Sarkó è in campagna elettorale. Per questo ha bombardato così volentieri i civili in Libia pur ombrellato dalla Nato. Per lo stesso motivo, pur al collare della Germania, sta tirando le orecchie a tutti gli Stati membri inadempienti della UE. Con la Grecia si trattava di salvare le banche francesi e tedesche, con l’Italia, che sembra smilza stretta com’è nel suo stivaletto, ma che è un vero maialone in campo economico, debiti compresi naturalmente, si trattava di soccombere. Perché se l’Italia scivola per terra, cadono tutti i birilli dell’effimera unione monetaria europea. Prima. Dopo, subito dopo, l’aria a Wall Strett si farebbe di un eletrizzante da far rizzare tutti i peli del corpo umano, anche quelli lì (avete senz’altro capito).
Ecco allora che il bel francese evidenzia che “Senza l’accordo di ieri sera ci sarebbe stata una catastrofe dagli effetti inimmaginabili non solo in Europa, ma nel mondo intero”. L’accordo comprende la lettera fuffa consegnata dall’Italia, poco più di un programma elettorale che qualsiasi sindaco italico avrebbe potuto inventarsi (la fantasia non ci manca, ancora).
Ma la proverbiale grandeur emerge quando, complice la redazione dei fattisti quotidiani, si rivela che:
Quanto al suo Paese, Sarkozy ha promesso una riduzione delle previsioni di crescita per il 2012 dall’1,75% all’1%.
Se va avanti così la rielezione è scontata. Berlusconi resta comunque il migliore, in assoluto. Agli italiani non occorre che prometta alcuna riduzione di crescita: la riduzione, noi, ce l’abbiamo di default.