Delrio: ogni tanto riesce a dire cose sensate…
(via Fatto Quotidiano)
Malvino. Geniale.
L’obiettivo è quello di diventare un paese leader entro vent’anni, dice. Da 100 giorni (24 febbraio) a 1.000 (1 settembre) a 7.300 (10 ottobre): la logica matematica vorrebbe che il prossimo annuncio sia tra 12 giorni (padroni del mondo entro il 2050) e quello successivo il 19 ottobre (la conquista della galassia nel 2055).
Su 10 leggi approvate, 8 hanno avuto bisogno di un voto di fiducia. What else?
[…] Con la ripresa dei lavori a settembre, siamo arrivati a 26 leggi approvate durante il Governo Renzi, e 21 mozioni di fiducia. In poco più di un mese, le fiducie sono state tre, l’ultima delle quali sul Jobs Act proprio ieri notte.
Il tasso è salito all’80,76%, il che vuole dire che su 10 leggi approvate, 8 hanno avuto bisogno di un voto di fiducia. Come se non bastasse, il tutto è reso più allarmante dal confronto con i Governi precedenti. Nessuno da Prodi in poi si era leggermente avvicinato a questo numero, con il Governo Monti come lontano secondo (45%). La media, degli ultimi 11 Governi, è dell’11,63%.
Valeva per i pidiellini, vale anche per i piddini. Sono dei vermi. E come per tutti i vermi non riesci a capire quale sia il culo e quale la faccia. Anche se parlano. Davvero.
Non è che bisogna essere analisti politici per rendersi conto di quello che qui si dice da sempre: Farsa Italia (cioè le interiora putrefatte del PDL) e PD (il partito desaparecido e dei poveri diavoli) si son messi d’accordo su tutto il territorio nazionale per una adeguata spartizione degli enti d’Area vasta, ora eletti in secondo grado dall’ammucchiata sindaci-consiglieri. Anche all’ombra delle Dolomiti si è visto questo listone unico, questa spartizione chirurgica. Anche se qui si è alzata in volo una seconda lista, quella che preoccupa i cazzari!
Propongo un breve ma esaustivo “saggio” della situazione spartitoria (neretto mio):
Nuove province, vecchi vizi
E siamo arrivati alle elezioni provinciali. Qualcuno se ne è accorto? Le province non dovevano essere abolite? Alla fine sono state abolite solo le elezioni provinciali. Sulle quali aleggia pure un fetido odore di casta. Se la eleggono solo sindaci e consiglieri comunali in un tripudio di accordi e compromessi in cui dominano solo la tattica, la spartizione e gli interessi di bottega. Sarà una istituzione depotenziata, dal peso insignificante, non ci saranno emolumenti eppure una cadrega è sempre una cadrega e per ottenerla vale qualsiasi accordo. Nuove province, vecchi vizi verrebbe da sentenziare. E’ il festival delle vecchie logiche tanto criticate quanto sempre resuscitate alla bisogna. Ma questa volta con l’alibi che si tratta di una istituzione di secondo livello, cosa possiamo farci!.
L’immagine è però quella di una copia sbiadita dei, si pensava superati, periodi d’oro della partitocrazia imperante. Da Torino a Genova, da Asti a Cuneo, per fare degli esempi, i partiti hanno fatto un listone unico, tutti insieme appassionatamente per spartirsi i posti. Tutti vincono e nessuno perde e chi se ne frega del cittadino che non ne può più di questi spettacoli da cricca autoreferenziale, tanto non vota, non decide, non controlla. Ma tante sono le province con alleanze inedite o forzate, dove si replica magari la formula che sostiene il governo Renzi, alleanze messe in piedi più che altro per tattica, si pensa al dopo, si regola intanto qualche conto e si alza il prezzo per il futuro. Complimenti!
(Claudio Bollentini da La Bissa de l’Insubria via il Calibro)
Lettura complementare: TFR, Tante Fiabe Renziane.
(a #Ottoemezo la moretti ne deve aver sparate tante di cazzate da superare i botti di San Silvestro)