di Giuseppe Zanella
Come volevasi dimostrare, secondo il vaticinio preventivo di un commentatore del Bloz, tutto si è alfine risolto tra lanci di petali rosa e calorosi battimani all’indirizzo dell’esimio, ‘fausto’ oratore. La concione giustificatoria, dicono le cronache, è stata quasi un monologo auto incensatorio con l’enfasi più volte sperimentata e collaudata (vedi Bol-Com del 2010 annunciante il ‘ritorno all’ovile’ della nota caserma Montiglio). Non avendo partecipato alla popolar assemblea di ieri sera, correttezza vuole che qui usi, come suol dirsi, l’obbligo del condizionale, essendo le notizie pervenutemi “de relato” e quindi passibili di una non perfetta citazione delle varie asserzioni fatte in quella sede dall’illustre conferenziere.
E’ d’uopo quindi un uso prudenziale dei riferimenti su di un argomento sì delicato e complesso! Sembra, in ogni caso, che sia stata data una versione dei fatti, dal punto di vista dell’Esecutivo in carica oggi come allora, a partire dall’inizio della intricata querelle che ha visto il Comune misurarsi in un defatigante duello vuoi con il concessionario, vuoi con la banca creditrice-finanziatrice. Mi limiterò qui ad analizzare soltanto alcuni punti essenziali che il primo cittadino avrebbe toccato nel suo disquisire e per ognuno di essi seguirà un mio commento critico.
- Alla decisione sulla segnalazione dell’ipotesi di danno erariale alla Procura della Corte dei Conti, l’Esecutivo sarebbe pervenuto soltanto perché costretto dalle pressioni della predetta Procura, essendo tale passo, secondo l’assunto manfrediano, esiziale al fine di evitare la prescrizione (quinquennale) dell’ipotetico reato. Si noti che l’esborso per il riscatto era avvenuto in tre rate, l’ultima delle quali fu versata nel 2007 e, guarda caso, la segnalazione comunale si materializzò proprio nel 2012.
CONSIDERAZIONI:
- Pare proprio improbabile sostenere l’essenziale esigenza della denuncia da parte della Amministrazione al fine di interrompere i termini prescrittivi ormai in fase di “esaurimento”;
- Non erano forse sufficienti le precedenti segnalazioni ad opera di due pubblici amministratori?
- Se poi le pressioni della Procura della Giustizia contabile fossero veramente avvenute come da riferita affermazione sindacale, erano pressioni tali da non costituire certamente una “costrizione”, un “obbligo stretto di assecondamento”. Ergo, nessuno poteva imporre all’esimio capo comune una segnalazione contro voglia, neppure il medico curante…
- Di contro, e questo è il lato dirimente e contraddittorio della ‘vexata quaestio’, se non ci fossero state queste ipotetiche pressioni, l’esimio si sarebbe forse ben guardato dal fare il passo che era (ed è) eticamente doveroso per un pubblico amministratore a conoscenza perfetta delle supposte anomalie (vedi autorizzazione alla iscrizione ipotecaria), ossia il preciso compito di tutelare l’interesse dell’Ente amministrato?
In conclusione, vale la pena ricordare che si è atteso l’anno 2012 per compiere un passo che si doveva compiere, quanto meno, nel 2007 al maturare cioè della salvifica operazione di riscatto. Sorge pertanto il dubbio abbastanza fondato che, in assenza delle citate pressioni ‘veneziane’, i pubblici amministratori dell’epoca (gli stessi di oggi) non si sarebbero punto premurati di rendere edotta la Giustizia Contabile su quanto sopra descritto, venendo così, eventualmente, meno a dei precisi obblighi istituzionali.
- Nella precitata popolar assemblea qualcuno, dal tavolo della Presidenza, avrebbe sostenuto la tesi che la svendita dei noti sei appartamenti non poteva avvenire se non con l’acquirente Ater, gestore dell’immobile, anche per via di un finanziamento regionale a suo tempo fruito…
CONSIDERAZIONI:
E con questo? Chi ha prescritto alla Amministrazione l’obbligo di alienare degli immobili, comunque intestati all’Ente, a quelle condizioni ? E senza uno straccio di perizia esterna asseverata? Ma il valore commerciale intrinseco non era forse ben più consistente dei virtuali 121.000 euro complessivi incassati (da dedurre l’onere per il montante del noto mutuo di euro 55.000)? Non è forse anche questa una ipotesi di danno erariale patito dall’Ente ad opera di lor signori dalle salvifiche operazioni aventi finalità di …sviluppo turistico? Si è ben visto quale sviluppo si è fin qui ottenuto!!!
- Tutta la concione avrebbe avuto la prevedibile, ipotetica finalità di allontanare l’ombra delle possibili responsabilità proprie e di quelle derivanti dalle conseguenze della tardiva segnalazione del 2012 nei riguardi degli attuali “avvisati”
CONSIDERAZIONI:
Da quanto sopra esposto, resterebbe assodato che il pour-parler con la Procura veneziana ci sarebbe stato e quindi il sindaco era a perfetta conoscenza che non ci sarebbe stata l’archiviazione (ipotesi che avrebbe presupposto anche la comunicazione ai precedenti segnalanti). L’esimio avrebbe poi categoricamente escluso di aver riunito lo scorso mese di Luglio gli interessati, essendo in quel periodo in ferie. Certo, quella riunione fu presieduta, sembra, dal segretario Doriguzzi. Ma vox populi parlava di una riunione di molto precedente l’invio degli avvisi di garanzia… In definitiva, lo scopo dell’eminente politico nostrano sembra essere stato raggiunto, con un uditorio quasi del tutto silente (chi tace, di solito, acconsente). Sul finire, però, ci sarebbero stati scrosci di applausi tra una apoteosi di petali di rosa per i nuovi salvifici eroi. La sindrome di Stoccolma, evidentemente, a Lozzo alligna anche nell’anno di grazia 2015. Ricordi comunque il beneamato che le medaglie ottenute con gli avvisi di garanzia non riusciranno ad obnubilare la verità oggettiva, mentre la verità giudiziaria competerà, se del caso, ad un collegio di giudici che potrebbero magari non elargire medaglie…