneficiari dell’offerta comunale di asili nido (-0,04% nel 2011) confermato anche nel 2012 (-1,4%).
Nel 2012/2013 sono in calo le iscrizioni agli asili nido comunali (circa 2.600 utenti in meno rispetto all’anno precedente) e in misura più contenuta i contributi dei Comuni ai nidi privati o alle famiglie (circa 300 bambini in meno).
La percentuale di Comuni che offrono il servizio di asilo nido, sia sotto forma di strutture che di trasferimenti alle famiglie per la fruizione di servizi privati, è passata dal 32,8% del 2003/2004 al 50,7% del 2012/2013.
Forti le differenze territoriali: i bambini che usufruiscono di asili nido comunali o finanziati dai comuni variano dal 3,6% dei residenti fra 0 e 2 anni al Sud al 17,5% al Centro. La percentuale dei Comuni che garantiscono la presenza del servizio varia dal 22,5% al Sud all’76,3% al Nord-est.
Nell’anno scolastico 2012/2013 l’1,2% dei bambini tra zero e due anni (circa 20 mila) ha usufruito dei servizi integrativi per la prima infanzia. Tale quota risulta in diminuzione nel corso degli ultimi tre anni di osservazione.
Sommando gli utenti degli asili nido e dei servizi integrativi, sono 218.412 i bambini che si avvalgono di un servizio socio-educativo pubblico o finanziato dai Comuni, il 4,8% in meno rispetto all’anno scolastico precedente. Il calo degli utenti è più accentuato per i servizi integrativi per la prima infanzia (oltre 8.000 bambini in meno rispetto al 2011/2012), più contenuta la diminuzione degli utenti per gli asili nido (circa 2.900 bambini in meno).
Google Trekker (o del ‘Vieni avanti, cretino!’)
Era più o meno un anno fa quando Google lanciava anche in Italia il programma Trekker di Street View. E a quel tempo mi venne quasi la voglia di partecipare. Mi dissi che in fondo uno zaino di 18 chili non era (ancora) un problema e che i sentieri delle Dolomiti che avrei potuto documentare, almeno quelli del Centro Cadore, li conoscevo abbastanza bene!
Insomma, avrei potuto essere un primo cretino. Ma poi feci calcolo che avevo ancora diverse cosette serie da portare (o perlomeno cercare di portare) a termine ed altre meno serie, come pettinar bambole e smacchiare giaguari, che comunque mi attendevano. E lasciai perdere, all’ultimo minuto, l’invio di quella richiesta.
E chissà perché volsi il pensiero ai nostri enti amministrativi ed in particolare ai sindaci: mi dissi che ne basterebbe uno, anche uno dei mefitici della Magnifica Banda, da scuotere dal torpore: “Vieni avanti, cretino!“.
Poi volsi il medesimo pensiero alle nostre associazioni di categoria, ai lustrascarpe, ma anche agli operatori del commercio e del turismo e, ancora, mi salì alla testa quella perentoria esclamazione “Vieni avanti, cretino!”.
E quindi pensai alla cosiddetta società civile, agli alpini, ai fanti, ai pompinatori, ai pompieri, ai caisti, ai soccorritorialpini, ai referendari, ai monarchici, ai panchinari, ai mipiacisti, ai cooperativisti sociali… Insomma, pensai ai fermenti vivi che danno luogo alla nostra composita comunità. E anche in questa occasione, insopprimibile, … “Vieni avanti, cretino!”.
(non che mi piaccia proprio al 100% questo approccio invadente ma il mondo è fatto anche di teste di birillo che bisogna assecondare. Vara, vara: ghe se anca Venessssia))
Tutto ciò per chiedere a chi è in ascolto: ma ‘sto cretino, si è poi fatto avanti?
(sommessamente: avevo poi pensato di mappare anche l’altopiano di Pian dei Buoi, con tutte le emergenze storiche che orbitano attorno al villaggio militare di Col Vidal; e poi avrei voluto mappare il paese di Lozzo burela par burela, bancia par bancia; e poi ciò che di meglio possiamo offrire … le zoccole di montagna e poi e poi … e nelle Four Seasons, naturalmente!)
Vieni avanti, cretino!
p.s. @Jim, ti prego, prima di gettarti nell’arena, fai un bel respiro (anche allora c’era di mezzo Google Street)
Italy by night
Da lassù è splendida, comunque, come ogni altra parte della Terra.
“I looked on in awe and was rendered speechless by so much beauty” (Reid Wiseman, oggi dalla ISS).
che c’azzecca il Cai di Lozzo con le piantagioni di cotone al parco solare di Loreto?
Gli ingredienti ci sono tutti: giornalista, articolista, pezzista, fate voi. E poi titolista. E poi ancora didascalista. E’ nell’accorta fusione di ogni contributo che nasce e viene consegnata ai posteri la cronaca che, quotidianamente, racconta il dinoccolamento delle nostre genti.
Un’immagine vale più di mille parole, si è sempre detto. E calibrare le immagini sul pezzo non è propriamente un’arte ma richiede ugualmente una qual certa… riflessione interiore. Tanto più se all’immagine ci appiccichi una didascalia (e qui c’è il doppio inganno: nelle foto e nelle didascalie).
E allora, che c’azzecca il Cai di Lozzo di Cadore con le foto poste a corredo dell’articolo: il Cai di Lozzo è al lavoro sui sentieri apparso sul Corriere delle Alpi del 24 luglio 2014?
Perché la prima, “Gli uomini del Cai di Lozzo liberano i sentieri dagli alberi caduti“, è luogo extraterritoriale riferentesi ad una galleria lungo la ciclabile delle Dolomiti nei dintorni di Valle, mentre la seconda, “Un altro intervento sui sentieri“, ritrae maestranze agricoloidi lozzesi presso il parco solare di Loreto intente a dar vita ad una piantagione di cotone (non ne sapevo niente: sono mesi che non passo da quelle parti ma mi è stato detto che, finalmente, dopo ben 5 anni di promesse del sindaco, le famose piante del papa sono state messe a dimora).
(la nostra è terra di genti di fervida fantasia dove esempi di giornalismo creativo incastonano una realtà sempre più nera allietandone i contorni)
bomba d’acqua su Cortina (anzi no: tra Grava di Sopra e Boite)
(o dell’acuto dramma del previsore in questi momenti meteoritici)
Oggi si chiamano così, bombe d’acqua. Una forma di spettacolarizzazione lessicale. Anziani in paese (qui a Lozzo) tornando ai ricordi di scuola mi raccontavano che il maestro Rocco, quando la pioggia veniva giù a sege reverse, osservando l’evento oltre i vetri polverosi della scuola soleva affermare: “ragazzi, il tempo minacccia…”.
Ognuno ha il proprio modulo interpretativo.
Avete presente quando d’estate vien giù a catinelle a Domegge e qui a Lozzo risplende il sole (o viceversa)? Ad Auronzo, che è paese lungo, non è insolito che si scateni n sguergno a Giralba mentre si boccheggia al sole a Reane. Certo, se arrivano di notte e sono così intense, tanto ridere non fanno.
Comunque, visto che nessuno l’ha prevista (un cigno nero?), sta bomba d’acqua , a chi è che dobbiamo dare le 100 frustate d’ordinanza?
(nel caso specifico la nuvola di Fantozzi è da considerarsi di precisione chirurgica)