Dicevamo della maledizione di Tutankasermon che avviluppa fin dalla nascita il Casermona. Della cronaca prodotta dal Gazzettino sull’argomento non so nulla, ma dal Corriere ho tratto queste righe del vicesindaco che, “a proposito dell’ex caserma, chiarisce la posizione dell’Amministrazione in merito ad alcuni lavori finiti al centro di una disputa di natura economica”.
«È in atto un contenzioso con la ditta esecutrice dei lavori di rifacimento della copertura che, per alcuni danni causati, ha pensato bene di offrire attraverso un’assicurazione la cifra di 75mila euro a titolo risarcitorio. Quella cifra non è stata ritenuta congrua dall’Amministrazione che, per questo motivo, ha incaricato uno studio legale di compiere ogni azione necessaria ad ottenere un risarcimento completo».
Alcuni danni causati. Più d’uno, quindi. Il rifacimento del tetto, a quanto ne so, era stato assegnato per 155mila euri. Nel rifarlo la ditta esecutrice ha prodotto danni che intendeva risarcire con 75mila euri che, però, dall’Amministrazione non sono ritenuti congrui con la dimensione del danno subìto. Quindi la pretesa di “risarcimento completo” non può essere di 80mila euri (sennò accettavi i 75mila): dev’essere almeno di 100mila euri.
Cioè: si parte con l’idea di fare un lavoro assegnato per 155mila e, nel farlo, si provoca un danno per 100mila! Sticazzi. Non ho la più pallida idea del tipo di danno causato e non conosco la ditta esecutrice. Due prime ipotesi:
- ditta normale con una sfiga della madonna;
- ditta del cavolo con danno correlato d’ordinanza (sevedeva, sesapeva)
Come che sia, una cosa è certa: la maledizione di Tutankasermon aleggia spavalda tra quelle mura, prendendosi gioco – ancora una volta – dei poveri amministratori e della nostra comunità tutta (che palpita commossa alla notizia della nuova sventura).