la brentana sul Rio Rin (considerazioni sparse di un indigeno)
(ricevo e volentieri pubblico)
di Claudio Calligaro
Caro Titolare,
nel leggere il bollettino comunale, in particolare la parte augurale a cura del sindaco, il mio cuore si è colmato di gioia. Essere oggetto di ringraziamento da parte del sindaco non è cosa di poco conto. Ed essendo io intimamente convinto d’essere un cittadino che, come auspicato così caldamente dal primo cittadino, “si sta comportando da cittadino in gamba, collaborativo, rispettoso, corretto, responsabile…“, ebbene, da quella gratitudine dispensata a piene mani mi sono sentito avvolgere.
Allo stesso tempo mi rincresce che il nostro sindaco abbia incontrato lungo il proprio cammino “la pochezza di chi non sa andar oltre l’arida critica e le parole al vento espresse con la presunzione di indicare soluzioni e verità“. Dispiacere, questo, mitigato dalla consapevolezza che egli abbia nel contempo avuto modo di rendersi conto “della forza, del coraggio e della generosità di tanti concittadini“.
Per tutto ciò, e per aderire ancor più strettamente ai desiderata del nostro sindaco, mi permetto di inviarti alcune mie sintetiche (quasi lapidarie) considerazioni corredate da alcune testimonianze fotografiche relative alla brentana dello scorso 4 settembre 2016, affinché il lettore, se avrai la bontà di pubblicarle, possa eventualmente tenerne conto.
Vogliamo considerare, per esempio, lo stato di abbandono dell’alveo del Rio Rin nel tratto in cui scorre adiacente alle case? Quanto accaduto nella serata del 4 settembre, evento meteorico certamente anomalo, avrebbe potuto, in termini di danni e paure, essere in parte evitato o perlomeno mitigato da un intervento di manutenzione che, estirpando la vegetazione infestante l’alveo, avrebbe permesso un più efficace deflusso di detriti ed acqua?
Di seguito due foto che ben rappresentano lo stato di totale abbandono dell’alveo del Rio Rin, seguite da un confronto tra le medesime foto e lo stato dell’alveo ripreso qualche giorno fa.