fenomeni particolari…
Celato, ma anche gli arpaviani hanno un certo qual senso dell’umorismo:
Fenomeni Particolari: L’ARPAV VI AUGURA UN BUON E SERENO NATALE
Celato, ma anche gli arpaviani hanno un certo qual senso dell’umorismo:
Fenomeni Particolari: L’ARPAV VI AUGURA UN BUON E SERENO NATALE
(la “cavallina storna” è uno stile dello scrivere improntato sulla vaghezza, l’incertezza, l’approssimazione: un saltabeccare con la penna; la cavallina storna è storna di suo, ma qui nella descrizione della “ciaspolata” da Misurina a Monte Piana, in dono sotto l’albero di Natale (non so da quante stagioni), la cavallina appare risolutamente disorientata nel tempo e nello spazio, oltre a indulgere in più di qualche incertezza stilistica. Il commento s’è dilungato sicché questo è l’articolo bis, ma vi sarà anche un ter a chiudere il tentativo di comprensione dello sforzo letterario: qui trovate l’introduzione)
Impossibile perdersi salendo al rifugio Bosi e sulla vicina vetta del monte Piana, monumento alla Patria (dove è stabilito che sia un monumento alla Patria? questa è pura invenzione; in relazione alla Grande Guerra è certamente un luogo simbolico, e non v’è dubbio che si possa considerare un Museo a cielo aperto. Punto) perchè (si scrive perché, con la é) teatro di sanguinosi scontri durante la Prima Guerra Mondiale (se bastasse essere stato un teatro di sanguinosi scontri, tutte le Dolomiti sarebbero punteggiate di monumenti alla Patria).
Si può, invece, perdere la pazienza se si incappa in una di quelle giornate in cui le motoslitte circolano troppo frequenti (questa è roba dantesca: “circolano frequenti”): è consiglabile (gliabile, non glabile), ove possibile (ove o quando?), scegliere un giorno feriale (se però sei qui durante le feste, quando ogni giorno feriale è anche giorno festivo, sei irrimediabilmente fottuto) o partire presto al mattino (alle 3 del mattino? alle 6? basta alle 9? facciamo alle 9,30?), affrontando la montagna (affronti la nord dell’Eiger, non 5 km di strada battuta) nella situazione di quiete e tranquillità che essa merita.
Si parte dai dintorni di Misurina (ve l’ho detto che è storna, la cavallina; prendete nota: si parte dai dintorni di Misurina (Carbonin? Cimabanche? Pio XII? Col de Varda? ), benedetta precisione): salendo verso il lago di Antorno si notano subito le evidenti indicazioni per un parcheggio alla base dello skilift (è alla base dello skilift: cioè il parcheggio non è del tipo lievitante; questo, dello skilift, sarebbe l’arrivo, detta anche stazione a monte) e per le gite con slittini e motoslitte (anche qui: prosa altissima).
La discesa in slittino, per chi farà la fatica di trascinarlo fino in vetta (gli altri no, giustamente: o te lo porti su tu, o non ne godi), merita davvero!
La salita parte (eravamo già partiti una prima volta, ricordate, “dai dintorni di Misurina” (forse col calesse? forse in auto?): questa è dunque una seconda partenza, presumibilmente “a piedi”) morbida (come un Condorelli) sulla sinistra delle case poste appena sopra il parcheggio (andiamo con ordine: “delle case” è equivalente a una casa che ha funzione d’hotel e il nome Chalet Lago Antorno; sopra il parcheggio non ci sono case, ma una colonna d’aria che raggiunge la troposfera): un’evidente traccia prende quota nel bosco (la traccia sarà anche evidente, ma non prende un cavolo di quota, mantenendosi da qui fino a Forcella Bassa liscia come l’olio; gli umani riconoscono in codesta traccia il sentiero segnavia n. 122).
(continua…)
(c’è chi scrive articoli cocodè – come questo – e chi li scrive in stile cavallina storna: quello che segue ne è un primo esempio, relativo alla sezione “IN BREVE”, cui ne seguirà un successivo riguardante il corpo del testo; le mie considerazioni “nei rientri”)
IN BREVE
(nonostante sia breve! vedi oltre)
Partenza: lago di Misurina – lago di Antorno, partenza skilift, 1750 mslm
(una riga criptica per una lettura incertissima: lago di Misurina trattino lago di Antorno (che vorrà mai dire: un po’ qua e un po’ là?); la sponda più vicina del lago di Misurina si trova a quasi 300 m dal punto di inizio del percorso, perlomeno quello da me conosciuto; il lago, poi, si sviluppa “di là” per più di 900 m, quindi “lago di Misurina” un cavolo (neanche avessero fatto lo sforzo di scrivere “nei pressi del lago”);
partenza skilift: se è partenza siamo giù, “a Misurina”, ma se coinvolgiamo il lago di Antorno (con o senza trattino) siamo su, e allora – se proprio vogliano prendere lo skilift come riferimento – quello è l’arrivo;
1750 mslm: lasciate perdere quel slm; non c’è niente di male ma non serve a nulla: concentratevi sull’arrosto)
Arrivo: monte Piana, 2325 mslm (tel. Rifugio Bosi 0435/39034)
Tempo di percorrenza: 1h45′ per il rifugio Bosi, 30′ per la vetta del Monte Piana. Discesa 20′ al rifugio Bosi e un’ora abbondante per il rientro a Misurina. Più veloce una slittinata dal rifugio!
(“Più veloce una slittinata dal rifugio!” Il vocabolo slittinata non esiste nella lingua italiana: si giunge, al massimo, per ora, a slittata. Si, ok, visto quanto siete bravi vi potremmo concedere una licenza poetica, ma mettetela tra virgolette (del tipo, “sappiamo che è una cazzata ma è così simpatica!”); se ci tenete, potreste proporvi per un riconoscimento pubblico come quello concesso a “petaloso“): insistiscite, la fortuna sorride agli audaci!)
(elementi sul campo per inquadrare il primo punto di partenza del percorso: parcheggio auto pubblico all’inizio della strada per le Tre Cime… di fronte al Bar Genzianella… a lato del camping… proprio a lato della partenza dello skilift (del campo scuola… della Loita…: pensate, ha anche un nome!); è che la cavallina storna… era storna)
Un fenomeno “complicato” da descrivere, e non da oggi ovviamente (sullo sfondo, c’è sempre uno Stato che raspa…). Dati da Gruppoespresso.it (la grafica è una selezione dei dati riportati dal sito).
Un articolo cocodè. Meno peggio, devo dire, di tanti altri che popolano il web di questi tempi con il medesimo argomento. Dunque… Se mi fai un bla bla bla di carattere generale sulle ciaspe, posso anche accettare l’azzardo di vedermi mettere a corredo fotografico un dromedario sotto le palme dei tropici.
Ma se fai lo sforzo titanico di descrivermi un percorso specifico, inquadrato “tra i Cadini di Misurina”, non puoi mettermi a corredo fotografico la Civetta, anche se in veste invernale. Sarebbe appena appena accettabile, ancorché poco fine, se l’immagine fosse accompagnata da una didascalia con la corretta attribuzione (sì, la cosa sarebbe anche ridicola, ma, almeno, formalmente corretta).
Perdoniamo all’autore, nonostante faccia ridere i polli, il trafiletto (che precede quello qui riportato) nel quale, riferendosi al Regno delle Ciaspe, parla di “Iniziativa di carattere europeo”.
Inoltre: un “itinerario comodo e sicuro”? Sicuro che sia sicuro?
Uno sforzo, dicevamo, titanico, soprattutto per l’enfasi “grassetta” (su “Lago di Misurina a quota 1770 metri” e “maestosa catena delle Marmarole”), un vero tocco di autorevolezza (e dillo che l’hai copiato di sana pianta no!? non s’offende mica nessuno!). E, visto che c’eri, ti costava tanto mettere un link “al Regno” anche se piccino piccino?