Curiosando
FVG, sindaci contro le unioni
Delle unioni dei comuni “imposte” dalla regione FVG, che nel frattempo intende disfare le attuali province, ne abbiamo accennato in la Serracchiani e le 17 miniprovince del FVG: un capolavoro esoterico. Ma, tanto per dire, non è che i sindaci di colà siano tanto tanto convinti. Qualche spunto di riflessione anche per il pollaio centrocadorino.
UDINE – Oggi in Regione è andato in scena la protesta dei sindaci contro la formazione delle nuove unioni territoriali. 50 primi cittadini hanno occupato simbolicamente il Palazzo contro la riforma Panontin “Cancella – dicono – la nostra autonomia”
Pian dei Buoi in mountain bike su Sentres (con disperata discesa via Dumele)
Io mi eccito sempre quando mi capita di collegarmi a Sentres (perché il sito è ben fatto ma anche perché sono malato cronico di sentierite). M’era però sfuggito che fra le proposte in “Alto Adige” c’avessero messo anche una biciclata a Pian dei Buoi (me ne sono accorto guglando “pian dei buoi” per vedere com’è posizionato lozzodicadore.eu, il sito del paesello).
Il testo che descrive il percorso (tratto da un libro) è, diciamo, un tantino approssimaticcio:
minuscole/maiuscole a caso; “confina con le Marmarole”: sono lunghe 13 chilometri, le Marmarole, un po’ più di precisione no eh?; lassù non si è mai sparato un colpo (a parte la cupola corazzata fatta saltare dagli austriaci in ritirata), non c’è mai stata una linea del fronte a Pian dei Buoi; l’Antelao è, se vogliamo, maestoso, ma il Ciastelin proprio no, con tutta la buona volontà; e le Tre Cime, lungo il percorso, col cavolo che le vedi.
E la foto: faccio una certa fatica a collocarla lungo la strada del Genio (anche sottosopra, non riesco a ficcarla in nessun luogo conosciuto). E anche sul “Dove dormire” ho qualche velata perplessità: Vitalpina Genießer Hotel Kreuzbergpass (capisco tuttavia la scelta “di parte” e, va detto, è il più vicino albergo altoatesino per chi dovesse terminare la biciclata proposta).
All’altopiano Pian dei Buoi – Itinerario
Un nome che mantiene ciò che promette. l’altopiano Pian dei buoi si estende a ca. 1800 s. l. m.; a ovest confina con il gruppo delle marmarole, a est con il col Vidàl. Neppure questa zona è stata risparmiata dalla grande guerra. Nel Parco della memoria ancor oggi le fortificazioni mostrano dove correva la linea del fronte. Nella scelta di questo tour comunque è determinante la bellezza paesaggistica dell’altopiano, con i suoi lariceti, i pascoli e la vista sull’antelao, le marmarole con il maestoso monte ciastelin e le tre cime.
Descrizione percorso
Centro di ➊ lozzo di cadore (760 m); lungo la Via Vidal seguiamo la segnaletica per il Pian dei buoi, percorriamo 14 km sulla stretta, prevalentemente asfaltata strada di montagna che porta fino al ➋ Pian dei buoi (1775 m) e, sulla strada forestale, raggiungiamo il grande ➌ incrocio (1800 m). Dopo ca 2,7 km di discesa e una breve controsalita (100 m disl.) raggiungiamo il ➍ rif. bajon (1828 m, punto di ristoro). Dal rifugio percorriamo il single trail, segnavia n. 264, fino alla forestale che, con tratti anche assai ripidi, porta a Dumelle; da qui proseguiamo in direzione di Domegge (segnavia n. 265) fino alla località di ➎ Deppo (890 m). A ➏ Domegge (820 m) seguiamo a sinistra l’indicazione ”traversata del cadore“; sotto la ➐ cappella madonna della neve (830 m) seguiamo poi la segnaletica per lozzo di cadore
Ehi tu, Musei Cadore Dolomiti, perché al video sul formaggio che hai appena pubblicato…
Ehi tu, Musei Cadore Dolomiti, perché al video sul formaggio che hai appena pubblicato – legato al Museo della Latteria di Lozzo di Cadore – fai seguire un mio umile testo – introduttivo al pieghevole sul Museo della Latteria (versione pre 160.000 euro / nuovo allestimento) – senza citare la fonte (anzi, le fonti)?
Dimmelo, ti prego!
(non siete voi che parlate sempre di “fare rete”? E allora, nella rete non si cita forse il lavoro degli altri, foss’anche un apostrofo rosa? “Perché l’uomo non è Tarzan, ma la donna cita! Altrimenti l’uomo… somatizza!”)
Pubblicato il 23 feb 2015
Itinerario museale alla scoperta della storia e delle tecniche utilizzate nella lavorazione del latte, antico mestiere dell’uomo La Latteria Sociale di Lozzo di Cadore nasce come società il 6 ottobre 1884 per soddisfare l’esigenza che la popolazione manifestava da tempo di lavorare il latte prodotto dagli animali allevati in paese, per ottenerne formaggio (formai) burro (butiro) e ricotta (puina), in un unico luogo. Prima del 1884 il latte infatti veniva portato, al fine di ottenerne i prodotti derivati, nelle case dei pochi esperti che vivevano in paese e che disponevano dell’attrezzatura necessaria per la sua lavorazione. Nell’anno della fondazione a Lozzo vi erano 563 bovini e 642 animali minuti, ossia capre e pecore; nel non lontanissimo 1970, dal libro dei soci risultano presenti in paese 400 mucche il cui latte veniva lavorato quotidianamente in latteria. Dopo quella data, repentinamente, la gente del paese hacessato di allevare gli animali e di conferire conseguentementeil latte in latteria, tanto che nel 1984 l’attività è stata chiusa […] Ho realizzato il pieghevole per l’Associazione Latteria Sociale nel quadro di un più articolato impegno volontaristico indirizzato a sostenere e sviluppare forme di accoglienza turistica a beneficio della nostra comunità. E’ disponibile all’indirizzo di seguito specificato; il lavoro è rilasciato con licenza Cretive Commons By-Nc-Nd (citando l’autore puoi usare quest’opera liberamente, senza modificarla, purchè ciò che fai con essa non abbia fini commerciali). Esso è concesso, a titolo gratuito, a chiunque intenda utilizzarlo nel rispetto della dichiarata licenza d’uso.
(e poi, un po’ di forma: mettetici il punto nel “titolo” dopo “antico mestiere dell’uomo”. Magari andate a capo per farlo apparire come tale, titolo, o fatelo in neretto. Un punto andrebbe messo anche alla fine del testo vero e proprio “nel 1984 l’attività è stata chiusa”, togliendoci tutta la parte da […] alla fine, che col museo non c’entra niente (sfuggito il grilletto del copincolla eh!)).
un bel dì sull’appennino parmense…
Qualche giorno fa ho promesso a un neorenziano con un passato radicale che avrei ripescato un video che, a suo tempo, or sono 4 anni, mi aveva “incoraggiato” a guardare con più serenità al futuro. Futuro che era, ed è ancora, reso nero anche (anche) dai sindaci facocèri (è per non chiamarli maiali) che vedo oggidì, per fare un esempio, ruzzolarsi nel fango (e lasciamo stare il passato vergognosissimo legato al buco Bim-Gsp).
Non ho alcuna idea di come siano progredite le cose descritte in questo video in quel di Bardi, comune di 2.260 abitanti posto a 625 m sull’appennino parmense, ma tanto dovevo a questo neorenziano, nella speranza che anche lui ne tragga spirituale giovamento.