Vanno dicendo che ci vuole la schiforma per fare leggi più veloci.
Anche il più pigro dei trichechi (ma anche l’ultimo dei vermi) capisce che “veloce” non è attributo consono per valutare una legge. L’attributo principe con cui valutare una legge è “buona”: questa è una buona legge (ben scritta, ben interpretabile, utile…). Che cavolo di senso ha dire: questa è una legge “veloce”?
Ripetiamolo: di una legge, molto ma molto prima del “veloce”, abbiamo bisogno che sia buona.
Ma sono poi così lente a “vedere la luce” queste leggi ? Vediamo.
Certo, ci sono leggi che nascono dopo un lungo travaglio (e ovviamente hanno le loro belle motivazioni “politiche”), ma quelle di iniziativa governativa sono partorite in media – udite, udite – dopo solo 172 giorni, neanche sei mesi (dati Openpolis riferiti alla XVII legislatura, quella in corso). Come dire: se c’è la volontà, anche con la Costituzione vigente (la più bella del mondo, ricordate?), le leggi si portano a casa praticamente in un batter d’occhio (vedi anche tabella seguente).
Suvvia! Il 30% dei provvedimenti sono decreti legislativi che, a Costituzione vigente, devono essere convertiti in legge dopo 60 giorni (se non l’avete letto bene: sessanta). Pensate, quegli stronzi di costituenti del dopoguerra avevano previsto una via preferenziale concessa all’esecutivo (il governo) per attuare provvedimenti d’urgenza (da far approvare dall’organo legislativo, il parlamento, dopo appunto 60 giorni).
Riassunto: in presenza di una chiara volontà politica esistono i mezzi e i modi per approvare velocemente le leggi. A sostegno del Sì, quindi, trovate una scusa migliore.
(ci sono leggi approvate in 13 giorni: vedi Leggi lepre e leggi lumaca)
Tratto da Openpolis:
Giorni per l’approvazione di alcuni dei principali provvedimenti della XVII legislatura