Abbiamo già fatto notare che lo strombazzato 10% di “boom per il turismo”, ammesso e non concesso che sia veritiero, non rappresenterebbe che un modesto aumento dell’1% all’anno (visto che di anni , dal 2009, inizio del matrimonio Dolomiti-Unesco, ne sono passati dieci). Lo capisce anche un paracarro, se gli fai notare che (+o-) nello stesso periodo l’Italia è cresciuta del 13,4%, il Trentino-Alto Adige del 15,9% e il Veneto del 14,5%. Se poi al paracarro fai notare che le presenze in Ue-28 sono aumentate del 37,4%… non c’è più storia.
Ma chi è che ha indicato quel 10% di presenze turistiche strombazzato poi dai giornalai, nel caso specifico abbiamo visto la corriera delle alpi, con titoli come “Dolomiti a marchio Unesco – E’ stato boom per il turismo”? Ma la direttora della Fondazione Dolomiti-Unesco, tale Morandini! Ecco il passaggio riportato dall’Ansa:
“Tutti gli operatori turistici che abbiamo sentito – ha spiegato Marcella Morandini, direttore della Fondazione Dolomiti Unesco – ci hanno detto che le presenza turistiche dopo il 2009 sono aumentate almeno del 10%. Merito della iscrizione a Patrimonio dell’Umanità, che ha fatto conoscere la bellezza dei nostri monti in tutto il mondo. Ma in alcune località l’incremento è arrivato al 90%”.
Par di capire che la direttora della fondazione, per produrre le proprie statistiche, non si sia appoggiata a quelle ufficiali, validate dagli enti preposti, ma le abbia confezionate “in casa”, un tanto al chilo, ricorrendo a fantomatici “operatori turistici che abbiamo sentito” i quali, badate, “ci hanno detto che…”.
Prima domanda: ma quanti sarebbero questi “Tutti gli operatori che abbiano sentito“? Tutti-tutti o una parte di quel tutti-tutti? E, di grazia, la categoria rappresentata da questi “operatori turistici” che avete sentito, può essere descritta da un nome?
(fruttivendoli, parcheggiatori, gelatai, zoccole di montagna…)
Non è che per distillare quel dichiarato aumento di presenze del 10% si siano interpellati, chessò, così, per puro caso, i rifugisti?
Diteci, dunque: quell’aumento del 10% è riconducibile al solo turismo “apicale”, quello che passerebbe per i rifugi, o si deve intendere come turismo vallivo? Sapendolo, i giornalai avrebbero potuto perlomeno chiarire di quale tipologia di boom le Dolomiti siano state protagoniste in questi esaltanti 10 anni.
Per carità di patria trascuriamo di valutare l’affermazione secondo la quale questo aumento sarebbe “Merito della iscrizione a Patrimonio dell’Umanità“, ché statisticamente è già un’impresa ipotizzare l’esistenza di una correlazione tra aumento e iscrizione del bene, figuriamoci una qualche forma di causalità.
Ad maiora!