La realtà è come il Natale: quando arriva arriva. Tu puoi anche cercare di prevedere ciò che succederà, come fanno in differenti ambiti meteorologi e cartomanti, ma poi la realtà bussa sempre alla porta e, qualche volta, non chiede neanche il permesso: entra. Ovviamente ci sono circostanze nelle quali le previsioni sono quasi una certezza, nel senso che “le curve” sono tutte concordi nell’andare “da quella parte”, e in molti casi questo è quello che poi succede. Poi ci sono i casi in cui il tornado vorticosamente roteante cambia direzione, improvvisamente: dopo un chilometro in linea retta, quel cazzo di tornado cambia direzione, e ti corre dietro… (mai fidarsi dei tornado che vanno dritti).
Qui siamo in un ambito più salottiero, roba da pantofolai che devono stabilire se domani il sole si alzerà ancora o no. L’Amico del Popolo, il Rottenmeier provinciale in materia di covid, nell’ultimo numero così si sbilanciava:
… è del tutto improbabile che i nuovi casi entro questa settimana scendano sotto quota 250 su 100 mila abitanti in provincia di Belluno, anche perché purtroppo si attende il conto delle leggerezze che sono state certamente compiute a Natale e capodanno.
Oddio, guardando i dati alle proprie spalle, dovendo recuperare 484-250=234 casi per rientrare nell’aurea soglia, e avendone recuperati nella settimana precedente solo 36, si poteva calcolare, con un difficile algoritmo, in 234/36= 6,5 settimane il tempo necessario a raggiungere quel traguardo. Se si fosse guardato alla settimana prima si sarebbe verificato il recupero di 181 casi e quindi, adottando questa realtà passata per calcolare il futuro, ci si poteva aspettare di andare a 250 casi entro 234/181=1,3 settimane. Prendendo la media di queste due settimane, 108 casi recuperati, la soglia sarebbe stata raggiunta in 234/108=2,17 settimane.
E invece i bellunesi, che si erano dati alla grande strapazzata durante le feste natalizie, si sono rimessi a cuccia e hanno fatto i bravi, come raccomandato un giorno si e l’altro pure dal Rottenmeier provinciale. Risultato: 254 casi settimanali per 100 mila abitanti alla fine di questa settimana. Del resto, come si vede dal grafico (periodo tra le due righe arancioni), e come già scritto altrove, anche le leggerezze “certamente compiute a Natale e capodanno” non hanno dato luogo a nessuna moria delle vacche, anche se possono aver rallentato il rientro a cuccia.
Niente di che, certamente una previsione -quella dell’Amico del Popolo- più sobria di quanto annunciato sull’emerita testata corriera delle alpi riguardo al boom di contagi che non c’è mai stato. Solo per sottolineare che qualche volta la realtà neanche bussa, entra e basta.
(il problema serio è un altro: già era difficile capire perché mai Belluno fosse lassù a 850 (casi settimanali per 100k) quando Rovigo era a 300; ora, capire perché Belluno converga insieme a tutte le altre verso i 250 è davvero un rompicapo: non sia mai che il pandolo di natale, Zazzaballa, abbia ordinato alle scuderie sanitarie di fare meno tamponi, ché, realmente, non vedo altri motivi in questa calata sì rapida)