il senso dei sindakos per l’Autonomia
O dell’insostenibile pesantezza dell’essere sindakos…
https://twitter.com/planetepics/status/919790003529625601
O dell’insostenibile pesantezza dell’essere sindakos…
https://twitter.com/planetepics/status/919790003529625601
Dicevamo di OpenStreetMap (OSM) che “è un progetto mondiale libero e collaborativo per la raccolta di dati geografici da cui si possono derivare innumerevoli lavori e servizi”. Dicevamo anche che Mappolo, il nono nano, ha caricato i percorsi degli Anelli e Vie di Lozzo di Cadore su OSM. Come visto, uno dei servizi “derivati” che utilizzano i dati di OSM è Waymarked Trails (disponibile sia in versione desktop che mobile).
A Waymarked Trails, servizio “online”, si può affiancare una serie di servizi “offline” (che quindi non hanno bisogno di connessione internet): facciamo riferimento alle mappe escursionistiche visualizzabili tramite le app OruxMaps e Locus Map (Android) e OsmAnd (Android, iOS).
E’ infatti ora disponibile per il download (per OruxMaps e/o Locus Map) la mappa vettoriale offline Alps_Ost aggiornata con gli Anelli e Vie di Lozzo di Cadore (via OSM), scaricabile partendo da questa pagina di OpenAndroMaps (cliccare sul link Alps_Ost per visualizzare i link “dedicati” alle varie app). Per OsmAnd, aggiornate la mappa offline Veneto (aggiornamento 1-10-2017).
C’erano una volta gli Anelli e Vie di Lozzo di Cadore…
Una sera di tanti anni fa (2003) gli abitanti fatati del bosco decisero di fare un regalo alla comunità di uomini di Lozzo: si misero all’opera, chi qua chi là, e col favore della notte realizzarono 15 percorsi escursionistici che consegnarono nelle mani (ma soprattutto nei piedi) di quegli uomini con una sola semplice richiesta: “sono un Segno dell’Uomo, un patrimonio del passato, li abbiamo salvati dall’abbandono, ve li consegnamo pronti all’uso! Dovreste solamente e semplicemente mantenerli segnalati e percorribili”.
Infatti!!
(qualcuno tra quegli uomini andò dallo sciamano per capire a quale tipo di impegno fossero chiamati; lo sciamano stabilì che un sentiero mantiene la propria percorribilità ordinaria per un tempo di circa sette anni, poi inizia ad aver bisogno di un minimo di manutenzione; i segnavia durano molto di più; con un difficile algoritmo egli determinò, conseguentemente, nel numero di due, gli Anelli che a cadenza annuale, tra maggio e ottobre (sei mesi pieni, 24 weekend), dovevano essere “passati per le mani” (essendo 15 gli Anelli in totale); non si può certo dire che lo sforzo da produrre fosse (e sia) titanico)
Infatti!!
Siccome l’ottavo nano, Sentierolo, che doveva dedicarsi alla loro manutenzione non è ancora uscito dal lungo letargo, s’è fatto largo il nono nano, Mappolo, che ha inserito i percorsi degli Anelli e Vie di Lozzo di Cadore in OpenStreetMap (OSM), un database di dati geografici liberi visualizzati in forma di mappa digitale. Dal punto di vista grafico le mappe di OSM sono volutamente “generiche”, ma i dati in esso caricati possono essere rielaborati per fornire mappe nelle quali i percorsi escursionistici sono resi con particolare evidenza: è il caso di Waymarked Trails.
In Waymarked Trails, cliccando su “percorsi” (in basso a destra sulla versione desktop) o sull’icona “menù” (nella versione mobile) si aprirà la lista dei percorsi relativi all’areale geografico inquadrato; cliccando sul percorso che interessa se ne potrà vedere il profilo altimetrico e il listato delle etichette descrittive di OSM, oltre a poter scaricare la relativa traccia GPX. E’ anche possible attivare la funzione “localizzami” che permette di vedere dove ci si trova. Tutto ciò, però, con una connessione internet attiva.
La disponibilità delle mappe offline (cioè consultabili senza bisogno di campo) contenenti gli Anelli da portare con sé nel corso dell’escursione, si può ottenere ricorrendo alle app per dispositivi mobili Oruxmaps, Locus e OsmAnd, per le quali conto di scrivere a breve due righe di istruzioni sul loro utilizzo.
Ordunque, al motto de “la manutenzione scarseggia, ma la cartografia primeggia“, non mi resta che sottolineare come la realizzazione della cartografia digitale relativa agli Anelli non possa che essere d’aiuto nella navigazione sul campo, qualora la segnaletica a terra si dimostri carente, risultando di grande conforto a chi dovesse smarrirsi perdendo la via di casa.
Apri la mappa in una nuova finestra
Tanto fumo e pocio rosto. Un po’ di Benzo(a)Pirene qua e un po’ di PM10 là (peggio al centro, meglio in periferia). In termini di qualità dell’aria, solo il 12% delle giornate sono da considerarsi mediocri o scadenti. La cappa che si incontrava quest’inverno lasciava presagire dati molto più peggio (sembrava d’essere a New Delhi o a Pechino). Oddio, il benzo(a)pirene è pur sempre na bruta bestia: media di 14 nanigrammi/m3: “Benzo(a)Pirene: la media dei valori riscontrati nel periodo di monitoraggio è stata di 14,5 ng/m3 che indica su base annua il superamento dell’obiettivo annuale fissato in 1 ng/m3″.
QUALITÀ DELL’ARIA. ON LINE I RISULTATI DELLA CAMPAGNA REALIZZATA A SANTO STEFANO DI CADORE (BL)
(AAV), Belluno 29 settembre 2017 – Sono disponibili gli esiti del monitoraggio della qualità dell’aria effettuato nel comune di Santo Stefano di Cadore nel periodo 11 gennaio – 10 aprile 2017. Per l’indagine sono stati utilizzati due mezzi mobili ARPAV posizionati in una zona centrale del paese (Piazzetta dell’Emigrante) e in una zona più periferica (Parco Medola).
Il monitoraggio ha rilevato criticità per il parametro Benzo(a)Pirene. La relazione riassume anche quanto rilevato dai precedenti monitoraggi effettuati negli anni 2008, 2010 e 2016.
I dati meteorologici rilevati nel periodo di svolgimento della campagna attestano la situazione di scarso rimescolamento atmosferico che ha caratterizzato tutto il periodo invernale, con giorni di calma di vento più frequenti rispetto agli anni precedenti, contribuendo a determinare una ancora più scarsa dispersione degli inquinanti atmosferici prodotti.
Dalla relazione in formato pdf:
10 – Conclusioni
Il monitoraggio effettuato a Santo Stefano di Cadore in una zona centrale del paese (Piazzetta dell’Emigrante) e in una zona più periferica rispetto al centro (Parco Medola) ha rilevato, nei primi mesi dell’anno, criticità per il parametro Benzo(a)Pirene e, nella sola Piazzetta dell’Emigrante, anche per le polveri PM10 e il benzene. Questa analisi della qualità dell’aria conferma quanto rilevato dai precedenti monitoraggi effettuati negli anni 2008, 2010 e 2016, evidenziando maggiori criticità nella zona centrale del paese rispetto a quella periferica.Per il parametro Benzo(a)Pirene le medie del periodo registrano concentrazioni molto al di sopra dell’obiettivo di qualità annuale, soprattutto nel sito di Piazzetta dell’Emigrante. In questo sito per le polveri PM10 sono stati rilevati 14 superamenti del limite giornaliero di esposizione di 50 μg/m3 con un valore medio del periodo di 36 μg/m3, al di sotto del limite annuale di 40 μg/m3. Per il benzene è stata rilevata una concentrazione media del periodo di monitoraggio di 5,1 μg/m3, leggermente superiore al valore del limite annuale fissato in 5 μg/m3. Anidride solforosa, monossido di carbonio, biossido d’azoto e ozono si sono sempre mantenuti al di sotto dei limiti di legge per l’esposizione sia acuta sia cronica.
Dall’analisi dei dati meteorologici di questa campagna di misura risulta che il periodo invernale è stato caratterizzato da scarsissimo rimescolamento atmosferico con giorni con calma di vento molto più frequenti rispetto agli anni precedenti, contribuendo a determinare una ancora più scarsa dispersione degli inquinanti atmosferici prodotti. La valutazione dell’Indice di Qualità dell’Aria (IQA), limitatamente ai parametri che lo compongono, applicabile solo per la posizione di Piazzetta dell’Emigrante, può dirsi abbastanza soddisfacente.
Come sintesi finale di valutazione dei dati è stata elaborata una scheda riassuntiva dello stato di qualità dell’aria riferita ai periodi di monitoraggio e a tutti i parametri rilevati per ciascun sito. Nella scheda sono riportati i parametri misurati e il relativo giudizio sintetico riferito ai limiti previsti dal D.Lgs.155/2010.
(avevo intenzione di provare a mettere in fila e ordine cronologico le varie notizie riguardanti il DoloTrenino, in particolare la saga del tracciato – liscio, gassato o ferrarelle -, con il relativo balletto dei sindakos: si, no, so, ni, forse, ma, boh, e adesso?; avrei poi cercato di dare un senso logico agli accadimenti, mettendoli in prospettiva; @talaren mi ha preceduto in un suo recente commento, che ripropongo qui come post, al quale ho aggiunto una sola riga, tra quelle puntate, l’ultima, relativa allo scetticismo della Regione oltre ai link che rimandano ai corrispondenti articoli del Corriere delle Alpi)
Prepariamoci ad un autunno caldo sul fronte Treno delle Dolomiti:
Tutto questo leggendo le notizie sui giornali, a meno che non siano anche quelli che scrivono una cosa per un’altra…
Schema riepilogativo con dati al 1° gennaio 2017 su popolazione italiana e straniera a Lozzo di Cadore (qui quello del 2014, qui quello del 2015, qui quello del 2016). In termini relativi, ponendo a zero la popolazione del 2002, nel 2017 si registra da allora un calo del 18% della componente italiana (passata da 1.488 a 1.220), una quota del -2,4% di quella straniera (passata da 125 a 122) che determinano una diminuzione del 16,8% di quella totale (passata da 1.613 a 1.342). Rispetto al 2016, gli italiani “persi” sono 24, gli stranieri 17, per un totale di -41 persone corrispondenti al catastrofico valore di -29,6 per mille (l’anno scorso andò un po’ peggio: -34,2 per mille).
(per i numerologi si segnala la congiunzione astrale per la quale la quota di italiani è pari a 1.220 persone, esattamente dieci volte tanto quella straniera che è pari a 122; il Giacobbo ci potrebbe fare un’intera trasmissione di Kazzenger: è incredibile che la somma dei due numeri dia 1342, un numero formato dalle prime quattro cifre dell’alfabeto numerico, la cui somma dà proprio 10)