5 stalle a maturazione graduale
I 5 stalle sono a maturazione graduale, gradualissima: come il miglior letame. La terra ringrazia (anche i tonni ringraziano).
(via twitter)
I 5 stalle sono a maturazione graduale, gradualissima: come il miglior letame. La terra ringrazia (anche i tonni ringraziano).
(via twitter)
Dai crukketti, sinceramente, mi sarei aspettato di più. Eh, signora mia, non sono più i crukki di una volta. I kartofen si sono messi il cilicio dal primo novembre e recentemente i land si sono dati una martellata sul sacchetto scrotale per altre tre settimane. Certo, il controfattuale (cosa sarebbe successo se non l’avessero fatto) su suolo tedesco non c’è ma… si può ricorrere ad altri suoli (vedremo in seguito). Crauti loro, ma non sembra proprio na genialata (avessero almeno tagliato le morti…).
Iniziamo dalla cattiva notizia. L’epidemia legata al coronavirus ha messo a nudo, se mai ce ne fosse stato il bisogno, la plateale, oceanica inadeguatezza degli organelli d’informazione che operano nella bananiera repubblica italica. A partire dai qui-qua quotidiani, tanto le corazzate Potëmkin quali Repubblica, Corriere, la Stampa ecc., che stanno lentamente inabissandosi, quanto i foglietti locali che galleggiano perché portatori della cronaca locale (alla quale è più difficile trovare alternative, per esempio in rete).
Un pullulare indistinto di giornalai-lemming che sgomitano pur di tuffarsi in quel mare di merda che loro stessi hanno creato e che sarà la loro fine. Tutti appecorati a snocciolare narrative trite e ritrite in un chiacchiericcio disgustoso. Tutti piegati a 90 gradi in ossequio al principio d’autorità, al rispetto di regole che calpestano altre regole, all’esaltazione del potere punitivo esercitato dallo sceriffetto di turno, ben consci che è quello più plateale agli occhi del popolino.
Nessuno, per dire, con qualche lodevole eccezione nell’offerta informativa in rete, che abbia deciso di raccontare la Caporetto sanitaria cui abbiamo assistito. Per esempio, nessuno che si sia chiesto come mai nei soli ricoveri per anziani di Lombardia, Veneto e Piemonte ci siano stati più morti di covid che in tutta la Germania (in ogni angolo della Germania, non nei suoi ricoveri per anziani).
E ora la buona notizia: lo sapevamo già. Il coronavirus li ha costretti ad uscire tutti quanti assieme. Ed è uno spettacolo grandioso:
un pullulare indistinto di giornalai-lemming che sgomitano pur di tuffarsi in quel mare di merda che loro stessi hanno creato e che sarà la loro fine
Lo sceriffetto (anti-corsetta-passeggiata-attività-motoria, ammesse se entro 200 m dalla propria abitazione: com’è buono lei…) è sceso dalla montagna al mercato per condividere la saggezza acquisita anche con noi, annunziando l’avvento di un nuovo tipo di essere umano, il supernanerottolo. Pezzo forte della predica la poesia di Eracleonte da Gela, 233 a.C., che il profeta, pancia a terra, legge di sua sponte.
Così in là nel tempo ma così vicina a noi da sembrare scritta… l’altro ieri. Come si suol dire: pi che se va su, pi se mostra l cu.
(Striscia-la-notizia: Eracleonte da Gela e la fuguraccia di Zaia)
(di seguito -spulciando tra i vari provvedimenti emessi “dalle autorità”- la mia interpretazione dello “stato dell’arte” sulla libertà di circolazione e conseguente possibilità di effettuare attività sportiva e attività motoria all’aperto in movimento)
In Italia la libertà di circolazione è garantita dall’art. 16 della Costituzione:
Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche [cfr. art. 120 c. 2, XIII c. 2]. […]
L’art. 16 stabilisce anche che le limitazioni alla libertà di circolazioni, per motivi di sanità o di sicurezza, debbano avvenire per legge. Si chiama riserva di legge assoluta e significa che con un provvedimento di carattere amministrativo (come i DPCM) non si può modificare la libertà di circolazione: ci vuole una legge.
I DPCM (decreti del presidente del consiglio dei ministri) e le ordinanze dell’8, 9, 20 marzo a valere fino al 25 marzo erano quindi poco più di carta straccia. La toppa è stata messa con il decreto legge 25 marzo 2020 che ha sanato, ex post, questa situazione d’irregolarità farsesca.
Nel DPCM dell’8 marzo, all’art. 2 lettera g era consentita l’attività sportiva e quella motoria:
Lo sport di base e le attivita’ motorie in genere, svolti all’aperto ovvero all’interno di palestre, piscine e centri sportivi di ogni tipo, sono ammessi esclusivamente a condizione che sia possibile consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro di cui all’allegato 1, lettera d);
Nel DPCM del 9 marzo vi è la conferma che le attività sportive e motorie all’aperto sono ammesse:
«d) […] lo sport e le attivita’ motorie svolti all’aperto sono ammessi esclusivamente a condizione che sia possibile consentire il rispetto della distanza interpersonale di un metro;».
Nell’ordinanza del Ministero della Salute del 20 marzo all’art. 1 lettera b non si fa alcun riferimento all’attività sportiva, che resta dunque sempre possibile, e si consente quella motoria in prossimità della propria abitazione:
b) non e’ consentito svolgere attivita’ ludica o ricreativa all’aperto; resta consentito svolgere individualmente attivita’ motoria in prossimita’ della propria abitazione, purche’ comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona;
Con il decreto legge 25 marzo 2020 si mette la toppa ai DPCM che continuano ad applicarsi:
Continuano ad applicarsi nei termini originariamente previsti le misure gia’ adottate con i decreti del Presidente del Consiglio dei ministri adottati in data 8 marzo 2020, 9 marzo 2020, 11 marzo 2020 e 22 marzo 2020 per come ancora vigenti alla data di entrata in vigore del presente decreto.
Giunge poi la circolare 31 marzo 2020 del Ministero dell’Interno che ricorda, tra le altre cose, che l’attività motoria (il camminare in prossimità della propria abitazione, cioè passeggiare, è ad essa assimilata) non va intesa come equivalente all’attività sportiva, quest’ultima, finora, a mio parere sempre consentita e senza limitazioni di sorta all’interno del proprio comune (neretto mio):
Nel rammentare che resta non consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto ed accedere ai parchi, alle ville, alle aree gioco e ai giardini pubblici, si evidenzia che l’attività motoria generalmente consentita non va intesa come equivalente all’attività sportiva (jogging), tenuto anche conto che l’attuale disposizione di cui all’art. 1 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 9 marzo scorso tiene distinte le due ipotesi, potendosi far ricomprendere nella prima, come già detto, il camminare in prossimità della propria abitazione.
Del resto, anche nel caso della passeggiata, cioè dell’attività motoria, l’aver stabilito (ordinanza 20 marzo del ministero salute vista precedentemente) che (neretto mio):
resta consentito svolgere individualmente attivita’ motoria in prossimita’ della propria abitazione
rende, per il principio di legalità, non sanzionabile l’eventuale supposta violazione della norma perché “in prossimità” non è determinabile (potrei essere fermato a 400 m dalla mia abitazione e sanzionato a detta di caio ma non sanzionato a detta di sempronio perché i due hanno una diversa interpretazione della “prossimità”).
Ma la Regione del Veneto ha definito questa prossimità dandole il valore di 200 m in linea d’aria dalla propria abitazione. Sì, è vero, ma la Regione, a mio parere, non può emanare atti di limitazione della libertà di circolazione che è materia fuori dalle proprie competenze e sulla quale solo Governo/Parlamento possono esprimersi. Del resto lo stesso decreto legge 25 marzo all’art. 3 dispone che:
1. Nelle more dell’adozione dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri di cui all’articolo 2, comma 1, e con efficacia limitata fino a tale momento, le regioni, in relazione a specifiche situazioni sopravvenute di aggravamento del rischio sanitario verificatesi nel loro territorio o in una parte di esso, possono introdurre misure ulteriormente restrittive, tra quelle di cui all’articolo 1, comma 2, esclusivamente nell’ambito delle attivita’ di loro competenza e senza incisione delle attivita’ produttive e di quelle di rilevanza strategica per l’economia nazionale.
2. I Sindaci non possono adottare, a pena di inefficacia, ordinanze contingibili e urgenti dirette a fronteggiare l’emergenza in contrasto con le misure statali, ne’ eccedendo i limiti di oggetto cui al comma 1.
Ribadisco: per quanto mi riguarda l’espressione utilizzata nel decreto, “esclusivamente nell’ambito delle attivita’ di loro competenza“, di fatto esclude le Regioni dalla possibilità di normare la libertà di circolazione delle persone per la quale, peraltro, è richiesta la riserva di legge assoluta. Quindi per me il provvedimento “dei 200 m” è nullo.
Concludendo: a mio parere, per quanto fin qui evidenziato, restando all’interno del proprio comune le attività sportive si possono praticare senza limitazioni, mentre quelle motorie hanno la limitazione “della prossimità alla propria abitazione” che però, come detto, non può essere applicata se non viene determinata con chiarezza con diverso atto rispetto a quelli vigenti.
Ora, capite che la passeggiata è… passeggiata (un ciondolare per prendere una boccata d’aria e sgranchire le gambe), mentre se parto con uno zaino e mi faccio, per dire, 500 m di dislivello, questa è attività sportiva bella e buona che pulsa di fatica e gronda sudore. E siccome traggo beneficio (senza arrecare danno ad alcuno) sia dall’attività motoria che da quella sportiva, non me ne privo, ricorrendo ad esse tutte le volte che ne sento il bisogno.
Ancora: niente contro il cosiddetto distanziamento sociale, essendo pratica ovvia che non ha bisogno di peiper per essere capita (peiper: paper: Nell’editoria accademica una pubblicazione scientifica (in inglese scientific paper)[1] è uno scritto redatto in modo oggettivo, bla bla…).
fassistello: un fascistello cui si concede l’attenuante della candida ingenuità, della profonda ignoranza, della più squisita ipocrisia.
Dall’oceanica incompetenza sulla quale galleggia il governo italico, composto da veri scappati di casa e da consunti piddini dediti al reciproco spidocchiamento, era apparsa una inezia di ragionevolezza riguardante la possibilità, per un solo genitore, di poter far sgranchire il figlioletto per le strade della repubblica bananiera. La misura riconfermava anche la possibilità di svolgere attività motoria nei pressi della propria abitazione.
All’apparizione di cotanta ardita precisazione, i fassistelli de noantri si sono scatenati in una gara all’ultimo respiro contro il provvedimento al grido di “non dobbiamo abbassare la guardia”.
Il fassistello è persona dalla cupa e opaca esistenza che, conscio della propria nullità nello stanco e quotidiano trascinarsi cui la realtà lo costringe, al sopraggiungere di queste situazioni si anima e diventa un intransigente baluardo della responsabilità. Dà perciò mostra della propria adeguatezza e prova della propria virtù additando al pubblico ludibrio gli infedeli che, pervasi dal demonio, hanno la sfrontatezza di programmare una passeggiata (ovviamente nel rispetto del cosiddetto distanziamento sociale).
I suddetti fassistelli, inclini a mettere le proprie libertà sotto le scarpe in cambio di un paradiso di ugualitarismo idiota, godono a restare a casa, godono di più a vedere gli altri restare a casa, godono di più ancora quando possono chiamare la mamma additando lo screanzato passeggiatore. Vanno capiti: per sentirsi vivi hanno bisogno di avere un collare: se non ce l’hanno lo cercano disperatamente.
I peggiori tra loro, quelli più incalliti, nel mentre si affaccendano a far presente che anche l’assessore alla sanità della Lombardia si è “ribellato” a queste misure “libertarie”, non sembrano rendersi conto che la gestione lombarda ha portato al crollo la capacità sanitaria di quella regione, lasciando i propri operatori sanitari senza protezione per lungo tempo, lasciandoli peraltro scorrazzare tra case di cura e ospedali tanto da portare al 41% i casi di contagio ospedalieri. Questa Regione che a loro sembra piacere così tanto, non ha ancora idea né dei contagiati né dei morti non rilevati. Però all’assessore, dall’alto di questa catastrofe organizzativa nella quale è stato fagocitato, prudono le mani non solo al pensiero che la gente possa fare un po’ di attività motoria ma anche a quello di un genitore che fa due passi col proprio figlioletto.
Il fassistello lo riconosci subito: è quello che per vent’anni fa il fassistello e poi, nel giro di un’ora, te lo ritrovi col fazzoletto rosso al collo. Basta che l’autorità sventoli da altra parte e il fassistello cambia direzione. In Italia questa volta non succederà perché è tale la marea di merda che sta montando che è sempre opportuno avere un osso da gettare ai cani.
Perché in Italia la mortalità è dell’11% e in Germania dello 0,8%? Chiedetelo al fassistello: con il coraggio che gli è proprio, vi dirà che lassù i runner sono stati chiusi in casa mentre da noi hanno potuto scorrazzare liberi per troppo tempo.
Un fassistello è per sempre.
via @lefrasidiosho