L’ARTE DELLA TALPA, ovvero della politica curiale e felpata
di Cagliostro
A giorni si deciderà delle ‘nomine’, fra la casta sindacale, del Consiglio Provinciale, del suo presidente, del suo vice-presidente e della Giunta. Inoltre, la stessa casta, nel medesimo contesto, dovrà decidere sulla “autonomina”del Consiglio di Amministrazione di BIM-Consorzio, soprattutto su chi sarà il nuovo presidente ed il nuovo vice-presidente. All’uopo, sono da tempo al lavoro i così detti saggi, espressione castale che sta ad indicare l’onore e l’onere della scelta interna da parte di chi si sta facendo solerte portavoce delle istanze delle varie anime, ambizioni e sensibilità presenti fra i numerosi borgomastri bellunesi, un mondo chiuso ed insondabile costituito da quasi 70 anime belle.
Quasi sicuramente si ripeterà quello che sta avvenendo in sede nazionale con una spartizione di incarichi, potere e relative prebende fra il vecchio PDL, ora nuovamente denominato Forza Italia, e il rinvigorito, baldanzoso e ‘rinnovato’ (s fa per dire!) PD. Una autentica spartizione a tavolino con chiara ‘golden-share’ per il citato PD. Già nella scelta dei saggi si è notata la sofisticata arte nell’uso del bilancino (altro che manuale Cencelli!) e nulla è stato lasciato a caso: né la rappresentatività territoriale e neanche la cernita fra gli uomini di seconda fila (peones, o comunque in grado di non oscurare i veri, potenziali candidati forti).
Ora fioccano, da parte dei media, candidature (più o meno di bandiera) con la propensione ai lanci più sofisticati di nomi e di strane congetture sulle spartizioni dei posti che veramente contano fra ‘uno e l’altro Ente in ballo. Il tutto con occhio attento a quali sedie risultano più comode e foriere di un effettivo e vero Potere proiettato nel tempo. A me pare però che, in tutto questo bailamme di calcoli magari non sempre attendibili, si stia malamente scopiazzando l’esempio della Chiesa nelle riunioni delle Congregazioni dei Cardinali in vista del Conclave; solo che nel nostro caso l’alchimia è un’arte troppo raffinata per certi improvvisati grandi elettori. Ed allora i pochi scaltri, smaliziati, rotti ad ogni astuzia – ce ne sono alcuni anche nella lobby dei borgomastri- operano nell’ombra e mandano avanti le solite truppe cammellate di democristiana memoria.
Per scendere più in concreto, parlo ancora del nostro ‘Iddu’. Questa volta egli non si è fatto inserire nel gruppo dei saggi. Egli probabilmente sa che le candidature fin qui espresse dai media sono soltanto ‘ballon d’essai’, sono nomi destinati ad elidersi a vicenda, se non proprio espressioni strumentali che nascondono ben altre tresche e disegni, nomi insomma destinati a bruciarsi nel rogo che precederà la vera conta. Ed il vate Iddu ha probabilmente capito che, eludendosi a vicenda, quelle candidature spianano la strada a chi è rimasto regista occulto, manovratore nascosto, per essere poi chiamato al ruolo di chi sblocca l’impasse. Eligendo più curiale e felpato di così la Congregazione del pre-conclave laico non poteva (potrà) sicuramente trovare! Iddu si ritaglierà forse la parte del Gianni Letta provinciale, che metterà d’accordo le anime belle di PD e FI??!