Oltre ai moscerini della frutta @y e @oih-hoi – ai quali mi sono recentemente rivolto: Che poi voi, simpatici moscerini, qualche volo sulla frutta (che vi preparo) di tanto in tanto lo fate … – che ronzano evanescenti nello spazio di questo BLOZ rigurgitando ciclicamente le loro più o meno lapidarie sentenze, è sceso in campo un pezzo da novanta (per restare in tema si potrebbe definire il moscone calaltino), trattandosi nientepopodimeno che del sindaco di Calalzo Luca De Carlo. Il quale, in riferimento ai cinguettii da me riportati e riguardanti la prossima corsa alla presa del Botanico Palazzo di Lozzo, così cinguetta (questa volta nel senso di tuitta) al mio indirizzo:
Le qualità dialettico-retorico-mediatiche del sindaco di Calalzo sono note avendo più volte varcato i confini centrocadorini per approdare a più ampia visibilità, regionale e finanche nazionale (vedi “vicenda Equitalia“). Note queste qualità, dicevo, sorprende l’inconsistenza argomentativa del dardo lanciatomi dal sindaco, complice ovviamente anche la limitatezza espressiva connaturata al tweet usato in questa circostanza, che con tono da “Gian Burrasca” mi chiede, in sostanza, “perché non provi a farlo tu, il sindaco?“.
Perché dovrei ?!
(premessa doverosa prima di sentire i latrati dei cani filogovernativi; fatte le dovute proporzioni … segue testo)
Qualcuno ha mai chiesto a Montanelli di fare il sottosegretario, viceministro o ministro se non proprio il premier per avere in concessione la possibilità di criticare il governo? E a Gianni Brera, qualcuno ha mai chiesto di fare l’allenatore di una squadra di A se non proprio della nazionale per avere in concessione la possibilità di scrivere sui giornali ciò che pensava del gioco osservato a seguito di una partita? E a Facci, Fini, Travaglio, Alesina, Giavazzi, Seminerio, Borghi, Gentili … . Già stati tutti sindaci i giornalisti del Gazzettino, CorrierAlpi, Corriere del Veneto e così via?
Solo a me verrebbe chiesto tutto ciò? Solo perché sono piccolo e nero, e blogger, e non allineato? Quale ingiustizia!!
Ci sono uomini – e fra essi quasi tutti i sindaci – che credono che, acquisito il comando, diventati cioè i Capitani del Veliero, nessuno possa e debba muovere critiche alla rotta. E si ostinano a credere che nel largo mare degli accadimenti la loro luce, quella che essi gettano laboriosamente sulle proprie costruende opere, sia l’unica possibile.
Poi un giorno scorgono al largo un altro veliero, un piccolo ma agile vascello corsaro… E non riescono a farsene una ragione.
Ma il dardo del moscone calaltino ha anche la punta avvelenata. Perché, per certificare il “mio sapere”, io dovrei costituire e proporre una lista e, necessariamente, venir eletto sindaco. Dando per scontato, a questo punto, che se non fossi eletto sindaco il “mio sapere”, solo per questo, non varrebbe una minchia. Succulenta ipotesi, questa, secondo la quale la legittimazione popolare “sarebbe di per sé stessa sufficiente a garantire la bontà dell’eletto”. La mia gentilissima risposta è: col cavolo!
E dalla mia ho 67 fulgidi esempi da indicare: tutti i sindaci del Bim-Gsp, quelli che hanno dato vita alla Madre di tutte le Vergogne, un’onta che continuerà a macchiare la Provincia di Belluno, o cosa resterà di essa, per lunghi e lunghi anni a venire.
Ed a complemento di tutto ciò ho dalla mia, anche, i 27.000 euri al giorno di buco che sono riusciti a garantire … alla comunità, buco da coprire con classica incursione nelle tasche della gente … ma questa è storia che già conoscete, perché anche i sindaci, dal timone del loro veliero, ve l’hanno pur detto no???.
(ad ogni buon conto la cosa non finisce qui perché ho in serbo una quadrilogia – niente paura, sarà di grande sintesi – con la quale fornire altri spunti sul perché io, il qui presente corsaro, non ponga la figura del sindaco fra le proprie massime aspirazioni; la risposta andrà cercata, per chi lo vorrà fare, in ognuno dei quattro contributi che ho in animo di pubblicare, tenendo conto che non tutti pesano allo stesso modo e che uno – in particolare – mi si addice quasi totalmente)